Le città scottano ogni anno di più come i dati di Copernicus dimostrano. E l’aria è troppo inquinata. Ma l’associazione Eumas e Cittadini per l’aria mostrano come curare l’Italia.
Il quadro clinico è complicato direbbe un dottore. E questa volta non c’entra il Coronavirus.
Ad allarmare sono le temperature rilevate da Copernicus e dallo European Centre for Medium-Range Weather Forecasts che mostrano come le città italiane abbiano raggiunto temperature roventi ancor prima che il sol leone sia entrato in azione.
La più colpita – spiega l’indagine l’indagine dell’Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa/EdJnet diffusa da stopglobalwarming.eu che ha elaborato i dati – è Brindisi (+3.1 gradi rispetto al 1960), Roma (+3°) e Sondrio (+2.9°), segue Milano (+2.8°). Livelli sotto controllo a Olbia, Trapani e Pisa. Fra le regioni bandiera nera per Lombardia, Lazio e Trentino.
Sostanzialmente, la temperatura media nei comuni italiani rispetto a cinquant’anni fa è cresciuta di 2,2 gradi centigradi, toccando picchi di oltre 4 gradi in alcune aree del Paese.
A ciò si aggiunge la rilevazione di Cittadini per l’aria che mostra come l’aria che respiriamo nelle città sia malsana.
I dati raccolti proprio dai cittadini (è diversi anni che con una sorta di citizen science chiamato “NO2, No Grazie” i volontari campionato lo stato dell’aria di Roma, Milano e Napoli) nel periodo tra l’8 febbraio e il 7 marzo dimostrano come le concentrazioni di biossido di azoto (NO2) superino quasi nel 100% dei casi la soglia annuale di 20 μg/m³ che i ricercatori dell’OMS indicano quale valore da cui si verifica un impatto sulla salute umana, questi dati ci dicono che è necessario curare l’Italia.
A Milano, il 100% dei campionatori passivi posizionati in strada a 3 metri di altezza dai cittadini ha rilevato su base mensile, e il 99% su base annua, lo sforamento della soglia media annua dei 20 μg/m³ dalla quale l’OMS stima questo inquinante produca un danno alla salute umana, mentre ancora i dati misurati indicano che il 94% dei punti ha superato i 40μg/m³, limite medio annuo di legge a livello Europeo.
Nella Capitale, le misure effettuate a cavallo fra febbraio e marzo indicano superamenti della soglia a protezione della salute per il 98% dei campionatori e quella dei 40 μg/m³ per il 42% dei campionatori con una stima che il 27% dei punti scelti dai cittadini per monitorare superi il limite di legge annuo.
Le misure mensili a Napoli superano invece per il 97% la soglia dell’Oms e per quasi il 50% dei punti il limite di legge annuo. Su base annua si stima che il 38% dei punti di campionamento superi il limite di legge.
Il biossido di azoto è un inquinante molto dannoso per la salute umana, associato all’insorgenza di nuove asme nei bambini, tumori, malattie cardiorespiratorie e a cui si riconosce un effetto anche ad esposizioni brevi. L’NO2 è un indicatore degli inquinanti del traffico le cui concentrazioni sono associate, normalmente, a quelle di particolato ultrafine e black carbon. Gli ossidi di azoto, di cui l’No2 fa parte, contribuiscono alla formazione del PM 2.5 e, in primavera ed estate, dell’ozono.
“Una situazione grave – denuncia l’associazione Cittadini per l’aria – che è in contraddizione aperta con la recente scelta del governo di sovvenzionare, in un paese che ha il più elevato tasso di motorizzazione d’Europa, l’acquisto di nuove auto a combustione fossile invece che spendere in mobilità sostenibile”.
SOLUZIONI
Come fare quindi per invertire il riscaldamento e l’inquinamento delle città?
Una delle soluzioni maggiormente condivise, non solo per curare l’Italia ma il mondo intero, è la riduzione delle emissioni di CO2 e di NO2.
Una proposta formale viene da StopGlobalWarming.eu, iniziativa di Cittadini Europei, promossa insieme a esperti tra cui Alberto Majocchi professore emerito di Scienza delle Finanze all’Università di Pavia e Monica Frassoni, ex co-Presidente del Partito Verde Europeo, che verrà discussa dalla Commissione Europea al raggiungimento di 1mln di firme. L’iniziativa è promossa tra gli altri da Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e fondatore di Eumans, il movimento di cittadini europei attivo sullo sviluppo sostenibile, che lancia un appello ai sindaci italiani, a Greta Thunberg, ai parlamentari europei e agli attivisti impegnati sul clima: “Uniamoci contro il climate change”.
I dati rilevati sono allarmanti, considerando le proiezioni diffuse dalle Nazioni Unite, secondo cui il pianeta non sarà in grado di sopportare un aumento medio mondiale di 1,5 °C. Un limite che, con l’inerzia attuale, dovrebbe essere superato tra il 2030 e il 2050. Con conseguenze catastrofiche. Al momento il livello climatico medio globale, rispetto all’inizio dell’era industriale che viene considerata come riferimento, si è alzato di 1,1°C.
Le province italiane stanno registrando pericolosi incrementi: ben 72 su 110 province totali (il 65%) superano la media continentale (+1,990°C). Fra le realtà più colpite spicca Brindisi, la più riscaldata d’Italia, che secondo quanto riporta l’osservatorio ha subito un riscaldamento di +3.12° C gradi. Appena sotto le città metropolitane Roma (3,07°) e Milano (2,85°), al secondo e quarto posto, sul podio anche Sondrio (2,98°), al terzo posto. In ordine fino alla 20esima posizione troviamo Latina (2,79°), Vicenza (2,76°), Monza Brianza (2,73°), Bolzano-Bozen (2,71°), Lecce (2,69°), Taranto (2,68°), Campobasso (2,67°), Verbano-Cusio-Ossola (2,66°), Reggio Calabria (2,65°), Pordenone (2,63°), Varese (2,61°), Bergamo (2,58°), Verona (2,56°), Brescia (2,56°), Treviso (2,54°) e Frosinone (2,53°).
La regione che ha registrato l’incremento maggiore è il Lazio (+2,66 °C), seguita da Trentino-Alto Adige (+2,57 °C) e Lombardia (+2,56 °C).
Tutti noi possiamo fare qualcosa per curare l’Italia. A iniziare dalla denuncia della situazione. Sul sito di Cittadini per l’aria sono state predisposte, sotto forma di lettere che i cittadini possono inviare a Sindaci e Governatori con alcune richieste affinché si ottenga di ridurre al più presto traffico e concentrazioni inquinanti nelle aree monitorate.