Il settore della calzetteria made in Italy è uno dei più prestigiosi e apprezzati nel mondo. Da sempre alimentato dalla ricerca tecnologica per ottimizzare i prodotti, a partire dai filati, oggi punta sulla sostenibilità per la ripresa economica
Tecnologia e sostenibilità, questi i due ingredienti principali della ripresa economica di uno dei settori più importanti del tessile italiano, la calzetteria, da sempre caratterizzato dall’innovazione tecnologica e il cui distretto si trova nel mantovano.
L’attenzione verso la Sostenibilità è una strada intrapresa da anni, ma oggi acquista un significato ancora più importante perché è un elemento ricercato sempre di più dai consumatori, come conferma Alessandro Gallesi, presidente Adici (associazione distretto calze e intimo.
“La transizione verso una moda e un tessile eco-sostenibile è un percorso ormai definito e irreversibile. La situazione pandemica globale, con tutte le sue implicazioni legate al mutamento dello stile di vita, dei comportamenti e delle scelte di acquisto delle persone, ha generato un’impennata della sensibilità dei consumatori, soprattutto i più giovani, che sono il motore principale della crescita delle imprese (nel 2020, il 63% dei consumatori hanno scelto prodotti sostenibili, contro il 29% nel 2019 – analisi realizzata da PwC).
Le aziende che guardano al futuro devono tener conto nella creazione dei loro prodotti e nelle loro scelte commerciali e di comunicazione di questo trend che è destinato nel tempo ad aumentare costantemente a partire dalla materia prima utilizzata“.
Ed è proprio sulla materia prima che si gioca questa sfida. Molti sono i filati e le fibre ecologiche messe a punto negli ultimi anni che coniugano riciclo, rigenerazione e nuovi materiali ricavati da materie prime naturali.
Ricerca a partire dai filati: la linea Fulgar
Tra le aziende tessili che producono fibre per la calzetteria c’è Fulgar che sviluppa fibre per i più importanti brand di moda italiani ed europei.
Nella sua vasta gamma di proposte si trovano tessuti eco-sostenibili brevettati come Evo, filato bio-based ricavato dall’olio di ricino; Q-Nova, fibra ricavata da materie prime rigenerate e Amni Soul Eco, poliammide biodegradabile.
L’ultimo poliammide uscito dai laboratori di ricerca di Fulgar è un filato dalle proprietà antivirali e antimicrobiche realizzato in questo periodo di pandemia.
Diversi brand di calzetteria made in Italy hanno scelto i materiali sostenibili dell’azienda Fulgur. Fra questi il brand i calzetteria di lusso Sarah Borghi, che ha lanciato la Green Collection realizzata con il filato biodegradabile Amni Soul Eco, Evo e Q-Nova, materiali utilizzati anche per alcuni modelli innovativi di collant e legging prodotti da Tightings, brand del gruppo mantovano Duelegs Bbf Group, da Calzificio Schinelli per la linea EcoHoisery in fibra riciclata Q-Nova e dal marchio Donna BC.
Calze con Pet rigenerato: le propone Calzedonia
Molte aziende di calzetteria hanno scelto queste tipologie di filati, a cominciare da Calzedonia che utilizza per la sua linea ecologica di collant, legging e calze la fibra di nylon 6,6 green Q-Nova by Fulgar, il filato in poliammide 6,6 ricavato da materie prime rigenerate e certificate Global Recycled Standard (GRS 2015-005 certificato da Icea) ed Ecolabel Eu.
Gli eco-leggings di Calzedonia sono realizzati in una fibra rinnovabile di derivazione vegetale e con materiali riciclati derivati dalle bottiglie di Pet che oltre a ridurre l’impatto ambientale sono tessuti particolarmente confortevoli e dall’elevata vestibilità.
Per produrre i calzini Calzedonia utilizza il filato Relife che unisce cotone rigenerato e Pet riciclato. Calzedonia si è anche impegnata nella ricerca di un packaging più sostenibile con l’introduzione da qualche anno di shopping bag in materiale 100% riciclato e riciclabile.
Save the ocean anche con l’acquisto di una calza
Oroblù, marchio di alta gamma dell’azienda mantovana Csp International, ha scelto invece i filati di RadiciGroup per produrre il suo primo collant realizzato con filati derivati dal riciclo delle bottiglie di plastica.
È nato infatti Oroblù Save the Oceans, il collant nero 50 denari in Repetable, filato in poliestere tinto in massa per un ulteriore risparmio di acqua ed energia elettrica durante la lavorazione. Questo modello sarà distribuito a partire da agosto 2021.
“La nostra azienda ha da sempre sviluppato collezioni che offrono prodotti di qualità, in cui l’attenta mano stilistica, in concerto con il team di sviluppo prodotto, ha sempre curato la costante attenzione all’eco-innovazione – spiega Carlo Bertoni, amministratore Delegato di Csp International Fashion Group – Abbiamo sviluppato il concetto di sostenibilità integrandolo al nostro metodo di lavoro, attraverso la selezione di materie prime riciclate e riciclabili, garantendone l’intero percorso di tracciabilità, forti, anche del fatto, che il ciclo produttivo è basato prevalentemente in Italia, nel territorio mantovano. Da anni lavoriamo con RadiciGroup con il quale abbiamo concretizzato l’importante progetto Save the Oceans, realizzando collant che vestono le gambe delle donne e che di pari passo fanno bene all’ambiente“.
Bergamo e Mantova: su questa traettoria si sviluppa la collaborazione fra due aziende familiari.
Per le calze sportive
Ancora dalla collaborazione tra RadiciGroup e Macron, il brand sportswear, nascono le calze sportive realizzate con Renycle, il filato che nasce dal riciclo del nylon 6. RadiciGroup spiega che gli scarti di produzione vengono convertiti in polimeri e successivamente in filati che mantengono caratteristiche tecniche paragonabili a quelli provenienti da fonte fossile, ma con performance ambientali migliori. Come la riduzione delle emissioni di CO2 di quasi il 90% e il risparmio di oltre l’87% di energia e il 90% di acqua.
Materiali naturali e rigenerati a Prato
Un’alternativa ecologica ai collant in nylon classici la offre anche H-earth, azienda familiare di Prato che da 50 anni produce con materiali riciclati. Negli ultimi anni l’azienda ha investito nella ricerca di materiali innovativi, ecologici e dermocompatibili per creare alcune linee di intimo, calze e sportwear adatte alle nuove esigenze del mercato.
La produzione si avvale anche della certificazione Animal free ottenuta in collaborazione con Lav che garantisce che non è utilizzato nessun derivato animale. I tessuti sono infatti di origine vegetale come fibre di bambù, eucalipto, ricino, seta vegetale e biopolimeri.
La linea di collant è realizzata in seta vegetale da cellulosa rigenerata, anallergica, in fibra di eucalipto o in fibra di ricino con proprietà termoregolatrici e ad alta traspirabilità.
Sempre a Prato si trova l’azienda Rifò, specializzata nella rigenerazione del cashmere con cui realizza le sue collezioni di maglieria. Da qualche anno ha inserito nella sua gamma prodotti anche i calzini unisex in cashmere rigenerato per i più freddolosi.
Calze di bambù
Il Maglificio di Verona realizza collant da bambina a marchio Semi di Zucca in bambù, fibra dalle molte proprietà come morbidezza, resistenza, vestibilità, proprietà antibatteriche e anti-funghigeno.
Attiva dal 2004 l’azienda lombarda LeCalzeNatura di Mina Volpe produce calze ecologiche in cotone biologico certificato, bambù e altri filati naturali per uomo, donna e bambino.