Offrire al mercato imprenditoriale servizi di supporto alla lavorazione, in loco, delle plastiche provenienti dalla raccolta differenziata, con un mercato di vendita sicuramente in crescita: è la mission di PlastiLab
Trattare i rifiuti là dove si producono, ovvero valorizzarli recuperando le materie plastiche da post-consumo non può essere considerato ancora un obiettivo dal mondo economico e finanziario, ma è una opportunità.
E le opportunità andrebbero prese al volo, anche se sappiamo che oltre alla volontà degli imprenditori occorre la lungimiranza della politica e una coscienza sociale ben radicata anche nella popolazione.
Ma questo è un fatto culturale e un dibattito che il Pianeta non può oggi permettersi di portare avanti all’infinito. Ci sono però dei soggetti che stanno operando in questa direzione; sono anche imprenditori privati e non solo centri di ricerca finanziati da progetti europei. Quando però questi soggetti si incontrato, talvolta nascono esperienze reali e lungimiranti come è il caso di PlastiLab in Calabria.
Andando per ordine.
Se la morfologia del territorio italiano aiuta da un lato la nostra economia perché favorisce un enorme patrimonio agroindustriale sviluppatosi nei secoli e ci ha aiutato a diventare ambita meta turistica, è però anche spesso (troppo spesso) considerato un ostacolo a livello industriale perché per esempio comporta un costo maggiore per la movimentazione delle merci.
Figurarsi nel caso di merci a basso valore aggiunto come un rifiuto che, se in mano a soggetti non controllati diventa oro, in mano alle strutture pubbliche, spesso rischia di restare un costo; almeno questo è quello che è stato percepito per anni dal pubblico ed è diventato, a volte, fatto di cronaca, per esempio con i fuochi della malavita da un lato e dall’altro i treni spediti a 3.000 km di distanza da Napoli in Scandinavia.
Invece l’imprenditore lombardo Alessandro Trentini, con la sua Idea Plast di Lainate (in provincia di Milano), attiva fin dal 2000 nella componentistica in plastica ed evoluzione di uno studio di ingegneria specializzato in stampi, ha messo in gioco le sue competenze e oggi è l’anima di PlastiLab, startup di Crotone in Calabria, la cui a mission è “quella di offrire al mercato imprenditoriale una serie di servizi che mirano alla lavorazione, in loco, delle plastiche provenienti dalla differenziata, con un mercato di vendita sicuramente in crescita“.
L’obiettivo è cioè dare una seconda vita a plastiche oggi meno utilizzate nella rigenerazione; oltre al pet delle bottiglie di acqua che è già matrice plastica prodotta in eccesso nel Pianeta.
L’esperienza dell’imprenditore illuminato, nel recupero di altre plastiche da pre e post consumo, è cominciata in tempi non sospetti, arrivando oggi a produrre oggetti con le stesse prestazioni di quelli realizzati con polimero vergine.
La sua è stata una scelta tecnica sicuramente motivata da una coscienza imprenditoriale ma supportata da coscienza civile.
In questo modo è possibile anche vedere lontano e prendere al volo opportunità: come essere il primo che in quel territorio calabrese, a selezionare materie prime da rifiuto o scarto e ricavandone applicazioni funzionali: per esempio i parafiato, schermi trasparenti, ormai diventati parte del panorama dei negozi e uffici aperti al pubblico, post Covid-19.
Produce beni che altrimenti avrebbe fatto mille chilometri all’andata come rifiuto (ai costi di trasporto di materiale speciale) per raggiungere centri di smistamento e aziende come Idea Plast e mille chilometri al ritorno per tornare al punto di partenza come beni a recuperato valore aggiunto, necessari anche in quella parte di Mondo.
In altre parole accumulando spreco allo spreco, se si considera il rifiuto per quello che effettivamente è un valore economico e tecnologico generato dallo stesso sistema ma andato sprecato ovvero un errore di sistema.
Quello che PlastiLab produce, dando una seconda chance a un prodotto povero ma di grande valore sociale sono elementi di arredo urbano, strutture di parchi giochi attrezzati, arredamenti interni, pavimentazioni, che possono diventare in prospettiva un business importante per tutto il sud Italia e non solo, essendo base privilegiata per i Paesi che si affacciano nel bacino del Mediterraneo.
Ovviamente ampio spazio è dedicato anche all’attività di ricerca. Il sud è area italiana dove si concentra la maggioranza della popolazione e il minore valore aggiunto pro-capite. L’augurio è che l’esempio di PlastiLab sia seguito da altre aziende specializzate creando join-venture o startup indipendenti come questa.
PlastiLab è nata nel 2019 ed è aggregata al Consorzio Net (acronimo di natura-energia-territorio). Questo è l’ente gestore del Polo di innovazione della Regione Calabria Ambiente e Rischi naturali, Energie rinnovabili e Gestione ecosostenibile dei rifiuti.
Che ha dato vita a un laboratorio di ricerca grazie ai finanziamenti dell’Asse 1 del Por Calabria 2014-2020. La sede di PlastiLab è all’interno dell’incubatore del Polo a Crotone, dove viene effettuata l’attività di ricerca e sviluppo.
Il Consorzio Net è composto da 18 soggetti – di cui 14 privati e 4 a maggioranza pubblica – e ha un’associazione di oltre 80 soggetti aggregati fra imprese e organismi di ricerca.
Il core business del consorzio è quello di stimolare e recepire la domanda di innovazione delle imprese aderenti, favorendo la realizzazione e la condivisione di attrezzature, impianti e laboratori.