Utilizzare i certificati bianchi come volano di ripresa per l’industria: l’Italia è protagonista in Europa dell’efficienza energetica, proprio grazie allo strumento dei certificati bianchi, un’opportunità molto più interessante – ma meno conosciuta – degli incentivi fiscali
L’efficienza energetica sarà sempre più protagonista nella ripresa economica e industriale in Europa. L’Italia, una volta tanto, è protagonista in questa strada virtuosa grazie al meccanismo dei certificati bianchi – conosciuti anche come titoli di efficienza energetica – un meccanismo in grado di far ripartire l’economia delle nostre imprese con chiari vantaggi, sia economici, diretti, sia ambientali.
Il meccanismo dei certificati bianchi, seppure ancora poco conosciuto, è entrato in vigore già nel 2005 ed è stato ideato come promotore e abilitatore del processo di efficientamento energetico nelle nostre aziende.
In termini pratici i certificati bianchi attestano il raggiungimento – misurato attraverso il risparmio di una Tonnellata Equivalente di Petrolio (Tep) – di risparmi negli usi finali di energia attraverso progetti specifici per l’aumento della propria efficienza energetica.
Perché possono essere una spinta alla ripartenza economica delle nostre aziende? Perché, ci spiega Stefano Gasparini, ceo di Certinergia, una Esco certificata del Gruppo Engie, “sono titoli negoziabili – ovvero acquistabili e vendibili attraverso un mercato specializzato gestito dal Gme o attraverso contrattazioni bilaterali – e hanno un valore economico definito nelle sessioni di scambio sul mercato (che attualmente si attesta intorno ai 250/300 euro per singolo titolo di efficienza energetica”.
Appare quindi chiaro che una Pmi italiana, semplicemente facendo efficienza energetica sulle sue attività è in grado di totalizzare certificati energetici che hanno un valore economico ben definito e che possono essere rivenduti per generare ricavi economici.
Se a questo si aggiunge, continua Gasparini, “che le Esco certificate come Certinergia possono sostenere i costi dei progetti di efficientamento – guadagnando attraverso una percentuale del ricavo dovuto ai certificati bianchi ottenuti – il vantaggio economico per le aziende è ancora più evidente“.
Il meccanismo dei certificati bianchi è quindi molto potente, ma ancora poco conosciuto… questo accade perché, solitamente, le Pmi italiane si affidano in prima battuta all’esperienza di professionisti in ambito fiscale per cercare di ottenere risparmi economici attraverso detrazioni o incentivi relativi ai lavori di efficientamento.
Senza poi informarsi ulteriormente e sfruttare un meccanismo molto potente che è anche cumulabile con i vantaggi fiscali già ottenuti. In questa video-intervista, dunzue, cerchiamo di illustrare con chiarezza tutti i vantaggi economici che il meccanismo dei certificati bianchi mette a disposizione delle aziende, insieme al ceo di Certinergia.
Naturalmente è fondamentale affidarsi a Esco certificate che propongano gli interventi di efficienza energetica – tipicamente la cogenerazione o l’ottimizzazione degli impianti di illuminazione attraverso le luci led – più appropriati e adeguati alla situazione dell’azienda committente.
Tra l’altro il vantaggio non sarà soltanto economico perché attraverso l’efficienza energetica si riduce anche l’impatto ambientale delle aziende, con ovvi benefici sulla sostenibilità ambientale.
“Attivare azioni di efficientamento energetico significa anche rispondere agli obiettivi di Sostenibilità delle Nazioni Unite – in particolare l’obiettivo 7, Energia pulita e accessibile – per assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni. Significa anche essere in linea con il Green Deal dell’Unione Europea che sta traghettando il Vecchio Continente verso un 2050 a impatto emissivo pari a zero” continua Gasparini.
Certificati bianchi: i numeri dell’ultimo rapporto del Gse
L’ultimo rapporto presentato dal Gse – a febbraio di quest’anno – relativo ai dati dei progetti di efficienza energetica presentati nel 2019, ha evidenziato che sono state presentate complessivamente 1.180 richieste di Verifica e Certificazioni a consuntivo (Rvc-C) e 564 richieste di Verifica e Certificazioni analitiche (Rvc-A).
Nel corso del 2019, sono stati inoltre presentati 454 progetti a consuntivo (Pc), 108 progetti standardizzati (Ps) e 52 richieste a consuntivo (Rc).
Le richieste presentate che hanno avuto in seguito un esito positivo, hanno generato il riconoscimento di oltre 2,9 milioni di titoli di efficienza energetica, pari a circa 0,96 Mtep di risparmi energetici ottenuti, con una riduzione del 24% dei certificati bianchi riconosciuti dal Gse rispetto all’anno precedente (erano stati 3,8 milioni nel 2018).
Il rapporto del Gse conclude amaramente che, considerata la stima dei titoli potenzialmente riconosciuti e dei titoli sui conti di proprietà, “risulta un ammontare complessivo di titoli disponibili pari a circa 4,12 Mtee (milioni di titoli) che, al netto del residuo dell’obbligo del 2016 al 1° giugno 2019, non sono sufficienti a garantire l’adempimento dell’obbligo minimo per il 2019“.
C’è quindi molto da fare e per questo, conclude Stefano Gasparini di Certinergia “ottimizzare le risorse, in primis quelle energetiche, significa efficientare l’intero sistema produttivo, liberando liquidità a tutto vantaggio dello sviluppo del sistema industriale italiano” e anche dell’ambiente.