La mandorla è il seme di un piccolo albero dai fiori bianchi che sbocciano all’inizio della primavera.
A seconda delle caratteristiche della mandorla, se ne distinguono 3 varietà:
- amara, che è tossica
- dulcis, usata per l’olio officinale
- fragilis, che si mangia
Le mandorle amare sono tossiche perché contengono acido prussico o acido cianitrico prodotto dall’amigdalina. In altre parole: cianuro. Pericoloso solo se consumato in grandi quantità. Questa varietà è usata per preparare gli amaretti.
Le mandorle dolci sono usate sia nel campo della cosmesi (sono emollienti e idratanti), sia in cucina per la preparazione di dolci, in particolare in Sicilia.
La storia e la simbologia della mandorla
Le mandorle Madi Ventura hanno una storia antica, proprio come il pistacchio. La pianta è presente nei paesi bagnati dal Mediterraneo orientale e nell’Oriente.
Arriva in Sicilia sulle barche Fenice e, da lì, si diffuse nelle colonie greche. Nel Medioevo, l’olio di mandorla andava spesso a sostituire il più costoso olio d’oliva.
Sono diversi i significati che si nascondono dietro il simbolo della mandorla. Uno dei più diffusi è quello che vede la mandorla circondare Cristo o Maria per dire che la natura divina è contenuta da quella umana. Nella Bibbia, invece, è spesso menzionata per la sua fioritura precoce, quindi simbolo delle redenzione del popolo di Israele.
A conferma della presenza della mandorla nella storia, possiamo trovarla come elemento all’interno di diversi miti e fonti storiche.
Nell’antica Grecia si narrava di Fillide, una principessa tracia che si innamorò di Demofonte, figlio del mitico Teseo. Egli però era in viaggio verso la città di Troia per combattere nella famosa guerra.
Fillide attese per 10 anni che la guerra finisse, ma non vedendolo tornare si disperò al punto di morire. Allora, la dea Atena, mossa a pietà da questa storia d’amore, trasformò Fillide in un mandorlo.
Demofonte, che non era morto, seppe che la sua amata era morta ma che era stata trasformata in un albero. Corse da lei e abbracciò il tronco. Con questo gesto d’amore fece germogliare dei fiori bianchi invece di foglie.
La mandorla è presente anche nelle Sacre Scritture, in particolare nella Genesi, capitolo 43, versetto 11, dove la troviamo citata insieme a miele, pistacchi, ladano, aromi e resina profumata.
Nella letteratura latina classica è nominata nelle Georgiche di Virgilio e nelle Bucoliche.
In epoca Medievale non mancano certo documenti che citano le mandorle:
- 716, vengono menzionate in una carta promulgata da Chilperic II re di Francia
- 812, Carlo Magno fa introdurre la coltivazione di mandorli nei campi imperiali
- 1130, un libro di cucina di re Riccardo Cuor di Leone le raccomanda in numerose ricette
- metà del XIV secolo, Marino Sanuto ci fa sapere che erano merce di scambio tra Venezia e Alessandria
- 1372, un inventario di Jeanne d’Ivrea registra 500 libbre di mandorle
- 1407, alcuni documenti ne testimoniano l’uso per la produzione di marzapane
- 1421, a Cipro i templari parlavano di prodotti a base di mandorle