Nasce a Cerignola, in provincia di Foggia, la più grande struttura italiana per la trasformazione della canapa, che rilancia l’economia dell’intera zona
Negi anni ’50 l’Italia era seconda tra i produttori mondiali di canapa, poi soppiantata dalle fibre sintetiche. Questa pianta però sta tornando in auge grazie alle sue proprietà e alla sostenibilità della sua produzione: è a impatto zero, possono essere utilizzate tutte le sue parti e, dopo un’accurata trasformazione, i suoi derivati possono essere destinati a diversi tipi di industria – cartaria, tessile, bioedile.
La coltivazione della canapa è totalmente sostenibile perché ha bisogno di meno acqua, di meno spazio riuscendo a fornire, in breve tempo, grandi percentuali di biomassa senza l’uso di pesticidi.
I derivati della trasformazione della canapa sono alternative sostenibili a molti materiali che hanno un impatto maggiore sull’ambiente: fibre corte, lunghe, semi e olio, che si possono usare in diversi settori produttivi.
A fine ottobre, in Puglia, è stato inaugurato da Bio Hemp Trade e dalla cooperativa Palma D’oro il più grande centro di trasformazione della canapa in Italia, che offrirà possibilità di rinascita delle filiere a km0 del territorio e permetterà di sviluppare un’economia sostenibile nel Centro-Sud.
Dalla prima lavorazione della canapa che verrà svolta in questo centro si ricaveranno canapulo e fibra, con le quali si potranno avviare intere filiere industriali come quella della bioplastica, della carta o del tessile.
Un primo effetto della creazione di questo centro è stato il completamento della filiera delle case di canapa in Puglia dove, nel raggio di pochi chilometri, si passa dalla coltivazione alla prima trasformazione, all’ulteriore lavorazione per ottenere i prodotti necessari per l’edilizia.
Un settore al quale la canapa così lavorata può daru un impulso importante in termini di sostenibilità: se, infatti, l’edilizia a livello globale incide per il 30/40% delle emissioni di CO2, la canapa dà vita all’unica filiera costruttiva carbon negative.