Animali in agonia trasportati sulla Karim Allah in violazione dei diritti e delle regole igienico-sanitarie. E ora si sa che verranno tutti uccisi per decisione della Corte Suprema di Madrid che ha negato la sospensione dell’ordine di macellazione dei vitelli
Gli animali della Karim Allah verranno tutti uccisi. La Corte Suprema di Madrid ha negato la sospensione dell’ordine di macellazione dei vitelli richiesto dall’azienda di trasporti.
Ai piedi della Karim Allah è stata installata una tenda, all’interno della quale verranno sacrificati, e decine di container che serviranno per rimuovere i cadaveri dal porto di Escombreras a Cartagena.
Animal Equality chiede che venga interrotta l’esportazione di animali al di fuori dell’UE dalla Spagna e da tutto il territorio europeo per non essere in grado di garantire il loro benessere.
Ma vediamo la storia di questo dramma silenzioso nel Mediterraneo che riguarda circa 2.000 bovini e vitelli in agonia, prigionieri su due navi da trasporto partite dalla Spagna a dicembre, con destinazione Libia, cui è stato negato l’attracco a causa di focolai di bluetongue, una grave malattia che colpisce i bovini.
Gli animali si trovano prigionieri in condizioni disperate, non si sa quanti ne sono già morti. Una delle due navi, la Karim Allah, si trova al largo di Cagliari mentre la Elbeik è ancorata da numerosi giorni davanti a Cipro.
Le associazioni, fra cui Lav, Compassioni in World Farming Italia Onlus, Animal Equality, Enpa, Animal Walfare Foundation (Awf), si sono mobilitate per chiedere un intervento al Ministero della Salute e hanno presentato denuncia alle autorità italiane ed europee e alle autorità spagnole competenti.
Fonti anonime hanno riferito ad Animal Welfare Foundation che per gli animali ancora a bordo della Elbeik sta finendo il cibo. I bovini sono a bordo di questa nave già da quasi due mesi e, secondo gli informatori, il capitano e i membri dell’equipaggio sono disperati e non sanno come trovare una soluzione per questi animali.
Alle associazioni si è affiancata anche Eleonora Evi, europarlamentare dei Verdi europei, membro titolare di Anit, Commissione d’inchiesta per la protezione degli animali durante il trasporto, che dichiara: “In qualità di vicepresidente dell’intergruppo sul benessere animale, non posso che manifestare una profonda indignazione per la situazione agghiacciante degli oltre 2.000 bovini bloccati in mare dopo la partenza dalla Spagna lo scorso dicembre.
Da oltre due mesi questi animali sono costretti in spazi angusti e a viaggiare in condizioni che non rispettano neanche lontanamente gli standard minimi previsti per il trasporto degli animali. Per questo motivo ho firmato la lettera indirizzata alla Commissaria alla salute e alla sicurezza alimentare Stella Kyriakides, affinché vengano presi immediati provvedimenti“.
Animali in agonia, trasportati come merci
Gli animali destinati all’alimentazione vengono trasportati in condizioni disumane, spostati da un luogo all’altro e caricati su mezzi di trasporto, come fossero merce senza vita.
Sono anni che gli attivisti chiedono di porre fine a queste terribili pratiche. Riguardo alla vicenda in corso Eleonora Evi solleva un dubbio nella lettera indirizzata alle istituzioni: “o chi trasporta gli animali sta mentendo oppure sono stati scaricati in mare i cadaveri“.
E scrive: “In entrambi i casi si tratta di violazioni gravissime. Il destino di questi bovini dimostra ancora una volta come il regolamento sui trasporti, che impone alle autorità competenti di concedere autorizzazioni solo ai trasportatori che dispongono di piani di emergenza, rimanga inattuato.
Le terribili condizioni nelle quali vengono trasportati gli animali vivi sono inaccettabili: la mancanza di acqua e di cibo, gli spazi sovraffollati e le temperature estreme causano spesso ferite gravi, o addirittura la morte per asfissia. Non di rado si tratta di cuccioli non ancora svezzati.
Con questa lettera chiediamo, pertanto, che i bovini raggiungano la loro destinazione finale prima possibile e che questo grave episodio ponga in essere controlli più severi e una subitanea revisione del regolamento sul trasporto degli animali. L’Unione europea deve dire basta al trasporto di animali vivi: una crudeltà ingiustificata, una pratica indegna di popoli che amano definirsi civili“.
Bisogna ricordare che spesso si verificano incidenti durante questi trasporti. Solo pochi mesi fa, a settembre 2020 al largo del Giappone, un cargo che trasportava dalla Nuova Zelanda alla Cina 6mila capi di bestiame si è trovato in mezzo a un tifone ed è affondato.
Qualche membro dell’equipaggio fortunatamente si è salvato, ma purtroppo per gli animali non c’è stato niente da fare.