Nel ricorso di Assopetroli contro il Regolamento per la qualità dell’aria del Comune di Milano, che impone il blocco all’installazione della caldaie a gasolio, Legambiente e le associazioni ambientaliste sono a fianco del Comune. Che segna un primo punto a suo favore
Mentre la situazione legata alla qualità dell’aria di Milano resta molto pesante – le centraline cittadine dell’Arpa, nella giornata del 10 marzo hanno registrato concentrazioni di polveri sottili vicino ai limiti (50 microgrammi per m3) e una media di Pm10 di 42,12 µg/m3 – torna in scena la querelle tra Comune di Milano e Assopetroli.
Il tema del contendere sono le caldaie alimentate a combustibili liquidi (compresi biocarburanti ed emulsioni) che verranno messe al bando dall’ottobre 2022 (quelle inferiori ai 3 MW).
Da qui il ricorso al Tar di Assopetroli-Assoenergia e di Grandi Reti contro il Regolamento per la qualità dell’aria emanato dal Comune di Milano.
La motivazione delle associazioni dei produttori di carburanti è che “il Comune di Milano, senza alcun confronto con i diretti interessati, ha introdotto nuovi oneri su cittadini e imprese, in nome di un beneficio ambientale tutto da dimostrare“.
Il ricorso per lasciare il gasolio, inquinante, è fatto per il bene dei cittadini, insomma… ne prendiamo atto, constatando però che i giorni con valori di smog oltre la soglia consentita sono stati nel 2021 già 22 (le norme europee tollerano il superamento dei valori limite solo per 35 giorni all’anno).
Oggi, la vertenza segna in ogni caso un primo punto a favore del Comune e delle associazioni che si sono costituite in opponendum al fianco dell’amministrazione milanese nel processo per la richiesta di sospensiva del Regolamento per la qualità dell’aria.
Il Tar di Milano non ha concesso la sospensiva richiesta dai ricorrenti, riservandosi di esaminare la controversia e rinviando a ottobre la decisione nel merito: pertanto il Regolamento comunale continuerà a essere in vigore, fino al definitivo pronunciamento dei giudici amministrativi.
Per Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, associazione al fianco del Comune in questa vertenza legale, la situazione delle caldaie a gasolio in città è allarmante considerato che “il funzionamento di questi impianti, a parità di prestazioni, costa il doppio ed emette 25 volte più particelle di una caldaia a metano. I sistemi alternativi sono estremamente vantaggiosi grazie a numerosi incentivi sia statali che regionali e comunali“.
Di parere contrario il presidente di Assopetroli-Assoenergia Andrea Rossetti e il presidente di Grandi Reti Giuseppe Gatti per i quali “si tratta di un obbligo del tutto irragionevole. Si vuole imporre agli operatori un onere sproporzionato rispetto ai benefici attesi per la collettività e si adotta un provvedimento che travalica i poteri del Comune e che viola la libertà d’impresa in modo insensato“.
Ancora una volta entra in gioco il dualismo tra salute ed economia… un tema ormai superato, a nostro parere, perché non esiste economia senza il respetto della salute e del benessere dei cittadini.