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Produrre olio in modo sostenibile, tutelando la biodiversità

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Tutelare la biodiversità olivicola e produrre olio in modo sostenibile: l’impegno di diverse realtà del settore oleicolo italiano si fanno sentire, grazie all’adozione di piani di sostenibilità e l’appoggio di istituti di ricerca

Tutelare la biodiversità olivicola e produrre olio in modo sostenibile: sono diverse le realtà italiane impegnate nello studio di varietà di cultivar diverse, utili per approfondire il tema della biodiversità degli olivi.

L’olio è un ingrediente centrale all’interno della dieta mediterranea e simbolo della nostra cultura alimentare, ma non solo: tutelarne la biodiversità è un obiettivo importantissimo per avviare una produzione sostenibile, migliorarne la qualità e osservare le varietà più resistenti al batterio Xylella fastidiosa che sta provocando la distruzione di intere coltivazioni.

Produrre olio in modo sostenibile, ecco alcune best practice

È qui che entrano in gioco aziende e istituti di ricerca che, grazie alla tecnologia e a investimenti in ricerca e sviluppo, hanno saputo avvicinarsi sempre di più sia a una produzione sostenibile che allo studio e al monitoraggio di questo batterio.

Gruppo Salov e la collaborazione con il Cnr

Nel 2019, Gruppo Salov ha dato il via a una collaborazione con l’Istituto per la Bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), permettendo a maggio 2020 l’avvio della seconda fase del progetto: la messa a dimora di cinquantadue differenti varietà di olivo.

Un obiettivo dai numerosi vantaggi: da una parte, si indagherà sulla produttività e la sostenibilità della coltivazione olivicola per migliorare la qualità dell’olio, dall’altra verrà valorizzata la biodiversità olivicola stessa.

Le cinquantadue differenti varietà di olivo provengono infatti da aree in prevalenza marginali del centro Italia, il che le rende piante ancora tutte da studiare.

Come specifica Daniele Piacenti, responsabile selezione e blending del Gruppo Salov: “Lo studio sarà funzionale al recupero di antiche cultivar toscane e italiane che sono andate in disuso nel corso degli anni e che potrebbero confermare ottime attitudini produttive e buona capacità di resistenza alle principali avversità. Si tratta quindi di recuperare e mantenere in vita, in modo sostenibile, con l’aiuto di nuove tecniche in agricoltura, un patrimonio unico al mondo che è quello della biodiversità oleicola italiana“.

Grazie allo spazio offerto dall’azienda agricola Villa Filippo Berio di proprietà del Gruppo, sarà inoltre possibile concentrare gli studi sull’individuazione delle piante meno suscettibili alla Xylella fastidiosa.

Infatti, Gruppo Salov ha avviato anche il progetto Life Resilience che occuperà cinquanta dei settantacinque ettari dell’oliveto permettendo un miglioramento della qualità oleicola e della messa a punto e verifica di nuove tecniche di agricoltura di precisione applicabili all’olivicoltura in una ottica di piena sostenibilità ambientale della coltivazione.

Nonostante Gruppo Salov non abbia rilevato danni dovuti dalla Xylella fastidiosa, Piacentini specifica che “dato l’alto rischio di diffusione della Xylella in importanti aree agricole dell’Ue, il progetto si propone di sviluppare genotipi di piante produttive e resistenti agli agenti patogeni, di applicare pratiche e innovare nell’utilizzo di metodi naturali di controllo dei vettori per dimostrare la loro efficacia nella prevenzione degli effetti negativi di Xylella fastidiosa“.

Oltre a questo, il progetto riguarda anche il tema prioritario per l’Unione europea relativo alla mitigazione dei cambiamenti climatici, principalmente in relazione all’uso del territorio e alla silvicoltura.

Infatti, continua Piacentinial fine di migliorare la sostenibilità, il progetto si concentrerà anche sulla riduzione del sistema di produzione idrica e dell’impronta di carbonio, aumentando il potenziale di mitigazione dei cambiamenti climatici in agricoltura“.

