Per contrastare il calo delle immatricolazioni auto, scese lo scorso mese di quasi il 9%, il Governo pensa a nuovi incentivi alla rottamazione; il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, in un’intervista a Il Sole 24 Ore apre anche alle auto non elettriche e le associazioni ambientaliste e di categoria (come MotusE) intervengono
Tutto nasce da una dichiarazione del ministro Patuanelli a Il Sole 24 Ore in cui, riferendosi alle misure per contrastare un calo delle immatricoli dell’8,8% a febbraio, ha affermato che “bisogna pensare a degli strumenti di rottamazione anche per l’acquisto di auto non elettriche“.
Un passo indietro per le associazioni ambientaliste – Cittadini per l’Aria, Transport & Environment, Legambiente, Kyoto Club, Wwf Italia e Greenpeace Italia – che, immediatamente, hanno criticato l’apertura all’acquisto di veicoli inquinanti e hanno chiesto al ministro di ripensarci.
Un confronto aspro ma costruttivo, dato che le stesse associazioni hanno chiesto di partecipare al fianco degli altri stakeholder al tavolo sul futuro dell’automotive in corso al Mise; richiesta rimasta, per il momento, senza risposta.
Ecco quanto scrivono le associazioni.
Incentivi alla rottamazione per auto non elettriche, l’appello delle associazioni
Introdurre nel 2020 una nuova rottamazione auto fossili nel 2020 farebbe dell’Italia l’unico paese in Europa a destinare incentivi diretti per l’acquisto di auto tradizionali inquinanti, con il rischio di tagliare il paese fuori dalla rivoluzione elettrica europea della mobilità.
Una misura che andrebbe in senso opposto rispetto al raggiungimento di un trasporto a zero emissioni, necessario per ottemperare agli impegni internazionali assunti sul clima che questo governo ha messo – con il Green Deal – al centro della propria agenda politica e che necessita per essere attuato di misure coerenti e lungimiranti.
Il Bonus-Malus varato a gennaio 2019 dal passato governo, che basa gli incentivi sulle classi emissive, si sta rivelando uno strumento efficace nell’orientare le scelte dei consumatori verso soluzioni a zero e basse emissioni.
Il mercato elettrico italiano è in crescita e, il bonus-malus andrebbe valorizzato, non indebolito, sulla scia dell’esempio francese, con tasse più severe per le auto inquinanti. La Francia non a caso, presenta oggi i più bassi valori emissivi in Europa per il nuovo immatricolato (96 gr CO2/km a gennaio).
In questo momento storico, con la crescente sensibilità dei cittadini verso una mobilità più pulita e sostenibile, è fondamentale allineare politiche industriali e ambientali a beneficio di tutti. Politiche industriali obsolete e conservative invece comporterebbero il grosso rischio per il nostro Paese di perdere il treno della mobilità elettrica, con gravi ripercussioni sul sistema ambientale sociale, produttivo ed economico.
L’appello si conclude con la richiesta al Governo di misure all’avanguardia per il settore dei trasporti, come la definizione di una data di fine vendita per le auto endotermiche, già annunciate da Francia, Inghilterra e Spagna, per permettere all’industria di fare investimenti certi, alle amministrazioni di dispiegare la necessaria quantità di infrastrutture di ricarica sul territorio e ai consumatori di fare scelte consapevoli.
Un’azione forte e coerente, quindi, per favorire le nuove forme di mobilità dolce, zone a zero e basse emissioni, l’uso del trasporto pubblico in sostituzione dell’auto privata e l’approvazione dei decreti attuativi relativi al Bonus Mobilità del Ministro Sergio Costa, per la rottamazione senza acquisto del nuovo, limitando l’incentivo per il rinnovo del mezzo privato all’auto elettrica.