I cittadini chiedono più interventi e più sanzioni contro i rifiuti abbandonati. Forse è il caso di installare più fototrappole e magari aprire più riciclerie?
Più interventi, più attenzione e più sanzioni: è quanto chiedono i cittadini alle autorità preposte affinché non si vedano più rifiuti ingombranti abbandonati ai bordi delle strade. Un’abitudine incivile che non cessa di esistere.
Ogni città è compromessa e i social di quartiere sono pieni zeppi di denunce. Luoghi situazioni di degrado espressi da foto e video ripresi dai passanti: la sensazione però è che si faccia troppo poco.
In realtà, la Polizia locale di Milano – giusto per fare l’esempio di una città dove si trovano troppo spesso rifiuti ingombranti per strada – ha appena dichiarato di aver proceduto da maggio 2019 a dicembre 2020 a 330 accertamenti per abbandono illecito di rifiuti anche grazie alla collaborazione con l’area Ambiente del Comune di Milano e Amsa.
71 le sanzioni amministrative e solo quattro sequestri di veicoli disposti dall’Autorità Giudiziaria. Ancora in corso le indagini su 18 casi. Tra cui quella legata ai roghi di Vaiano Valle, in zona Milano Sud, dove i muri a ridosso della strada sono ormai anneriti dall’abitudine di incendiare i rifiuti ingombranti.
Qui la specializzazione sembra essere quella dei divani dismessi e messi al rogo, senza sapere che sono materiali che potrebbero venire recuperati e riutilizzati.
Troppo poche probabilmente le fototrappole installate (solo 19) puntate sulle aree interessate dal fenomeno. Le tipologie di rifiuti scaricati sono prevalentemente sacchi di rifiuti urbani, legname, mobili e arredi, elettrodomestici, parti di autoveicoli e batterie, materiale edile e di risulta.
Sono stati invece 68 gli accertamenti riguardanti l’abbandono di rifiuti effettuati a piedi, che hanno portato a 21 sanzioni amministrative. In questo caso gli scarichi riguardano principalmente sacchi neri con rifiuti domestici, elettrodomestici, legno e arredi.
Noi ci chiediamo se una delle soluzioni più immediate non sia quella di aprire più punti in cui conferire il materiale da riciclare, in quelle che vengono chiamate riciclerie o oasi ecologiche.
Ancora oggi a Milano è molto difficile accedere a queste aree a causa delle lunghe code in automobile che si è costretti a fare – anche a causa delle norme sanitarie. Sarà anche per questo che la gente cerca scorciatoie?