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Istruzione di qualità, l’Italia in forte ritardo sull’obiettivo

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Foto di Luisella Planeta Leoni da Pixabay

L’Italia, a causa dell’emergenza sanitaria e della sua già precaria organizzazione scalastica, è in grave ritardo sull’obiettivo numero 4 degli Esg, quello che riguarda un’istruzione di qualità. I rilievi dell’Asvis

Durante questi mesi difficili in Italia circa 3 milioni di studenti, di età compresa tra 16 e i 17 anni, hanno avuto difficoltà a seguire le lezioni a distanza (Dad), soprattutto per mancanza o per l’inadeguatezza dei dispositivi informatici in famiglia.

Per questo motivo è forte l’allarme dell’Asvis che, sulla base delle valutazioni del suo Rapporto 2020, vede l’Italia in forte ritardo rispetto alla media europea sull’Obiettivo 4 dell’Agenda 2030 Istruzione di qualità.

Una situazione particolarmente accentuata nel Meridione, area in cui i minori interessati da questa problematica è circa il 20% (fonte Istat). Un fenomeno particolarmente grave perché fa aumentare la probabilità di abbandono scolastico, soprattutto nelle fasce più vulnerabili della popolazione.

L’interruzione delle attività didattiche ha ricadute negative sui processi di insegnamento e di apprendimento, oltre che sulla capacità di inclusione e sul livello di competenza degli studenti.

Servono allora misure di contrasto al fenomeno perché, afferma il portavoce dell’Asvis, Enrico Giovannini, “di fronte alla crisi che ha investito i giovani e il mondo dell’istruzione urgono politiche per recuperare il tempo didattico e di socialità perduto, per prevenire un ulteriore calo di competenze, contenere le disuguaglianze e tutelare la qualità educativa“.

Non che prima dell’emergenza sanitaria le cose nel nostro Paese andassero bene… Come mostra l’andamento dell’indicatore composito nel periodo 2010-2019, la situazione è migliorata sensibilmente fino al 2014 per poi peggiorare a causa del calo della partecipazione culturale, delle competenze di base in lettura e di un più basso tasso di partecipazione alle attività educative dei bambini di cinque anni (-4,1 punti percentuali in 8 anni).

L’Italia è in grave ritardo rispetto alla media europea per tutti gli indicatori analizzati, differenza che risulta particolarmente ampia per il tasso di istruzione terziaria, pari al 27,6% nel 2019 rispetto al 41,6% medio europeo.

L’Italia inoltre è agli ultimi posti in Europa per il tasso di laureati, ma anche per un basso tasso di occupazione dei neolaureati, pari al 56,5% rispetto a una media europea dell’81,6%, superiore solo a quello della Grecia.

Alla luce di questa situazione, l’associazione propone una serie di iniziative in grado di far creascere una istruzione di qualità:

  • introdurre urgentemente misure economiche e strategie organizzative e didattiche volte a contenere l’esplosione delle disuguaglianze, esacerbate dalla crisi
  • garantire una formazione iniziale aggiornata e un reclutamento tempestivo del personale docente, in grado di assicurarne la qualità della formazione, due aspetti fondamentali e strettamente connessi del sistema di istruzione
  • ripensare gli spazi di apprendimento, investendo sull’edilizia scolastica (e universitaria) coerentemente con gli obiettivi didattici del 21° secolo e in migliore sintonia con i requisiti della sostenibilità
  • rafforzare la qualità dei patti educativi territoriali, opportunità per valorizzare la scuola pubblica e la sua collaborazione con il territorio, per favorire la partecipazione degli alunni e delle famiglie, nonché per la cura e l’inclusione delle fragilità; occorre pertanto stimolare e incoraggiare una maggiore libertà per ogni autonomia scolastica di selezione e di reclutamento delle competenze più coerenti con la propria offerta formativa
  • potenziare le leve già previste per il sostegno del diritto allo studio e avviare una riflessione più generale sulla più opportuna ripartizione della spesa per l’istruzione superiore tra pubblico e privato (a carico delle famiglie), tenendo presente che negli ultimi 15 anni l’Italia è tra i Paesi Ocse che hanno visto maggiormente diminuire la quota pubblica e di riflesso crescere quella privata

Iniziative dei giovani per la sostenibilità

In questo scenario poco rassicurante, tuttavia, nascono anche iniziative interessanti create dai giovani. È il caso di Road to Parma, esplorazione di un nuovo pensiero sulla sostenibilità, che si propone di tracciare la strada del cambiamento verso l’Italian Youth Forum Parma 2021 e costruire insieme un futuro possibile.

Proprio domani – 26 gennaio, alle 18 – sul tema della sostenibilità si svolgerà Immaginare gli spazi del futuro, con gli architetti Alberto Bottero e Simona Della Rocca che entraranno nei dettagli dell’Obiettivo 11 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per spiegare come sia possibile rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili.

In questa occasione, quindi, si discuterà l’importanza di riadattare gli spazi dell’abitare, del lavoro e dell’educazione seguendo un’idea di un’architettura umanistica e sociale, che risponda alle esigenze dell’uomo.

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