Home Smart City A conti fatti… la transizione alla mobilità elettrica fa bene a tutti

A conti fatti… la transizione alla mobilità elettrica fa bene a tutti

pubblicato il: - ultima modifica: 16 Dicembre 2019
Transizione alla mobilità elettrica

Se ben guardiamo, la transizione alla mobilità elettrica porterebbe benefici a tutti: alle casse dello Stato, all’efficienza del sistema sanitario ma, soprattutto, alla salute dei cittadini

Dalle pagine del Sole 24 Ore l’Aci – Automobile Club Italiano – lancia l’allarme: “Con la mobilità elettrica, a rischio 18 miliardi di accise“, che sono la cifra che lo Stato ha incassato dalle tasse sui carburanti nel 2018 e che scomparirebbero se tutto il parco auto diventasse elettrico.

E qui abbiamo trovato la prima imprecisione, perché anche sull’energia elettrica si pagano le accise: queste però gravano in misura molto minore e, soprattutto, di energia elettrica se ne spreca molto meno. A conti fatti perciò, mancherebbero ancora all’appello circa 14 miliardi di entrate.

Va tenuto invece conto del fatto che la mobilità tradizionale ha anche costi indiretti, soprattutto sulla salute dei cittadini.

Il recente rapporto della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e de Enea ha stimato in 91.000 all’anno le morti premature in Italia a causa dell’inquinamento; ovviamente il traffico veicolare non è l’unica causa di inquinamento ma la quota varia molto a secondo dell’agente inquinante che misuriamo: il traffico infatti provoca oltre un quarto del Pm10, ma più della metà del CO, del benzene e dei NOx, secondo Legambiente.

Quanto costano allora queste morti alla nostra economia?

Questo calcolo è oggetto di studi molto complicati, tra i quali abbiamo scelto quello dell’Oms – Organizzazione Mondiale della Sanità – e dell’Oecd – Organisation for Economic Co-operation and Development – che stima l’impatto economico di queste morti premature.

Per l’Italia questo valore nel 2010 (ultimo anno per il quale erano disponibili statistiche complete) è pari a circa 84 miliardi di euro.

Imputando al traffico un terzo di queste morti (siamo prudenti) ne deriva un danno attuale di circa 28 miliardi di euro e, siccome lo Stato preleva (come sappiamo, NdR) circa il 40% del Pil – prodotto interno lordo – come gettito fiscale, è ragionevole stimare in 11 miliardi di euro (28×40%) il mancato gettito.

Dobbiamo infine ricordare che queste morti premature sono l’esito finale di malattie talvolta lunghe, come enfisemi e tumori. Malattie che, oltre a essere penose per i pazienti e le loro famiglie, sono molto costose per il Sistema Sanitario Nazionale.

Si stima che solo di medicine, un paziente oncologico costi allo Stato circa 100.000 euro l’anno, che moltiplicati per i 30.000 pazienti da attribuire all’inquinamento da traffico, porterebbero a stimare (sicuramente per difetto) il costo sanitario in altri 3 miliardi.

Sono calcoli approssimativi, ma non sembra assurdo dire che – a conti fatti – il bilancio fiscale della transizione alla mobilità elettrica potrebbe essere in pari, se non addirittura avvantaggiare lo Stato. Tutto ciò, naturalmente, fingendo che dei 30.000 morti l’anno a nessuno importi nulla…

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