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Un servizio online per risolvere controversie commerciali tramite l’arbitrato

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foto di Matthias Zomer (Pexels)

L’arbitrato è uno strumento con cui risolvere liti civili e commerciali, in ambito domestico e internazionale, senza ricorrere alla via giudiziaria ordinaria

La globalizzazione del commercio e l’esplosione dell’e-commerce ha introdotto la necessità di poter usufruire di servizi di arbitrato a distanza, per acquisti effettuati attraverso il web e che, quindi, hanno disintermediato il rapporto tra acquirente e venditore.

Ma se l’e-commerce ci permette di effettuare i nostri acquisti trovando l’offerta migliore e più conveniente, l’acquisto telematico alimenta anche una vasta casistica di reclami, liti o incompresi che necessitano di strumenti adeguati per risolverli velocemente, possibilmente senza dover ricorrere alle vie giudiziarie, più complesse e certamente più lente.

Litigi certamente non infrequenti: negli ultimi tre anni, infatti, nell’Unione Europea sono stati presentati oltre 130mila reclami da parte di consumatori europei verso commercianti europei. Nel 56% dei casi le dispute avvengono all’interno di uno stesso Paese e nel 44% dei casi tra parti di paesi diversi.

I motivi sono i più disparati: si entra in contenzioso con compagnie aeree (13,54%), per acquisti di abbigliamento e calzature (10,84%), prodotti tecnologici e di comunicazione (6,73%), prodotti elettronici (4,6%), per la prenotazione in hotel e strutture ricettive (3,67%), arredamento (3,63%), articoli per il tempo libero (3,26%), ricambi e accessori per veicoli e altri mezzi di trasporto personale (2,65%), servizi di telefonia mobile (2,49%), grandi elettrodomestici – compresi aspirapolvere e microonde – (2,24%).

L’Italia non è particolarmente litigiosa: dal 2016 a oggi sono stati avviati 8.835 reclami da parte di consumatori italiani, di cui il 50% (4.753) nei confronti di commercianti italiani, la restante parte verso commercianti di altri paesi europei – Germania (904 reclami), Regno Unito (580 reclami) e Ungheria (568 reclami).

In Europa i consumatori più agguerriti sono in Germania che conta 28.887 reclami attivati, seguita dal Regno Unito con 25.312 reclami e dalla Francia con 15.692 reclami. I commercianti più contestati sono in Germania, Paese a cui è pervenuto il maggior numero di reclami dell’Unione europea (31.959), seguita da Regno Unito (26.747) e Spagna (11.512).

Un numero notevole di controversie che richiedono un arbitrato internazionale per le quali – afferma un’indagine della Queen Mary University di Londra, condotta su un campione di oltre 1.000 tra professionisti, arbitri e legali d’impresa – emerge l’esigenza di ricorrere alle nuove tecnologie con verbalizzazioni in tempo reale, archivio dati e verbali sul cloud, con un uso dell’intelligenza artificiale per le analisi dati e la revisione documenti.

Arbitrato internazionale: in Italia lo si può fare online

L’esigenza emersa nella ricerca inglese trova per una volta in prima fila l’Italia: infatti, già dal 2001, nel nostro Paese è attivo RisolviOnline, servizio nato da una prassi americana e oggi uno dei soggetti attivi della piattaforma della Commissione Europea ODR online dispute resolution (piattaforma operativa dal 2016 per risolvere le controversie negli scambi tra imprese e consumatori dei paesi dell’Ue.

RisolviOnLine permette di risolvere le controversie in tempi brevi (circa 2 mesi) e con costi ridotti (a partire da 30 euro); dal 2002 lo strumento della Camera Arbitrale di Milano, azienda interamente partecipata dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, ha gestito 980 domande – sia B2B che B2C – raggiungendo un accordo in quasi il 70% dei casi di arbitrato avviati.

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