Tocca a tutti noi adottare nuove metodologie per una ripresa che sia all’insegna della sostenibilità sanitaria, climatica e tecnologica. Settore, quest’ultimo, che sta a cuore ad Agostino Santoni, ad di Cisco italia
Rimbocchiamoci le maniche per superare questo terribile momento: cittadini, imprenditori politici anche. Famiglie e single di ogni età.
Questa pandemia ci ha insegnato che siamo tutti sulla stessa barca che sta galleggiando su un altro grande problema: quello della crisi climatica. Ma c’è una grande, bella opportunità: riprendere dopo il Covid-19 con una vita all’insegna della sostenibilità sanitaria, climatica e tecnologica.
Chi fa il sindaco può prendere spunto dall’appello che i colleghi del network C40 hanno appena lanciato: la ripresa dal Covid-19 “non dovrebbe tradursi in un ritorno alla vita di sempre, in quanto viviamo in un mondo che va incontro a un surriscaldamento di 3°C o più“.
Le città che compongono il network C40 hanno presentato una dichiarazione contenente i principi per plasmare la ripresa dalla crisi causata dal Covid-19. A quanto pare, i sindaci (c’è anche Beppe Sala di Milano nel network) intendono “sfruttare la ripresa dalla crisi provocata dal Covid-19 per costruire una società migliore, più sostenibile e più giusta“.
“In qualità di sindaci – si legge nel documento – ci impegniamo a sostenere gli abitanti delle nostre città e a proteggere la loro salute, basandoci sulle indicazioni degli esperti. Come membri del gruppo di città del network C40, stiamo condividendo ciò che abbiamo appreso nei mesi scorsi e le conoscenze che abbiamo acquisito nel rispondere ad altre crisi, a livello di salute pubblica, economia e ambiente“.
Gli imprenditori possono invece partire dal manifesto Uscire dalla pandemia con un nuovo Green Deal per l’Italia appena sottoscritto da 110 esponenti a guida delle aziende italiane.
“Servono misure per rendere le nostre società, i nostri sistemi sanitari e la nostra economia più resilienti nei confronti delle pandemie, ma anche per affrontare altre minacce per il nostro futuro: innanzitutto la grande crisi climatica, alimentata da un modello di economia lineare ad elevato consumo di energia fossile e spreco di risorse naturali“.
Bello vedere che tutti i 110 manager (va detto, per lo più legati ad aziende già molto indirizzate sulla strada della sostenibilità) sono d’accordo nel dire che il Recovery Plan europeo, che punta ad attivare consistenti finanziamenti comunitari, dovrebbe, nelle nuove e ben più gravi condizioni generate dalla pandemia, rifondare e rilanciare con un nuovo Green Deal l’ambizioso progetto europeo per un’economia avanzata, decarbonizzata e circolare.
Sostenibilità sanitaria, ambientale ma anche tecnologica
Agostino Santoni, amministratore delegato di Cisco Italia punta l’attenzione, invece, su come si debba procedere spediti su una prova riuscita in questo momento di crisi: la sfida della tecnologia.
“Il Paese ha dato atto di sapere adattarsi al meglio alle trasformazioni nel nostro modo di vivere e le esigenze della società nel suo complesso in modo solidale, responsabile e inclusivo“.
Il punto di vista di Cisco è quello di un’azienda che, in oltre 30 anni di storia, ha sviluppato e diffuso le tecnologie che hanno reso il nostro mondo così fittamente interconnesso, e ha dato vita a molte delle piattaforme che consentono alle aziende di innovare e alle persone di collaborare.
“Nel fare questo – commenta Santoni – ci siamo sempre assunti un ruolo di cittadinanza e responsabilità sociale nei confronti delle comunità in cui operiamo, dei nostri dipendenti e dell’ambiente. In questo periodo abbiamo svolto questo compito promuovendo l’uso delle nostre tecnologie di collaboration per realizzare didattica a distanza e per ricreare in un contesto di distanziamento sociale attività, opportunità, incontri; abbiamo dato sostegno in ambito sanitario per garantire connettività e comunicazione; a livello globale abbiamo reso disponibili tecnologie chiave e contribuiti economici“.
Un green tecnologico insomma…
Abbiamo visto sotto i nostri occhi questo Paese fare un salto tecnologico che avrebbe fatto in diversi anni, come testimoniano anche i dati sul traffico di Rete di cui disponiamo.
Mi auguro e ci auguriamo che tutto questo patrimonio nato nel momento dell’emergenza diventi qualcosa di presente nella vita di tutti, in tutte le aziende, con tutta la positività che può portare.
La diffusione dello smart working, per esempio, è un’ importante opportunità per l’ambiente, perché riduce l’impatto degli spostamenti, degli edifici in cui normalmente ci si ritrova tutti a lavorare e permette di organizzare in modi flessibili e più vari i tempi delle città e delle persone; ed è una opportunità per ognuno di noi, in quanto richiede di improntare il rapporto lavorativo su obiettivi, fiducia e su una cultura aziendale aperta che può solo favorire il benessere e la capacità di innovare.
Su quali leve punterete per la vostra ripresa?
Ci siamo concentrati e ci concentreremo su tutto ciò che può aiutare i nostri clienti, partner, le comunità e le persone a fare leva sulle tecnologie per affrontare una trasformazione che sarà sicuramente enorme, anche se non possiamo ancora vederne i limiti e non abbiamo un orizzonte temporale certo.
Il salto di cui parlavo relativo alla digitalizzazione, ritengo, aiuterà a far capire a molti che quanto sperimentato in emergenza può diventare parte integrante del business e può anche aiutarci a ottenere più resilienza e un business più sostenibile per le persone e per l’ambiente, priorità quest’ultima che non dobbiamo mai perdere di vista.
Inoltre, in questo periodo abbiamo rafforzato ancor di più il rapporto con i nostri partner convergendo verso l’obiettivo di dare risposte ai clienti e anche nelle iniziative di supporto alle comunità: questo è un altro aspetto importante che porteremo con noi.
Cosa consiglierete ai vostri clienti?
Di fare tesoro di ciò che hanno scoperto in questo momento di emergenza, che ha fatto vedere alle aziende i propri punti di debolezza ma anche, in molti casi, insospettati o sottovalutati punti di forza nella propria organizzazione, nei processi, nelle persone.
Consiglieremo di mantenere ben al centro del loro business le loro persone – e di sfruttare il più possibile le leve che la tecnologia offre per affrontare momenti di difficoltà, per ottenere risparmio, liberare e usare meglio le risorse disponibili.
In questo periodo, inoltre, è emersa l’importanza di fare rete. Questa espressione che si è usata tanto in passato ma che spesso è rimasta un po’ vuota di significato oggi è diventata molto chiara e concreta: in un momento di transizione così forte, chi già si pensa e agisce come parte di un ecosistema economico, sociale, territoriale ha una marcia in più.