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Arriva l’intelligenza artificiale che dà una mano a medici e pazienti

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progetto lucy - intelligenza artificiale in medicina
Foto da Pexels

Intelligenza artificiale in medicina per previsioni, diagnosi, sviluppo dei farmaci, ma anche per servizi di prevenzione come quello di Copernicus Atmosphere Monitoring Service o per l’etichetta di Fleep Technologies, spin off dell’Istituto Italiano di Tecnologia

Teorizzate a metà degli anni Novanta da Timoty Bresnahan e Manuel Trajtenberg, le General purpose tecnology sono tecnologie che influenzano intere economie, a livello sia nazionale sia globale, trasformando in profondità le società in cui vengono adottate.

Di esempi ce ne sono tanti: come la domesticazione delle piante e degli animali e che comprende tra gli altri la ruota, la scrittura, la stampa, il motore a vapore, l’elettricità, le biotecnologie e Internet. Tutte Gpt che hanno lasciato il segno.

Ma non stupiamoci se l’intelligenza artificiale è considerata da molti la Gpt che produrrà gli effetti più profondi e duraturi sulle nostre società.

In effetti, le applicazioni dell’Ia sono ormai pervasive e vanno dalla ricerca scientifica al settore bancario e alla finanza, dall’agricoltura ai software capaci di replicare il linguaggio naturale, oltre che nelle tecnologie aerospaziali e militari.

Mentre in alcuni casi, per esempio nei sistemi per la guida autonoma, le ricadute concrete si stanno diffondendo con relativa lentezza, altri ambiti, come la medicina, sono investiti da trasformazioni radicali che stanno cambiando i modi in cui si fa prevenzione, si effettuano le diagnosi, si sviluppano i farmaci e si predispongono le terapie.

Grazie anche all’intersezione con le biotecnologie, la genomica e la robotica avanzata, la medicina sta arrivando a dei livelli di personalizzazione nei trattamenti del tutto impensabili solo fino a pochi anni fa.

Nel contempo, si aprono scenari inediti che impongono nuove domande sulla funzione dei medici.

Su questi temi si è svolto il convegno online Intelligenza artificiale in medicina, come cambia il ruolo dei medici, organizzato dalla Società italiana per l’etica dell’intelligenza artificiale.

Dopo aver sottolineato che il mercato dell’intelligenza artificiale applicato alla medicina è in fortissima crescita, era di 600 milioni di dollari nel 2014 e si prevede che sarà di 150 miliardi nel 2026, e dopo aver illustrato i risultati della sua applicazione in settori come la diagnostica per immagini, l’oncologia e la cardiologia, i partecipanti hanno approfondito quelli che, al momento, sono i temi centrali della discussione.

Tutti hanno concordato sul fatto che è in corso una rivoluzione che va gestita, per evitare che i medici siano travolti, anche a causa della diffusione delle pratiche di autodiagnosi: oggi il 70% delle persone si rivolge a Dr. Google prima di consultare il medico, con rischi notevoli considerata la diffusione della genomica fai-da-te, i cui risultati sono però difficilissimi da interpretare correttamente.

Il primo passo per governare questa trasformazione consiste nell’insegnare l’intelligenza artificiale e le sue implicazioni etiche nei corsi di studio dei futuri medici.

Che dovrebbero anche essere preparati su come gestire e ridurre i bias nei set di dati che vengono forniti ai sistemi di machine learning, in modo da evitare distorsioni nei risultati e nelle predizioni.

Inoltre, un tema sempre più rilevante è quello degli assetti normativi, che già oggi sono molto diversi tra Stati Uniti, Europa e paesi asiatici e che dovrebbero, questo è l’auspicio, essere il più possibile armonizzati per evitare scappatoie o fughe in avanti pericolose.

Quello che si prospetta, nelle opinioni dei partecipanti al convegno, è un dialogo sempre più fitto tra la saggezza e l’empatia del medico, qualità non (ancora) replicabili dai sofware e i contributi che possono arrivare dai sistemi di intelligenza artificiale, che dovrebbero diventare i migliori assistenti possibili dei medici.

Intelligenza artificiali e previsioni dei pollini

Sempre in tema di salute e sempre a elevato contenuto tecnologico, il Copernicus Atmosphere Monitoring Service dell’Unione europea ha presentato un servizio capace di prevedere con quattro giorni di anticipo la diffusione dei pollini di betulla, olivo, erba, ambrosia e ontano.

Si tratta delle cinque specie più comunemente associate alle allergie, un problema che riguarda 100 milioni di persone in Europa e che causa ogni anno perdite di giorni lavorativi per oltre 150 miliardi di euro.

I modelli previsionali sviluppati dal Cams, in sinergia con l’European aeroallergen network (Ean), si basano sui dati dati osservativi ricavati da circa 100 stazioni a terra diffuse in tutto il continente e forniscono indicazioni che permettono agli allergici di iniziare le cure in anticipo o limitare le attività all’aperto quando la quantità dei pollini risulta particolarmente elevata.

Si tratta di informazioni rilevanti anche per il contrasto della pandemia da Covid-19: uno studio congiunto del Cams e dell’Istituto meteorologico finlandese, condotto usando i dataset di 150 stazioni in 31 paesi in tutto il mondo, avrebbe infatti rilevato una correlazione tra i picchi nelle concentrazioni dei pollini e l’aumento dei casi di positività da coronavirus.

In particolare, il team di ricerca avrebbe dimostrato che il polline può rappresentare, in media, il 44% della variazione nei tassi di infezione, con un ruolo rilevante anche per l’umidità e la temperatura dell’aria.

Le elevate concentrazioni di pollini ridurrebbero infatti la risposta immunitaria ai virus e l’indicazione è quella di usare le maschere facciali con sistemi di filtrazione.

Una smart label per i farmaci

Di recente, Fleep Technologies, spin off dell’Istituto Italiano di Tecnologia, ha presentato un prototipo di una smart label che può essere applicata sui dispenser dei farmaci e fornire informazioni sulla quantità di farmaco ancora disponibile, evitando l’esaurimento inaspettato e fornendo indicazioni affidabili sui tempi della somministrazione, informazioni centrali nelle pratiche di automedicazione.

L’etichetta, fabbricata in materiali organici con uno spessore di 200 micrometri, può essere piegata e avvolta attorno ai contenitori e viene fabbricata con una tecnologia che consente alle aziende che realizzano dispenser di integrare rapidamente e a costi ridotti funzionalità aggiuntive alle loro linee di prodotto, il tutto con impatti ambientali ridotti.

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