Home Eco Lifestyle Immaginare piazza Tirana, un punto di partenza di future progettualità culturali

Immaginare piazza Tirana, un punto di partenza di future progettualità culturali

pubblicato il:
piazza Tirana

Dal 13 luglio il quartiere del Giambellino di Milano ospita il “Monumento all’Immaginazione”. Il progetto è stato curato da Base Milano e Bepart. Un gruppo di ragazzi e ragazze del quartiere affiancati da artisti e operatori culturali sono gli artefici della riqualificazione di piazza Tirana.

Il progetto, realizzato con il contributo e il patrocinio del comune di Milano e con la collaborazione di Codici Ricerca e Intervento, cooperativa sociale Comunità del Giambellino, Guerrilla Spam e Ideas-Bit Factory, ha coinvolto 40 ragazzi e ragazze del quartiere nella periferia sud-ovest della città. Il programma ha previsto un percorso di ricerca-azione tra esplorazioni urbane, laboratori artistici e interventi in strada, con il fine di trasformare la faccia del quartiere e rendere piazza Tirana non solo un luogo di aggregazione, ma anche un punto di partenza di future progettualità culturali per la città e a favore dei residenti.

I protagonisti dell’ideazione della prima fase sono stati Codici Ricerca e Intervento con la cooperativa sociale Comunità del Giambellino, i quali hanno progettato il laboratorio Feel.Like.Home; lo scopo di questa fase era portare i partecipanti a sviluppare una riflessione su cosa significhi “sentirsi a casa“. I ragazzi hanno, allora, studiato il quartiere, elaborando una riflessione sul presente e il futuro dei suoi spazi, anche affidandosi alle testimonianze dei residenti; su questo laboratorio e gli spunti e idee da esso derivati si è basata la seconda fase del progetto di rigenerazione urbana, in cui i ragazzi durante tre laboratori di immaginazione urbana hanno avuto il compito di ripensare il volto del campo da basket della piazza.

Il “tappeto nomade” è stato così realizzato durante lo street art lab, a cura del collettivo Guerrilla Spam: il pavimento del campetto è stato illustrato e decorato con le vernici messe a disposizione gratuitamente da Colori Tassani, storico colorificio di Genova. Il significato del nome è che il campo avrà il compito di parlare di “casa fuori casa”, perciò nomade; per i ragazzi sarà possibile rispecchiarsi, immaginare, sognare, oltre ovviamente giocare a basket.

Il progetto ha previsto la possibilità per il campo di animarsi, ciò è stato reso possibile dal workshop di Bepart, nel quale i ragazzi hanno creato delle animazioni in realtà aumentata. Come sarà possibile immergersi e animare il campo di piazza Tirana? Basta inquadrare le immagini del tappeto nomade con la app Bepart, allora questa casa senza pareti prenderà vita popolandosi di animazioni artistiche. L’ispirazione di queste installazioni digitali sono temi quali accoglienza e aggregazione attraverso lo sport, di cui sono attori protagonisti gli stessi ragazzi che hanno partecipato al laboratorio.

L’ultima parte del progetto è stata ispirata dalla musica rap, nei cui video il carcere è spesso presente, i ragazzi hanno realizzato una griglia di 10×10 metri, un’installazione di arredo urbano progettato e creato in un laboratorio curato da Ideas-Bit Factory. Attorno a questa finestra con delle sbarre sono state disposte delle sedute. Per guardare oltre oppure fuggire con la fantasia.
La struttura è stata realizzata ritagliando un migliaio di fogli di cartone biodegradabile, che hanno la funzione di struttura di contenimento a blocchi di terra e semenze, che ricopriranno l’intera struttura di erba una volta sbocciate. Il monumento all’immaginazione sarà lì per ricordare a tutti che anche in periferia è possibile respirare il profumo della “libertà incondizionata“.

L’inaugurazione della nuova piazza Tirana è avvenuta nel pomeriggio di domenica 12 luglio, durante un momento di restituzione alla presenza dei ragazzi e ragazze che hanno preso parte ai laboratori e delle autorità comunali. Il Presidente del Municipio 6, Santo Minniti, ha dichiarato: “Spesso si dice che i giovani e le giovani non sono attivi e impegnati nel prendersi cura del proprio quartiere. Questo progetto dimostra invece che loro ci sono e che, quando vengono coinvolti, sanno raggiungere ottimi risultati. Oggi sono felice di vedere molti colori su questo spazio e altrettanti li vedo sui volti di questi ragazzi e ragazze: questa è la Milano di oggi e del futuro, più ricca di culture e di visioni”.

Condividi: