Situazione Coronavirus nel Nord Italia: il Governo ha emanato questa notte un decreto che prevede misure straordinarie di contenimento per la Lombardia e alcune altre province limitrofe.
Le modalità di pubblicazione di questo decreto – con una bozza circolate qualche ora prima del documento definitivo – ha creato confusione e ansia nei cittadini.
Alcune di queste disposizioni vanno ancora approfondite – per esempio le modalità di spostamento all’interno dei comuni stessi (qui il decreto di Regione Lombardia).
In questo momento è tuttavia importante attenersi alle cause che hanno portato a questa decisione e comprenderle bene.
Per questo motivo, Anbi – associazione nazionale dei biotecnologi – è intervenuta con un approfondimento che evidenzia le motivazioni che hanno portato il Governo a emanare il decreto e, soprattutto, ricorda le buone pratiche da seguire in questa situazione che sono valide per tutti i cittadini, sia quelli presenti nelle aree interessate dal provvedimento sia quelli che, per il momento, non ne sono interessati.
Situazione Coronavirus nel Nord Italia: la precisazione di Anbi
La pericolosità di un virus è determinata soprattutto dalla capacità del sistema sanitario di gestire i casi gravi che esso genera.
In presenza di un nuovo agente, come in questo caso il Sars-CoV-2, il rischio che il sistema sia impreparato è più elevato perché si conosce molto poco del virus e della malattia che genera (Covid-19).
Per questo è prioritario fare tutto il possibile per ridurre il contagio, per rallentare la diffusione del virus ed evitare l’invasione degli ospedali con casi che sono ancora impreparati a gestire, in particolare se tutti concentrati.
Come? Seguendo le indicazioni che vengono date dal Dipartimento Protezione Civile e dal Ministero della Salute.
Anbi ha spiegato in dettaglio la cosa qui.
Nel caso del Coronavirus, i dati che la Protezione Civile sta raccogliendo indicano che il principale problema della Covid-19 sta nel fatto che, in circa il 9% dei casi, è necessario il ricorso alla terapia intensiva per gravi problemi respiratori (Ards) che richiedono ventilazione meccanica.
I posti in terapia intensiva non sono posti letto normali. Sono pochi e crearne di nuovi non è sempre facile, in particolare il numero di macchine per la ventilazione meccanica è limitato e averne di nuove richiede tempo.
Le terapie intensive inoltre sono già largamente occupate da altri malati che ne hanno necessità, per esempio, per esigenze post-operatorie, o perché con quadri clinici critici (cardiopatici, oncologici, immunodepressi).
I posti disponibili quindi per l’emergenza sono limitati. Anbi ha spiegato in dettaglio la cosa qui.
I dati ci dicono poi che i soggetti più a rischio sono anziani e/o con altre patologie. Esiste comunque un certo numero di pazienti (circa 1/3) che si presenta come particolarmente sensibile al virus pur non rientrando formalmente tra le categorie a rischio.
Per questo è fondamentale prestare particolare attenzione se si rientra nelle categorie a rischio, mentre, se non si rientra in esse, è comunque importante evitare il più possibile di essere veicolo di infezione per queste categorie.
La chiusura delle scuole serve proprio a minimizzare il rischio che i bambini, cui la Covid-19 pare non generare particolari problemi, diventino vettore di infezione per categorie deboli cui spesso vengono affidati al di fuori delle ore scolastiche o con cui comunque entrano in contatto.
Il punto in cui ci troviamo è critico. In molte aree del nord Italia l’onda d’urto per le terapie intensive è stata molto forte e rischiano di non farcela. Il che significa che i medici non saranno più in grado di seguire tutti e dovranno cominciare a scegliere chi curare e chi no.
Proprio per aiutarli in questo difficile compito sono uscite nei giorni scorsi le linee guida della Siaarti – società italiana di anestesia analgesia rianimazione e terapia intensiva – qualora dovessero trovarsi in questa eventualità.
In diversi casi, sono già, da diversi giorni, stati rinviati gli interventi chirurgici non urgenti (per non occupare posti in terapia intensiva per il decorso post-operatorio) e ci si sta adoperando per trasferire in ospedali fuori dall’area critica i pazienti in terapia intensiva negativi al test per il Coronavirus.
Anbi ha spiegato in dettaglio la cosa qui.
Per questo è indispensabile smettere di minimizzare quanto sta succedendo bollando la Covid-19 come una banale influenza (quando avremo un vaccino e dei farmaci specifici forse lo diventerà, ma ora non abbiamo né uno né l’altro).
Allo stesso tempo è necessario evitare di avere comportamenti irrazionali (ammassarsi sulle funivie, creare scuole alternative, riempire i locali da un lato, saccheggiare i supermercati, fuggire in treno, mentire ai sanitari dall’altro) e soprattutto condividere notizie non verificate (siano essi messaggi whatsapp, decreti non firmati, rimedi improbabili contro il virus – dall’acqua calda al ghiaccio, dalla propoli alla cipolla.
No, nessuno di questi né degli altri rimedi che girano vi risparmierà dal contagio, solo il rispetto delle norme diramate dal Ministero della Salute).