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A tavola si mangia tanta innovazione

pubblicato il: - ultima modifica: 16 Dicembre 2019
tavola dell'innovazione

Ma spesso non lo sappiamo: ci dà una mano il manifesto Cibo per la mente, scritto da 14 associazioni dell’agroalimentare italiano che alla Biotech Week hanno presentato la Tavola dell’Innovazione nel tentativo di svelare alcuni segreti biotech, più o meno naturali, dietro a cultivar che mangiamo tutti i giorni

Il miglioramento genetico del cibo è prezioso: consente alla filiera agroalimentare di migliorare le produzioni in quantità e qualità e di ridurne l’impatto ambientale e quindi di rispondere alle esigenze della società. Ed è anche la strada giusta per affrontare i cambiamenti climatici che ricadono sulle coltivazioni.

La pensa così Piero Morandini, ricercatore del dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università Statale di Milano che insieme a Deborah Piovan ha ideato La Tavola dell’Innovazione, un format che avvicina il pubblico ai segreti nascosti dietro ai prodotti coltivati nei nostri campi.

Tanti segreti evolutivi: non penseremmo mai, per esempio, che i pomodori datterini o il riso venere, ma anche i cavolfiori colorati e l’uva senza semi, sono solo alcuni dei prodotti frutto dell’innovazione in agricoltura che troviamo ogni giorno tra i banchi dei supermercati e nei nostri piatti.

Riso Arborio, olio d’oliva, basilico e pomodoro S. Marzano sono a rischio di estinzione. A volte c’entrano i patogeni come la Xilella o il brusone e quindi l’innovazione è fondamentale.

Il genome editing” spiega Morandinirappresenta la naturale evoluzione dei metodi convenzionali, ma permette di ottenere gli stessi risultati in tempi ben più brevi e con maggiore precisione“.

Prodotti più nutritivi – come olii di girasole o soia più salubri o verdure più ricche di vitamine (per esempio i cavolfiori arancioni più ricchi di betacarotene) – dall’aspetto più invitante, dal gusto migliore e più facili da preparare, come la lattuga Salanova.

Spesso il miglioramento genetico viene guardato con pregiudizio, ma è alla base dell’agricoltura stessa. L’innovazione delle varietà è iniziata con la domesticazione delle piante ed è progredita grazie agli studi di Mendel o di Nazareno Strampelli fino ai moderni genetisti. Oggi abbiamo a disposizioni nuovi strumenti, le New Breeding Techniques (NBTs), utili a consentire agli agricoltori e ai ricercatori di portare sulla nostra tavola cibi ancora più sani, buoni e sicuri e a salvare quei prodotti che oggi minacciano di scomparire” ha dichiarato Deborah Piovan.

E tra l’altro il miglioramento genetico in agricoltura a volte avviene in maniera naturale e non per forza in laboratorio.

L’agricoltura è una delle più antiche forme di innovazione, eppure ha una storia tutt’altro che conclusa. Gli agricoltori sono per loro natura da sempre innovatori e oggi guardano con fiducia all’ultima frontiera della ricerca biotecnologica: le NBTs. Il loro obiettivo è di migliorare le produzioni, sempre in un’ottica di sostenibilità ambientale ed economica” ha concluso Deborah Piovan.

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