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Efficienza energetica per i datacenter, un’esigenza fondamentale

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Il mondo sta cambiando, la trasformazione digitale della nostra società è in atto e, causa anche eventi estremi – leggi coronavirus – tutto passerà per il cloud, con un aumento esponenziale dei dati e delle strutture per gestirli, i datacenter

Non c’è settore produttivo che non stia utilizzando pedantemente la tecnologia: IoT, cloud, team collaboration, edge computing… i nomi utilizzati sono tanti ma l’esigenza è la stessa. gestire quantità sempre più importanti di dati, in tempi sempre più ristretti, senza tempi di latenza, senza buchi operativi perché tutto deve essere always on.

Ma anche sostenibile.

E se la digital transformation da un lato fa bene all’ambiente – un recente studio PwC mostra che utilizzando sistemi di intelligenza artificiale in settori come agricoltura, trasporti, energia e gestione idrica si potrebbero ridurre del 4% delle emissioni di gas serra a livello mondiale entro il 2030 – dall’altro richiede tanta energia per funzionare.

Nei datacenter se ne usa molta: per alimentare tutti i dispositivi tecnologici, per gestire la domotica degli edifici, per prevedere possibili cali energetici ed essere sempre pronti a utilizzare gruppi elettrogeni autonomi.

Sfruttare la tecnologia per migliorare la sostenibilità sta diventando sempre più una priorità per le aziende in tutti i settori, a maggior ragione, quindi, per chi opera nello specifico settore dei datacenter.

Qualunque azienda utilizzi datacenter sa che è essenziale adottare misure adeguate per ridurre l’impatto ambientale della propria struttura, perché favorire l’efficienza energetica ha impatti positivi sull’ambiente ma anche sui clienti che usano le strutture tecnologiche.

Ma come ci si sta muovendo per rispondere a questa sfida? Lo abbiamo chiesto a Hiren Parekh, VP – Northern Europe, di OVHcloud, azienda che gestisce 30 datacenter in tutto il mondo, con circa 380.000 server fisici attivi.

Smart working e collaborazione, il cloud è fondamentale, ma deve essere più green e responsabile.

Ridurre la quantità di elettricità necessaria per far funzionare un datacenter è un passo importante per migliorare la sostenibilità.

La Storage Networking Industry Association (Snia) ha recentemente evidenziato come il 5% del consumo totale di energia globale sia prodotto da apparecchiature elettroniche e questo dato tenderà a crescere fino almeno al 40% entro il 2030, a meno che le aziende non compiano importanti progressi nella riduzione del consumo di elettricità.

Il raffreddamento dei datacenter rappresenta delle principali voci di costo nella bolletta energetica, e aumenta insieme alla domanda di capacità degli stessi datacenter. Lo sviluppo di sistemi interni di raffreddamento ad acqua è un modo per risolvere questo problema.

Per esempio, i server che utilizzano un elemento idrico per raffreddarsi, in luogo dell’elettricità, riducono il consumo di energia e ottimizzano i flussi d’aria.

Questo perché i sistemi di raffreddamento ad acqua sono costruiti all’interno dei rack con scambiatori di calore integrati e unità di distribuzione dell’alimentazione: gli utenti necessitano, così, solamente di un 10% scarso di energia in aggiunta a quella del server. Un tipico datacenter, al contrario, ne consuma tra il 40 e il 100% in più.

I fornitori di servizi di migrazione a tecnologie cloud consentono alle aziende non solo di ridurre i costi delle operazioni e sviluppare nuove funzionalità, ma anche di limitare l’impatto ambientale rispetto alle strutture legacy, generalmente meno efficienti.

Concentrare le proprie necessità di cloud computing su grandi fornitori di servizi cloud hyperscale diventa parte della risposta per controllare il rischio sopra menzionato.

Ciò che si osserva, inoltre, è il progressivo spostamento delle aziende verso l’utilizzo di energia idroelettrica, eolica e solare come parte del loro approvvigionamento energetico.

Quando individuano potenziali siti di insediamento, i fornitori di servizi cloud si concentrano su aree di approvvigionamento energetico a basse emissioni di carbonio, come gli impianti idroelettrici nella regione del Quebec.

In alternativa, i provider cloud possono stipulare accordi con fornitori di energia per garantire che essa provenga da fonti rinnovabili.

Una crescita dei dati esponenziale… come si evolverà lo scenario da un punto di vista della sostenibilità?

Il traffico globale di dati nei datacenter cloud era di 6 zettabyte (ZB) nel 2016 e si prevede che raggiungerà 19,5 ZB all’anno entro il 2021.

Tenendo presente ciò, gli operatori del settore dovranno continuamente investire risorse per mantenere e migliorare la propria efficienza: la buona notizia è che c’è un modo più sostenibile per farlo.

Per esempio, attraverso un modello industriale completamente integrato, i provider sono in grado di costruire sistemi che sono più efficienti dal punto di vista energetico, puntando sempre a una crescente ottimizzazione dell’uso delle risorse di datacenter e server presso i propri clienti.

Ciò può essere realizzato attraverso la virtualizzazione, il riutilizzo o il riciclo dei server e un maggiore ricorso all’energia pulita.

Inoltre, team di ricerca dedicati possono lavorare al fianco della produzione per garantire la funzionalità dei prodotti e valutarne i requisiti di sicurezza prima che vengano realizzati.

L’innovazione che si concretizza nel migliorare l’efficienza con meno risorse si traduce in ultima analisi in un rinnovamento continuo, attraverso uno sviluppo agile e la creazione di soluzioni sostenibili. Quindi fornendo i migliori servizi per i clienti.

Per arrivare a un futuro digitale e sostenibile…

Quando si tratta di gestire e allestire un datacenter, è chiaro che la sostenibilità deve essere al primo posto. Coloro che si adoperano, oggi, per un consumo di energia alternativa saranno avvantaggiati, in futuro, nel far crescere il loro business in modo sostenibile.

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