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Consigli per la creazione di un menu ecosostenibile

pubblicato il: - ultima modifica: 5 Agosto 2020
menu ecosostenibili

Adattare la creazione gastronomica alle modificate esigenze dell’ambiente: anche l’arte del cibo deve tenere conto di cambiamenti climatici e tutela dell’ambiente andando incontro alla creazione di un menu ecosostenibile

Il cibo – basta contare il numero di trasmissioni televisive che si occupano dell’argomento – è sempre più al centro dell’attenzione di pubblico e aziende.

Non soltanto però per i temi più propriamente tecnici e sensoriali: infatti, oltre ai temi del gusto, della salute e della tradizione, un argomento sempre più associato al cibo è quello dei cambiamenti climatici e della sostenibilità ambientale dell’alimentazione.

Capirne il perché è semplice, lo dicono i dati (fonte Greenpeace): il sistema alimentare è responsabile di circa un quarto delle emissioni di gas serra, generate, in particolare, alle diete alimentari diffuse nei paesi ricchi, in cui è presente un elevato consumo di prodotti di origine animale e cibi raffinati.

Pochi sanno, per esempio, il Sudafrica è il Paese africano con la più alta percentuale di consumo di carne pro-capite all’anno. Conseguenza di questa abitudine alimentare nel Paese sono cresciuti gli allevamenti intensivi che hanno abbandonato le razze autoctone.

Qui Caroline McCann – responsabile dell’associazione – e i cuochi dell’Alleanza Slow Food locale hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione che invita i consumatori a mangiare meno carne ma anche a sceglierla meglio.

Obiettivo che si pone anche in Italia la campagna di Slow Food Meat the Change, realizzata con il contributo del Ministero italiano dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, che aiuta a comprendere l’impatto del consumo di carne e degli allevamenti intensivi sulla crisi climatica, partendo da un simpatico quiz che fa riflettere sulle nostre abitudini quotidiane.

Mangiare, bene, con un menu ecosostenibile

Insomma, le scelte alimentari che compiamo possono avere degli effetti impensati e, spesso, molto poco sostenibili. La fettina di carne, comprata al supermercato, con molta probabilità proviene da un allevamento intensivo che ha utilizzato mangime contenente soia coltivata su un terreno deforestato dall’altro lato del mondo.

Un bicchiere di latte o una braciola raccontano quanto gas serra o quanto inquinamento atmosferico sono legati alla loro produzione.

Non tutti sanno che, per esempio, gli allevamenti intensivi sono la seconda causa di formazione di polveri sottili in Italia, più del trasporto leggero e dell’industria, e che il settore zootecnico contribuisce alla produzione di gas climalteranti quanto l’intero settore dei trasporti.

Per aumentare la nostra sensibilità e la nostra percezione verso questi problemi – che toccano tutti quanti e non richiedono di rinunciare al cibo che ci piace ma, semplicemente, di sceglierlo meglio – Greenpeace ha deciso di creare un menu ecosostenibile in cui offre dieci consigli semplici e concreti per una spesa amica del clima e del Pianeta.

menu ecosostenibili - i consigli di greenpeace

Dieci consigli per rispettare l’ambiente senza rinunciare alla tradizione culinaria del nostro Paese, culla della dieta mediterranea che è stata riconosciuta dall’Unesco come bene protetto e inserito nella lista dei patrimoni orali e immateriali dell’Umanità nel 2010.

Aumentare verdure e proteine vegetali, ridurre prodotti di origine animale (ma quei pochi, buoni e genuini), contenere al minimo gli imballaggi e la strada percorsa dal nostro cibo. Scegliere sempre stagionale e locale, preferire sempre il biologico.

Un impegno quotidiano per combattere i cambiamenti climatici, ma anche per mandare un messaggio all’intero sistema agroalimentare, nel quale pochi grandi attori fanno profitti sempre più grandi, mentre le piccole aziende spariscono.

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