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Nelle città europee assediate dal Covid la mobilità è insostenibile

mobilità insostenibile
Foto di Lukas da Pexels

Insostenibile è la mobilità che stiamo vivendo nelle grandi città europee assediate da Covid, smog e soprattutto NOx, grave inquinante che mette a rischio la nostra salute.

La situazione andrebbe quindi ad aggravare l’esposizione del nostro Paese, che è già sotto infrazione europea proprio per il mancato rispetto dei limiti di emissioni di NOx.

Purtroppo, le prospettive per i prossimi mesi non sono rosee. È questo il possibile scenario che emerge da un nuovo studio dell’agenzia Air Quality Consultants commissionato dal gruppo Transport&Environment (T&E) nell’ambito del progetto europeo Clean Cities.

Lo studio ha preso in esame infatti sette centri urbani europei – Berlino, Bruxelles, Budapest, Londra, Madrid, Milano e Parigi – e ha analizzato l’eventuale incremento di emissioni di NOx legato a un aumento dei chilometri percorsi in automobile rispetto al periodo pre-Covid, ipotizzando tre diversi scenari a seconda che i chilometri percorsi in auto aumentino rispettivamente del 10%, del 25% o del 50%.

Per quanto riguarda Milano – come mostrato dalla tabella sottostante – a un aumento del 10% dei chilometri percorsi in automobile rispetto ai livelli pre-Covid corrisponderebbe un aumento del 4% delle emissioni di NOx; a un aumento del 25% del traffico corrisponderebbe un aumento dell’11% delle emissioni di NOx; a un aumento del 50% del traffico corrisponderebbe un aumento del 21% delle emissioni di NOx.

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Incremento delle emissioni di NOx associato all’aumento dei chilometri percorsi in automobile rispetto ai livelli pre-Covid secondo l’analisi di Air Quality Consultants

Come noto, gli NOx costituiscono un grave rischio per la salute e un loro incremento andrebbe ad aggravare una situazione già critica per la diffusione del Covid.

Inoltre, l’Italia è già sotto infrazione europea proprio per il mancato rispetto dei limiti di emissioni di NOx e la mancata risoluzione del problema comporterebbe anche ricadute economiche in un periodo già difficile per la nostra regione e per il Paese.

Dobbiamo assolutamente evitare il ritorno a un uso massivo dell’auto privata per gli spostamenti – è l’appello della presidente di Legambiente Lombardia Barbara Meggetto In questo senso condividiamo la riattivazione dell’Area B dal 15 ottobre in concomitanza con la riaccensione dei riscaldamenti centralizzati dei condomini. È inoltre fondamentale proseguire l’impegno per piste ciclabili, trasporto collettivo e mobilità dolce messo in campo dall’Amministrazione Comunale in questi mesi. Dobbiamo d’ora in poi abituarci a vedere la sfida al Covid e quella all’inquinamento atmosferico non come distinte ma come questioni da affrontare insieme“.

Intanto, al Governo italiano è giunta una lettera cofirmata da diverse associazioni tra cui la già citata Legambiente e Transport&Environment ma anche Cittadini per l’aria, FederAsma e Allergie onlus, Greenpeace Italia e Kyoto Club.

Si chiede al presidente del consiglio, Giuseppe Conte, un impegno dall’Italia per ottenere che i fondi del piano Next Generation Eu non vadano a finanziare le attività inquinanti.

Nella lettera ci sono segnalate anche proposte concrete: come la definizione di investimento verde con il nuovo sistema europeo di catalogazione delle iniziative e dei progetti detto tassonomia e l’adozione di una lista di esclusione che eviti che si assegnino fondi a piani e progetti che, per il loro impatto ambientale e climatico, sono incoerenti con la transizione ecologica, come per esempio quelli che includono i combustibili fossili.

La lettera al Governo arriva all’indomani del voto della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo che, in linea con le richieste odierne delle associazioni, ha escluso i progetti legati ai combustibili fossili dall’accesso ai fondi di Next GenerationEU.

Pendolari, altro aspetto del problema mobilità urbana

Il trasporto pubblico urbano è profondamente cambiato a causa della pandemia sanitaria e, di conseguenza, l’approccio che i pendolari hanno nei confronti degli spostamenti.

Accanto al tema della capienza dei mezzi c’è un tema diffuso di percezione di pericolo che ha spinto molti – che se lo possono permettere – a usare il mezzo privato invece di quello pubblico.

Ora, un report realizzato da Ericsson ConsumerLab, Augmenting the daily commuteanalizza come la tecnologia possa migliorare gli spostamenti dei pendolari, approfondendo come è cambiato prima e durante la crisi sanitaria e quali sono le aspettative post-pandemia in tema di trasporti urbani.

L’analisi ha evidenziato che gli elementi fondamentali per una buona qualità di viaggio sono la percezione di avere il controllo del proprio tragitto, grazie a informazioni in tempo reale.

Condizione fondamentale, per questo, è la tecnologia: l’85% degli intervistati che ha una connessione Internet veloce afferma di avere abbastanza spazio mentale per potersi concentrare sulle proprie attività durante il tragitto giornaliero.

Un intervistato su quattro afferma che sarebbe addirittura disponibile ad allungare il proprio spostamento di 20 minuti o più se questo portasse a un miglioramento dell’esperienza di viaggio.

La voglia di tornare alle vecchie abitudini però è forte: l’80% degli intervistati ritiene probabile tornare al normale tragitto giornaliero una volta eliminate le restrizioni. Tuttavia, solo il 25% è desideroso di tornare a percorrere il tragitto quotidiano.

Per il futuro poi i pendolari si aspettano più condivisione e meno possesso dei mezzi e anche un importante sviluppo tecnologico in ambito di veicoli a guida autonoma.

Gli intervistati si aspettano quindi, nei prossimi 5-10 anni, che gli spostamenti con il proprio mezzo perdonale scenda dall’attuale 55% al 32%, con il 13% del campione che desidera possedere veicoli a guida autonoma e il 15% si aspetta di utilizzare robotaxi autonomi e flotte o minibus.

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