Al via una serie di seminari – organizzati via Web – che permetteranno ai partecipanti di entrare nel merito del Bilancio del Bene Comune. Tra i media partner dell’evento c’è GreenPlanner
“Il nostro obiettivo nel medio lungo periodo è aumentare la consapevolezza nei confronti del Bene Comune, usando la matrice come strumento di riferimento, condividendo le esperienze e le buone prassi, stimolando l’innovazione e la collaborazione tra imprese, pubblica amministrazione e cittadini perché ognuno di noi può contribuire alla Sostenibilità facendo la propria parte“.
Questo, in sintesi, il pensiero alla base del ciclo di seminari, organizzati dalla Federazione per l’Economia del Bene Comune, rigorosamente via Web, che prenderà il via il prossimo 13 gennaio alle ore 18.
Un percorso scandito da appuntamenti quindicinali, da metà gennaio alla fine di giugno; un viaggio in 12 tappe in cui si vogliono stimolare riflessioni e confronti su metodi, progetti e prassi intorno al concetto di bene comune.
Una formula veloce, quella scelta dagli organizzatori, che combina teoria, esposizione di case pratici reali e dibattito tra i partecipanti, perché, ricordiamocelo, dal confronto nascono idee, progetti, opportunità di miglioramento e una maggiore consapevolezza degli impatti delle nostre azioni e del fatto che siamo tutti piccoli pezzetti di un puzzle più grande (il programma completo e le modalità di iscrizione sono disponibili online).
Il fil rouge che collega, idealmente e concretamente, il ciclo di seminari è lo strumento cardine di tutto il movimento: la matrice del Bene Comune.
È un concetto, il bene comune, che viene da molto lontano; nel mondo dell’antica Grecia e nella civiltà latina, per esempio, era molto sentito dai cittadini, se non addirittura messo addirittura al primo posto rispetto a interessi di natura privatistica.
Ed è con questo spirito che un gruppo di imprenditori austriaci (guidati dall’economista Christian Felber) ha portato avanti, una decina di anni fa, una profonda riflessione critica nei confronti del modus operandi delle aziende e delle realtà imprenditoriali.
Erano gli anni di massima speculazione e consumismo, culminati con il fallimento di Lehman Brothers nel 2008 e la conseguente crisi del capitalismo, caratterizzata da un’eccessiva visione a breve termine e da una forte tendenza all’accumulazione di ricchezze finanziarie.
Prende quindi piede un diverso modo di concepire l’economia, che dà vita a un movimento, quello del Bene Comune, appunto, in cui è centrale l’idea di creare uno strumento pratico in grado di bilanciare gli interessi unicamente legati alla massimizzazione del profitto con quelli pubblici di crescita e sviluppo della comunità.
Lo strumento, definito in forma di matrice, permette di combinare i valori universali come la dignità umana, la solidarietà e la giustizia, la Sostenibilità ecologica, la trasparenza, con gli obiettivi e le esigenze dei principali portatori di interesse (fornitori, proprietari e partner finanziari, collaboratori, clienti e concorrenti, contesto sociali).
Emergono aspetti legati all’equità nelle relazioni con i fornitori, alle conseguenze ambientali lungo tutta la filiera produttiva, alla centralità e al rispetto dei collaboratori, alla condivisione e alla trasparenza nelle decisioni aziendali, all’impatto ecologico nell’utilizzo e nello smaltimento di prodotti e di servizi.
Lo strumento, nato per le aziende, ha visto, negli anni, la declinazione di matrici analoghe dedicate a rispondere alle peculiarità e alle esigenze di comuni, famiglie e privati cittadini e ora anche delle scuole.
Il ciclo di seminari in programma tocca diversi aspetti, tutti orientati a una migliore comprensione dei valori e della visione che animano il concetto di Bene Comune; il viaggio inizia con una sfida, o forse è meglio dire con una provocazione: ripensare al senso di fare impresa oggi e, da lì, costruire una visione d’azienda più completa, orientata sia ai principi di Sostenibilità che a quelli dell’Economia Circolare.
La sfida tocca diversi aspetti, tutt’altro che semplici da gestire: la progettazione e lo sviluppo di una filiera Sostenibile, la capacità di avere organizzazioni che sappiano essere autonome dal punto di vista finanziario, l’integrazione dei requisiti normativi con gli obiettivi strategici e la capacità di raccontarsi, dentro e fuori dall’azienda.
La matrice del Bene Comune diventa quindi un punto di partenza per le realtà imprenditoriali, di ogni settore e dimensione, per capire come sono posizionate rispetto ai temi della Sostenibilità e dell’Ambiente, e da lì disegnare il proprio modello di crescita, di sviluppo e di generazione di impatti positivi per la comunità di appartenenza.
Ma la Federazione per l’economia del Bene Comune fa di più: non solo fornisce lo strumento, ma anche le competenze preziose di consulenti in grado di affiancare le aziende in questo processo di cambiamento.
I consulenti del Bene Comune sono professionisti appartenenti a diversi settori, che mostrano interesse nei confronti delle tematiche della Sostenibilità e che hanno concluso un percorso formativo dedicato all’acquisizione di competenze specifiche; l’opportunità di fare qualcosa di concreto è quindi aperta anche ai singoli cittadini (elenco dei consulenti abilitati).
L’applicazione della matrice del Bene Comune permette di redigere il Bilancio del Bene Comune, uno strumento di comunicazione interna ed esterna all’azienda degli obiettivi e dei progetti di Sostenibilità e dello stato dell’arte degli stessi.
In un momento storico in cui fioccano le certificazioni e gli schemi di rendicontazione, la federazione per l’economia del Bene Comune ha fatto un passo in più: ha elaborato la tabella di riconciliazione tra i principi espressi nella matrice del Bene Comune e i requisiti della rendicontazione non finanziaria.
Ci sono tutti i presupposti perché la matrice del bene comune si diffonda: i seminari che si svolgeranno in questo semestre permetteranno di capire alle aziende partecipanti concretamente quali sono i benefici che possono ottenere nel breve, medio e lungo termine.
Momenti culturali che serviranno per creare un linguaggio condiviso che possa articolarsi in criteri, metriche e misurazioni che abbiano lo stesso significato per i soggetti coinvolti in questo progetto. Per questo Green Planner è media partner del percorso: a chi si iscrive verrà donata anche la GreenPlanner 2021.