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I sistemi di accumulo di energia sono come i picconi del Klondike?

pubblicato il: - ultima modifica: 8 Agosto 2020
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Foto di anncapictures da Pixabay

Un accostamento originale – quello tra sistemi di accumulo di energia e i picconi usati nella corsa all’oro – per spiegare e far capire la convenienza domestica dell’investimento

Nei saggi storici sulla corsa all’oro nel Klondike alla fine dell’800, è quasi un luogo comune la constatazione che chi si arricchì veramente furono i mercanti di picconi a Seattle e Vancouver, grazie agli acquisti degli oltre 100.000 cercatori molti dei quali di oro ne trovarono ben poco e quel poco lo lasciarono – in anticipo – nelle tasche dei mercanti.

Qualcuno a questo punto si starà domandando cosa c’entri la corsa all’oro con la sostenibilità, eppure un nesso c’è soprattutto quando si parla di soluzioni che integrano sistemi di ricarica per veicoli elettrici con sistemi di accumulo di energia.

Il sistema di accumulo di energia è l’anello mancante che permette di saldare la produzione di energia rinnovabile non idroelettrica – per sua natura variabile – con i consumi, caratterizzati da una variabilità molto diversa: in soldoni, non si produce quando si consuma.

Ma conviene veramente? Per rispondere a questa domanda, abbiamo sviluppato un caso di studio immaginario, ma basato su numeri molto verosimili, quello dalla famiglia Rossi residente in Italia Settentrionale che consuma circa 3.500 kWh di energia elettrica all’anno e possiede un impianto fotovoltaico di buona qualità da 3 kWp.

Scaricando da questo link il foglio elettronico che abbiamo usato, ciascuno può modificarlo con i propri dati per fare la propria simulazione.

Il bilancio economico della famiglia Rossi

Se la famiglia Rossi gestisce queste materie con attenzione, ha stipulato un contratto di fornitura in virtù del quale l’energia elettrica costa (comprensiva di accise e tasse) circa 0,22 euro/kWh, mentre il loro impianto fotovoltaico produce circa 3*1.100=3.300 kWh/anno.

Di questi, circa un terzo viene autoconsumato direttamente, mentre l’eccedenza viene venduta alla rete in forza del contratto di Scambio sul Posto, che applica una tariffa di circa 0,12 euro/kWh.

Dalla tabella che segue desumiamo che la spesa totale annuale per energia elettrica dei Rossi è pari a poco meno di 260 euro.

tabella 1 - convenienza sistemi di accumulo

I Rossi stanno oggi valutando l’installazione di un sistema di accumulo, il cui effetto è quello di aumentare l’autoconsumo.

L’esperienza dimostra che – a meno di sovradimensionare il sistema di accumulo stesso – raramente si riesce a portare l’autoconsumo oltre i 2/3 del totale generato. La nuova spesa energetica prevista per i Rossi sarebbe dunque pari a 143 euro, con un risparmio complessivo di circa 115 euro l’anno.

La regola di esperienza dei progettisti dice che la capacità dei sistemi di accumulo di energia dovrebbe essere pari alla potenza dell’impianto fotovoltaico; i Rossi dovrebbero perciò installare un sistema di accumulo da 3 kWh che, chiavi in mano, potrebbe costar loro circa 4.500 euro, di cui il 50% può venir portato in detrazione in 10 anni, per un investimento netto di circa 2.250 euro.

Chi gli vende il sistema di accumulo si intasca oggi perciò non solo il 50% incentivato con soldi dello Stato (cioè nostri) ma anche il risparmio promesso ai Rossi per i prossimi 18 anni, un periodo di tempo sicuramente superiore alla garanzia offerta sul prodotto.

Capito ora che c’entravano i picconi?

Sistemi di accumulo di energia: il bilancio emissivo

Dal punto di vista emissivo invece le cose vanno meglio: all’attuale tasso carbonico della rete italiana (circa 330 g/kWh) infatti, il minore acquisto di energia elettrica comporterebbe un risparmio di emissioni pari a circa 380 kgCO2/anno.

Purtroppo le batterie al litio nascono con un debito emissivo dovuto alla loro manifattura piuttosto rilevante, il cui calcolo è stato oggetto di innumerevoli studi. Chi lo desidera li trova compendiati in questo studio dell’Icct, dove trovate una tabella riassuntiva con le stime scientifiche più accreditate che variano tra 56 e 494 kgCO2eq per ciascun kWh.

Assumendo un valore medio di circa 120 kg/kWh, il sistema di accumulo dei Rossi erediterebbe un debito emissivo di circa 360kgCO2eq e basterebbe il risparmio di emissioni di un solo anno per recuperare il maggior costo di inquinanti provocato dalla produzione del sistema di accumulo.

Naturalmente, non intendiamo certo dire che quelle economiche siano le uniche motivazioni da prendere in considerazioni, ma ci è capitato di vedere comunicazioni pubblicitarie che mettevano questo aspetto in primissimo piano. I sistemi di accumulo di energia possono effettivamente dare buoni benefici ambientali, ma attenzione a non… comprare picconi.

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