Decisi ieri in Parlamento Europeo i prossimi passi della direttiva legata all’economia circolare: tra cui spicca il diritto alla riparabilità e alla durata dei prodotti. Tutto parte dall’ecodesign
Proseguono i lavori al Parlamento europeo sulla legislazioni in tema di economia circolare. Ieri mattina – 9 febbraio 2021 – è stato approvato il Piano d’Azione che punta a ottimizzare e regolare i principi della prevenzione e della riduzione.
La Commissione dovrà stabilire, entro la fine di quest’anno, principi di sostenibilità e standard specifici ambientali di tutti i prodotti introdotti nel mercato Ue, comprese le presenze di materiali e sostanze chimiche. Riparabilità e durata dovranno essere espressi in etichetta. (Qui il testo della direttiva sulla progettazione ecocompatibile)
“Non è più solo una politica ambientale, ma è un elemento della politica industriale europea – commenta Simona Bonafè, eurodeputata area Pd e gruppo S&D – Le risorse del pianeta purtroppo non sono infinte e noi consumiamo più del doppio della disponibilità. Se vogliamo raggiungere gli obiettivi fissati nel Green Deal dobbiamo intervenire su come produciamo, sull’intero sistema e ragionare in termini di efficienza delle risorse.
Nel 2018 abbiamo approvato un pacchetto legislativo che si concentrava sul fine vita dei prodotti e sugli imballaggi con target di riciclo e conferimento massimo in discarica. Con l’Action Plan vogliamo fare un salto di qualità focalizzandoci sulla prevenzione dei rifiuti, sul prodotto prima che diventi rifiuto e sulle materie prime e seconde“.
La Bonafè è da sempre madrina delle direttive europee sul riciclaggio. Ora il suo obiettivo è “estendere le misure dell’eco-design per la creazione di prodotti di ogni settore (tessile, prodotti elettronici, imballaggi, batterie) progettati fin dall’inizio per il fine vita. È inoltre importante lavorare sull’etichettatura verde per consentire ai consumatori di fare acquisti consapevoli e promuovere un vero cambiamento culturale. Vogliamo rilanciare l’eco-label e promuovere la riparabilità dei prodotti“.
Un altro punto che sarà centrale del Piano è quello inerente gli appalti verdi che Bonafè definisce volano per l’economia circolare e per i quali è stato chiesto alla Commissione europea di fissare parametri minimi.
La sostenibilità, che non è solo ambientale ma anche sociale, deve necessariamente coinvolgere le parti sociali.
Bonafè ha sottolineato il lavoro svolto dal 2018 a oggi e la necessità di fare rispettare le normative. L’anno appena trascorso è stato caratterizzato dall’impegno dell’Unione Europea per far fronte alla crisi globale, ma lo sviluppo sostenibile sarà una leva per la ripresa post-Covid.
Le risorse messe a disposizione dall’Action Plan saranno utilizzate per contrastare il cambiamento climatico, un’azione che non può essere fatta con un modello lineare.
È necessario mettere in campo creatività, impegno, ricerca e serietà per ottenere risultati concreti, si spera nel breve periodo, stabilendo obiettivi e parametri precisi.
Anche Eleonora Evi, ora al Parlamento europeo in area Greens/Efa, sta lavorando molto su questi temi.
“Voglio sottolineare – commenta a proposito – che l’economia circolare è l’unica soluzione alle nuove sfide messe in evidenza dalla pandemia, l’unica in grado di rafforzare le catene del valore all’interno dell’Ue, creando nuovi posti di lavoro ed ecosistemi industriali più resilienti e sostenibili. Per questo è un treno che non possiamo permetterci di perdere, per rilanciare la nostra competitività e salvaguardare la nostra salute“.
(ha collaborato Silvia Massimino)