Monini e il piano di sostenibilità 2020-2030

Per celebrare il suo centesimo anno, Monini ha presentato il Piano di Sostenibilità 2020-2030, una dichiarazione di intenti che parte dalla terra e arriva all’educazione alimentare dei cittadini.

A oggi sono già stati investiti o impegnati circa dieci milioni di euro con l’obiettivo di realizzare progetti direttamente o in collaborazione con aziende partner, prevalentemente in Umbria.

Inoltre, entro il 2030 si prevedono ulteriori dieci milioni di euro per progetti olivicoli in Italia e altri circa cinque milioni di euro di investimenti legati ai temi della tracciabilità, packaging innovativo e materiali sostenibili, certificazioni di qualità, tutela delle api, supporto alla ricerca, educazione alimentare e promozione di una sana alimentazione e di stili di vita corretti.

Il piano di sostenibilità può essere riassunto nella volontà di Monini di avviare una coltivazione sostenibile, dove il 100% degli oliveti coltivati saranno ad agricoltura integrata o biologica e garantire ai propri consumatori di tracciare i prodotti grazie alla tecnologia blockchain.

Inoltre, l’azienda olivicola si impegna nel miglioramento della propria responsabilità sociale d’impresa, attraverso programmi di educazione rivolti a giovani ragazzi per promuovere una sana alimentazione.

Per quanto riguarda l’impegno della tutela della biodiversità degli ulivi, ci risponde Zafferino Monini, presidente e amministratore delegato dell’azienda “In natura la biodiversità è data proprio dalla permanente evoluzione delle specie dovuta proprio al superamento costante di permanenti minacce della sussistenza e sopravvivenza delle medesime varietà. Non possiamo intervenire se non selezionando le varietà resistenti a vecchie e nuove sfide evoluzionistiche“.

Anche in questo caso, il ruolo di cultivar resistenti permette la difesa dalla Xylella fastidiosaLa difesa dalla Xylella avviene impiantando cultivar resistenti come si sta dimostrando per esempio un clone di Frantoio chiamato SF17 – precisa MoniniLa biodiversità dell’olivo è di grandissima importanza non solo per il nostro sistema produttivo ma per il contributo all’ecosistema italiano“.

Fratelli Carli e il progresso responsabile

Dal 2009 l’azienda Fratelli Carli, produttrice del noto olio Carli e azienda BCorp, ha intrapreso un percorso verso l’innovazione sostenibile, con un unico obiettivo: dare vita a una nuova idea di progresso, ispirato alla condivisione del benessere e al rispetto dell’ambiente.

Per far fronte a questo percorso, Fratelli Carli ha improntato la sua strategia di sostenibilità su alcuni punti chiave: dalla formazione del personale sui temi della sostenibilità all’utilizzo di materiali e prodotti riciclabili, dal miglioramento del livello di sostenibilità della filiera all’utilizzo di energia elettrica rinnovabile certificata al 100% al coinvolgimento di clienti e gli stakeholder sulle iniziative dell’azienda che promuovono la cultura della sostenibilità e le buone pratiche per una corretta cultura dell’alimentazione.

Per quanto riguarda l’adozione di tecniche per produrre olio in modo sostenibile, Fratelli Carli ha condiviso con tutti i suoi fornitori di materia prima olio (sia olivicoltori che frantoiani) un documento chiamato Codice dell’Olivo.

Questo codice contiene, innanzitutto, dei principi comuni a tutta la filiera e poi degli obiettivi di miglioramento da concretizzare, negli anni futuri, in determinati ambiti di intervento che sono stati identificati e che vengono monitorati annualmente: utilizzo delle risorse, olive e territorio, pratiche di coltivazione e lavorazione, aspetti sociali.

Quindi, grazie a queste realtà impegnate nella tutela della biodiversità olivicola, un atteggiamento che guarda avanti e che è segno della volontà di tutelare la nostra tradizione nonché uno dei settori economici più importanti per il nostro Paese.

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