Home Imprese Sostenibili Analisi sulla transizione energetica in Italia: la situazione non è buona

Analisi sulla transizione energetica in Italia: la situazione non è buona

pubblicato il:
analisi sulla transizione energetica in italia

L’Enea ha completato la consueta analisi sulla transizione energetica in Italia; i dati dell’ultimo semestre non sono buoni: le emissioni di CO2 non scendono, peggiora l’indice ISPRED e i prezzi per le famiglie crescono più della media UE

L’analisi del sistema energetico italiano – effettuata dall’Enea – esamina i fattori che lo caratterizzano, per valutare le tendenze relative alle tre dimensioni della politica energetica: decarbonizzazione, sicurezza e costo dell’energia – definiti trilemma energetico (nella classifica stilata dal WEC Energy Trilemma Index Tool l’Italia ha una valutazione BAA.

Una rendicontazione obbligatoria (disponibile online), previsto dal 2017 per gli Stati membri dell’Unione Europea. Le cose non procedono per niente secondo i programmi: l’analisi sulla transizione energetica in Italia nei primi sei mesi dell’anno evidenzia un peggioramento (-5%) dell’indice ISPRED, misura che mostra il procedere della transizione sulla base delle tre dimensioni energetiche definite sopra.

Stiamo attraversando una fase di stallo, principalmente a causa della mancata diminuzione delle emissioni di gas serra, del rallentamento nella produzione da fonti rinnovabili e dell’andamento dei prezzi che, nell’insieme, rimangono superiori alla media UE.

Delle tre variabili considerate per stilare l’analisi, infatti, “solo la sicurezza ha segnato un andamento positivo (+5%) soprattutto grazie all’ampia disponibilità di materia prima sui mercati internazionali, mentre i prezzi e la decarbonizzazione registrano, rispettivamente, un -11% e un -8% andando a penalizzare l’indice” spiega Francesco Gracceva, il ricercatore dell’Enea che coordina lo studio.

Inoltre “nei primi sei mesi dell’anno le emissioni di CO2 non sono scese, a causa della decisa accelerazione nel II trimestre (+4%)” dato questo, aggiunge Gracceva, che sottolinea “la difficoltà di disaccoppiare consumi energetici ed economia, un fenomeno decisamente negativo che si verifica dal 2015 in poi“.

Un secondo elemento di preoccupazione sono i prezzi che, nonostante i forti ribassi dei mercati all’ingrosso, si attestano su valori superiori rispetto alla prima metà del 2018: in particolare, i prezzi del gas sono aumentati del 10% per i consumatori industriali e dell’8% per i domestici, a fronte di un incremento medio Ue del 5% mentre l’energia elettrica ha segnato un + 7%, sia per i consumatori industriali che per i domestici, contro un +4% della media Ue.

Analisi sulla transizione energetica in Italia nei primi 6 mesi del 2019

A livello di scenario, l’analisi evidenzia anche un calo dei consumi di energia dell’1% nei primi sei mesi del 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018 e una diminuzione complessiva della produzione da fonti rinnovabili (-2,5%) soprattutto a causa del crollo dell’idroelettrico (-17%).

Rispetto alle fonti fossili, la produzione risulta complessivamente invariata rispetto ai livelli di un anno fa: la diminuzione dell’utilizzo di carbone e petrolio è stata controbilanciata dall’aumento del gas (+4% nel semestre) per la maggiore richiesta sia per gli usi diretti (+11%, soprattutto nel settore del riscaldamento) che nella termoelettrica (+26%), sulla spinta della scarsa idraulicità e delle minori importazioni di elettricità (-19%).

I consumi di petrolio sono diminuiti del 2% anche se, a livello di trasporti, preoccupa la lentezza del rinnovo del parco veicolare (-3% di immatricolazioni nel I semestre 2019, come già riscontrato nel 2018 rispetto all’anno precedente) e l’aumento delle emissioni specifiche medie del nuovo immatricolato (+6% di gCO2/km nel I semestre 2019, legato alle caratteristiche dei modelli venduti) che portano a stimare per fine anno un peggioramento delle emissioni medie dell’intero parco auto.

Ancora in forte calo l’utilizzo del carbone (-14% rispetto alla prima metà dello scorso anno), principalmente per la riduzione nella produzione di energia elettrica: secondo i dati Enel, nella prima metà del 2019 la produzione del Gruppo si è ridotta di un terzo rispetto ai livelli dello stesso periodo di un anno fa.

Elettricità sempre più cara per il consumatore finale

L’analisi sulla transizione energetica in Italia mette in luce un punto critico legato alle tariffe dell’energia elettrica nel nostro Paese, in costante crescita dal 2009 solo per i privati, mentre per le aziende questo costo è diminuito.

Per il consumatore domestico tipo” conclude Gracceva dell’Enea “il prezzo dell’elettricità è costantemente aumentato nell’ultimo decennio, con un +23% nel I semestre 2019 rispetto al I semestre 2009; le imprese, invece, hanno iniziato a usufruire di una serie di cali e, da inizio del 2018, si stanno avvicinando alla media Ue, in particolare per quanto riguarda le industrie energivore, grazie agli sgravi introdotti dalla riforma degli oneri di sistema“.

Negli ultimi sei anni, inoltre, il forte calo dei prezzi del gas sul mercato europeo (-33%) si è tradotto in una diminuzione per le imprese (-4%), mentre le famiglie hanno subito un aumento del 9%, principalmente per effetto dell’incremento degli oneri di sistema e delle spese per il trasporto dell’energia e per la gestione del contatore.

Condividi: