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Decarbonizzare l’edilizia è possibile? La canapa apre nuovi scenari

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Decarbonizzare l’edilizia? Sembra un obiettivo interessante, visto e considerato che il settore edile è responsabile di quasi il 40% delle emissioni di CO2 in Europa (fonte: World Green Building Council).

Si stima infatti che il 28% delle emissioni siano dovute alla regolazione della temperatura delle abitazioni, mentre l’11% siano le emissioni legate alla produzione di materiali edili.

Ma la decarbonizzazione di questo settore non sembra neanche impossibile, dato che nascono tecniche sempre più versatili, innovative e, soprattutto, a costi sempre minori.

Il tutto grazie alla bioedilizia e ai materiali di origine naturale che utilizza, che trovano applicazione sia nella costruzione di edifici, sia nel loro efficientamento.

Al convegno sulla canapa industriale organizzato a Milano da Canapa Expo si è parlato della linea Tecnocanapa di Senini.

La linea comprende un gran numero di prodotti, interamente basati su calce aerea e canapulo (la parte legnosa del fusto della canapa): malte, intonaci, mattoni, finiture… quanto basta per sostituire gran parte dei prodotti edili di origine estrattiva o petrolchimica, insomma.

La canapa attualmente utilizzata proviene dalla Francia, ma con l’irrobustirsi del mercato italiano si punta ad acquistare materiale direttamente dal Belpaese.

In generale i prodotti a base di canapulo non sono un mero sostituto di laterizi, malte e intonaci contenenti prodotti di sintesi: sono prodotti di elevatissima qualità, capaci di sostituire più materiali in un colpo solo grazie alla particolare microstruttura del canapulo che, misto alla calce, origina un materiale traspirante, isolante, ignifugo e resistente.

Un muro di mattoni a base di canapa e calce” spiega Paolo Ronchetti, direttore commerciale e marketing per la linea Tecnocanapaè in grado di sostituire lo strato portante e i diversi strati isolanti (tipicamente di origine sintetica, ndr)“.

Oltre ai mattoni è stato brevettato anche un nuovo metodo che permette di miscelare direttamente in cantiere canapulo e calce, per creare strati di 40 centimetri di composto, da usare come muro per i nuovi edifici. Con i sistemi a base di calce e canapa si possono costruire pareti, soffitti, sottotetti, divisori e ogni altro tipo di muro.

E il costo? Fare da zero una casa con i prodotti Tecnocanapa di Senini, a parità di efficienza energetica, è costoso quanto un edificio classico assicurano gli intervistati.

Con la differenza che questa tecnologia, tanto innovativa quanto naturale, permette un’ottima regolazione automatica dell’umidità, garantisce isolamento acustico e termico (sia in estate che in inverno, a differenza del più utilizzato polistirolo che isola solo dal freddo), migliora sensibilmente la classe energetica degli edifici che ne fanno uso e soprattutto, a fine vita, può essere smaltito senza alcun problema per l’ambiente.

Non solo canapulo e calce non comportano un problema nella fase di smaltimento, ma rappresentano un materiale positivo anche in fase di utilizzo, poiché un edificio costruito con questi materiali è carbon negative: la crescita della canapa comporta, infatti, un consumo di CO2 maggiore di quanta ne venga prodotta nelle fasi di lavorazione, così da rendere il bilancio complessivo negativo (abbattendo quindi quell’11% di emissioni causate dalla fabbricazione di materiali edili).

Ciliegina sulla torta, si tratta di materiali dall’elevato valore estetico: “Con o senza finitura materica” conclude Ronchettiabbiamo utilizzato i nostri prodotti sia per riqualificare edifici agricoli, sia per lavori effettuati in un grande monastero lombardo“.

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