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La spesa degli italiani è più green e sostenibile. E poi c’è l’handmade effect

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foto di PxHere

Diverse statistiche lo dimostrano: lo stato di lockdown ha influito sulle tendenze di consumo e di acquisto degli italiani, denotando un maggiore interesse per gli acquisti online, una spesa più sostenibile e una riscoperta per l’amore per l’artigianato

Un lockdown incisivo a 360°: non si parla solo di salute, ma anche delle nuove tendenze di consumo e acquisto degli italiani: dall’aumento degli acquisti online a una propensione per i prodotti green e l’artigianato, vediamo quali sono le statistiche che ne parlano.

La prima fase della pandemia ha portato milioni di italiani – volenti o nolenti – ad aumentare gli acquisti online: la comodità e la velocità delle piattaforme digitali hanno infatti convertito milioni di italiani.

Consorzio Netcomm – il digital hub Italiano per l’evoluzione delle imprese verso i consumatori digitali nel mondo – lo conferma: dall’inizio del 2020 a oggi sono 2 milioni i nuovi consumatori online in Italia (in tutto 29 milioni), di cui ben 1,3 milioni sarebbero da attribuire all’impatto dell’emergenza sanitaria del Covid-19.

Agli italiani piace fare una spesa sostenibile, online

Una nuova tendenza che gli esperti ritengono non sparirà. Supernova Hub, distretto di innovazione finalizzato alla creazione di un ecosistema per la promozione e la nascita di startup, stima infatti che nell’80% dei casi la tendenza ad acquistare online rimarrà anche una volta finita l’emergenza, semplicemente perché si è compresa la comodità che acquistare online comporta.

Il grande boom nei settori degli acquisti online si è verificato soprattutto per il settore dell’eGrocery: secondo l’Osservatorio eCommerce b2c del Politecnico di Milano, il volume degli acquisti online food e grocery è raddoppiato e il loro valore è persino triplicato.

Ricordiamo tutti il primo periodo di lockdown, con i supermercati online e offline sforniti dei beni alimentari che sono andati per la maggiore come farina, uova, zucchero, latte, burro, caffè, pasta, sughi e biscotti.

Un aumento degli acquisti quantitativo, che è però andato a braccetto con una consapevolezza sempre più crescente: a oggi molti italiani fanno delle scelte di acquisto e consumo qualitativamente migliori per sé e per l’ambiente.

Come evidenziato da Supermercato24 (comparatore di siti di acquisto), infatti, il 15% degli intervistati conferma di aggiungere al carrello solo cibi e brand che abbiano un basso impatto ambientale e alti standard green, mentre poco meno di due terzi (63%) dei rispondenti spiegano di apprezzare molto prodotti e aziende alimentari eco friendly, ma di non sceglierli sempre al momento della spesa, soprattutto a causa del prezzo.

Dal sondaggio è emersa una particolare attenzione nei confronti della stagionalità e la provenienza dei prodotti, del biologico e sulle modalità per evitare gli sprechi.

Per quanto riguarda la stagionalità, quasi un quarto (23%) degli italiani conferma di non acquistare mai prodotti fuori stagione, mentre il 62% afferma di preferire alimenti di stagione.

Inoltre, riguardo la provenienza dei prodotti in vendita, oltre un terzo (34%) dei rispondenti ha confermato di scegliere solo prodotti italiani, possibilmente della propria regione, mentre uno su due (52%) ha spiegato di dare priorità ai prodotti Made in Italy.

Considerando gli ordini totali registrati su Supermercato24 nell’ultimo anno, gli acquisti di prodotti biologici sono saliti alle stelle: la spesa per questi prodotti è infatti aumentata del 50% su base annua, con una predilezione soprattutto per frutta e verdura, in particolare banane, limoni e zucchine.

Spesa sostenibile e biologica: la top 10 delle province italiane
1. Pesaro e Urbino 6. Biella
2. Forlì-Cesena 7. Livorno
3. Rimini 8. Treviso
4. Como 9. Cremona
5.. Ravenna 10. Milano

Spesa sostenibile: si butta via meno di prima

Per quanto riguarda la lotta allo spreco alimentare, ben il 44% degli italiani conferma di fare una spesa attenta per evitare lo spreco di cibo, mentre il 52% afferma di essere il più accorto possibile, anche se ogni tanto non riesce nel suo intento e si trova costretto a buttare qualcosa.

Ciò su cui è necessario cambiare le proprie abitudini è però l’atteggiamento nei confronti del packaging: la percentuale di chi ammette di scegliere solo prodotti con imballaggi ridotti, facilmente riciclabili o realizzati con materiali riciclati, è ancora ridotta (14%).

Incoraggiante, invece, il numero di chi afferma di dare la precedenza a prodotti accompagnati da imballaggi sostenibili, anche se non sempre li sceglie (45%).

Rimane però consistente anche la fetta di chi confessa di non prestare attenzione al packaging durante la spesa (34%).

Molte piccole e medie imprese sia per la chiusura forzata implicata dal lockdown che da questo aumento nelle abitudini di acquisto online hanno subito importanti perdite economiche.

Sempre secondo Supernova Hub una ripartenza sarà possibile soltanto seguendo la scia della rivoluzione digitale avviata durante la pandemia. Chi vorrà sopravvivere dovrà puntare su una sempre maggiore vicinanza tra i canali online e offline e sul ruolo sempre più predominante del web.

Ma questo cambiamento non deve spaventare: parlare di negozi online non significa necessariamente parlare di prodotti legati a una produzione di massa, priva di spirito e sentimento, ma anche di piccole realtà artigianali.

Come dimostra uno studio del ricercatore Stijn van Osselaer (Cornell University) pubblicato sul Journal of Marketing, esiste il cosiddetto handmade effect: le persone sono più disposte ad acquistare, regalare o pagare una cifra più alta per oggetti o capi confezionati a mano.

L’amore riscoperto dei consumatori proprio per il fatto a mano, unico nel dare un senso di calore e autenticità che altri prodotti non riescono a dare, rappresenta una tendenza che speriamo rimarrà nel tempo e che spingerà per la rinascita del Made in Italy.

Un fatto incoraggiante, soprattutto perché il business delle piccole medie imprese in Italia rappresenta la spina dorsale del paese: secondo i dati dell’Unione europea, solo le Pmi italiane generano infatti un valore aggiunto del 67% contro il 57% della media europea.

Un lockdown dalle mille sorprese e i mille cambiamenti: da una parte, la pandemia ci ha fatto scoprire la velocità e l’immediatezza dell’online, e dall’altra, ci ha permesso di rallentare nella quotidianità per apprezzare di più la natura che ci circonda.

Attraverso la compilazione di questo questionario online, elaborato dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) e Forum Plinianum onlus, potrete scoprire se e come è cambiato il vostro atteggiamento alla spesa sostenibile e green.

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