Una startup genovese, la Artys, usa i segnali delle antenne paraboliche per valutare le precipitazioni. E Terna l’ingaggia
Oltre a prendere meglio i segnali televisivi, le antenne paraboliche si stanno rendendo utili per valutare anche le previsioni del tempo. O meglio: possono dare una mano a valutare le precipitazioni.
L’idea è venuta a una startup di Genova: Artys (Smart Rainfall System), spin-off dell’Università del capoluogo ligure.
Gli ingredienti base di questa soluzione a supporto alle decisioni (Dss) sono le nuove tecniche di smart city agganciate alla tecnologia IoT.
Obiettivo: mettere a punto un sistema di previsione a breve termine del rischio di allagamento per supportare le situazioni di emergenza. Non a caso, il progetto nasce subito dopo gli eventi catastrofici del Rio Fereggiano di Genova.
Ma come avviene la raccolta dati e l’analisi? Le precipitazioni atmosferiche sono in grado di attenuare le onde elettromagnetiche e quindi il segnale tv satellitare ricevuto dalle antenne.
Tramite l’impiego di una rete di sensori è possibile analizzare in continuo questo segnale e integrarlo, nelle elaborazioni finali, con le misure fornite da sensori tradizionali già presenti come i pluviometri, idrometri, anemometri, telecamere è sistemi infrarosso.
“L’obiettivo – spiega Alessandro Delucchi, amministratore delegato di Artys – è supportare enti pubblici e privati nella protezione delle persone, dei beni e delle proprietà. La pubblica amministrazione è il principale soggetto destinatario del nostro sistema che, in presenza di eventi di precipitazione particolarmente intensi, aumenta la sicurezza delle persone e la resilienza dei territori.
Ma la nostra tecnologia può essere impiegata anche dai gestori di reti autostradali per avvisare i loro utenti, oppure dalle compagnie assicurative per offrire un servizio innovativo ai clienti aiutandoli a limitare i danni ai beni e alle proprietà in situazioni a rischio di allagamento“.
Interessante è l’idea che tutti i cittadini possono avere nella gestione delle emergenze idrogeologiche e in generale nel fronteggiare i problemi ambientali: “Il tema del cambiamento climatico è oggi molto sentito e il numero di cittadini disposti a contribuire con comportamenti virtuosi è in aumento: partecipando alla costruzione di una più densa rete di sensori Srs, offrendo spazio e connettività per installare antenne paraboliche o sfruttando quelle esistenti, contribuirebbero all’aumento della resilienza della loro città accelerandone così la trasformazione in una città più sicura e smart, ovvero in una smart city.
Saremmo felici di poter contare sulla partecipazione attiva dei cittadini perché potrebbe rivelarsi un potente strumento di accelerazione del processo di cambiamento verso la realizzazione della smart city“.
Il team della startup è composta da ingegneri, racconta Delucchi, che però ha intenzione di “sviluppare la nostra presenza commerciale nel mercato europeo col prodotto che abbiamo messo a punto con importanti sperimentazioni in Italia. Questo obiettivo si rifletterà nel team, che ci aspettiamo cresca progressivamente nel corso degli anni“.
Nel 2017 il progetto è stato selezionato dal bando IoT IoD ed è stata avviata una collaborazione con Città di Torino. Ne è nata una sperimentazione pilota che è stato un banco di prova per l’impiego di strumenti così avanzati nel supporto alle decisioni nelle fasi dell’emergenza e in quelle immediatamente precedenti.
La fase pilota ha fornito ad Artys anche un prezioso momento di incontro con gli stakeholder e di co-progettazione.
“Abbiamo avuto modo di osservare alcuni esempi di precipitazione intensa e molto localizzata. Questo ci ha dato la possibilità di verificare l’efficacia della nostra soluzione. Fortunatamente gli eventi sono stati limitati nel tempo e non vi è stata necessità di segnalare situazioni di pericolo“.
Intanto, però la startup sta seguendo un nuovo percorso di incubazione avendo passato la selezione di Next Energy, il programma di engage di Terna gestito da Cariplo Factory.
(ha collaborato Simona Pascariello)