Grazie a strumenti di analisi e previsione sempre più accurati, è ormai possibile prevedere gli impatti del riscaldamento globale sulle isole del Mediterraneo, cui rispondere con strategie di adattamento molto mirate. Performance ambientali con spazi di miglioramento
Mettere insieme cambiamenti climatici e isole evoca immagini di lontani paradisi tropicali, le cui spiagge vengono sommerse dalla crescita del livello del mare, con le falde acquifere che diventano sempre più salate a causa delle infiltrazioni di acqua marina e variazioni nei regimi delle piogge che mettono a rischio le colture agricole.
In realtà, il riscaldamento del clima è, ovviamente, un fenomeno globale e anche le isole e gli arcipelaghi europei sono già oggi investiti dai suoi impatti.
Il progetto Soclimpact, finanziato nell’ambito di Horizon 2020, ha riunito 24 partner da 8 paesi europei per elaborare modelli previsionali degli effetti socioeconomici del climate change sui settori dell’acquacoltura, dell’energia, dei trasporti marittimi e del turismo nelle Antille Francesi, le Azzorre, le Baleari, le Canarie, la Corsica, Creta, Cipro, Fehmarn, Madeira, Malta e la Sardegna.
Gli impatti del climate change sulle isole
Per quantificare gli impatti previsti, i ricercatori hanno sviluppato due scenari, uno a basse e l’altro ad alte emissioni, su due periodi – dal 2046 al 2065 e dal 2081 al 2100 – e hanno tenuto conto delle stime sull’innalzamento del livello del mare, dei cambiamenti nella flora, dell’incremento degli incendi e della diffusione di malattie infettive.
In particolare, l’Università di Bologna, partner del progetto, si è avvalsa del know how del Centro di studi avanzati sul turismo di Rimini che, partendo da big data raccolti da social media e altre risorse online, ha elaborato delle previsioni sulle variazioni della spesa per il turismo e sugli effetti che i cambiamenti climatici avranno sull’immagine dei luoghi di villeggiatura.
Oltre alla quantificazione degli impatti, Soclimpact ha elaborato anche indicazioni per strategie di adattamento e mitigazione specifiche per le isole e le aree costiere coinvolte nel progetto e le ha raccolte nel Reis, una risorsa online in cui è possibile proporre soluzioni al problema dei cambiamenti climatici.
Un altro contributo all’elaborazione delle strategie che le isole possono mettere in campo per adattarsi ai cambiamenti climatici viene dall’Osservatorio isole sostenibili, risultato di una partnership tra l’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Cnr e Legambiente.
La situazione nelle isole minori italiane
L’attività dell’Osservatorio si concentra in particolare sulle isole minori del nostro Paese che a seconda di come le si recensisca vanno dalle 19 alle 30 unità) e sulle loro azioni nei settori dell’energia, dell’acqua, dei rifiuti e della mobilità.
La situazione attuale ha, come si dice, ampi spazi di miglioramento: nessuna delle isole va oltre il 6% dell’energia da fonti rinnovabili, mentre sulla terraferma si arriva a oltre il 36%, la media della differenziata si ferma al 40% e c’è addirittura un comune, Marciana Marina, privo di depuratore.
Per invertire la rotta l’Osservatorio ha elaborato una serie di indicazioni, dalle strategie per il plastic free alle reti per la connettività veloce, dalle pratiche di agricoltura sostenibile alle energie rinnovabili dal sole e dal moto ondoso.
L’Osservatorio punta a mettere in rete le buone pratiche, nazionali ed estere, che possono aiutare le isole minori a ridurre i rifiuti prodotti e ad arrivare a una totale decarbonizzazione entro il 2050.
Una pianificazione accurata è uno dei tasselli fondamentali per rendere realmente sostenibili le attività che ruotano attorno al mare e alle isole, dall’energia ai trasporti, dalla pesca all’acquacoltura, dal turismo alle pratiche estrattive.
L’Università Iuav di Venezia, assieme al Cnr – Ismar e al Consorzio per il coordinamento delle ricerche inerenti al sistema lagunare di Venezia, ha ricevuto dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili l’incarico di elaborare il Piano spaziale del mare per l’Italia.
Il piano italiano per lo spazio marittimo
Il documento, reso obbligatorio dalla Direttiva 2014/89 dell’Unione europea, indica i criteri per la sostenibilità delle attività nello spazio costiero e marittimo nell’ambito della cosiddetta economia blu, uno dei settori primari del Green Deal.
Inoltre, nell’ambito del progetto Maritime spatial planning – Mediterraneo, Iuav sta lavorando al coordinamento della pianificazione spaziale del mare nel Mediterraneo insieme ai governi e ai centri di ricerca di Spagna, Francia, Slovenia, Malta e Grecia.
Lo studio, coordinato da Francesco Musco, Daniele Brigolin, Denis Maragno e Micol Roversi Monaco, si concentra sulla pianificazione del paesaggio, l’analisi ambientale, gli aspetti giuridici e quelli della comunicazione ambientale, con l’obiettivo di garantire uno sviluppo sostenibile e rispettoso delle risorse marine.
Giocano in questo perimetro geografico anche le attività di Marevivo impegnate a selezionare e diffondere le energie verdi sulle isole. A settembre durante i Green Salina Energy Days verranno consegnati riconoscimenti simbolici ai progetti selezionati dalla giuria.
Obiettivo dell’edizione 2021 del premio Sole, Vento e Mare è quello di individuare progetti di livello internazionale già sperimentati e replicabili che abbiamo le giuste caratteristiche tecnologiche, ambientali in linea con gli obiettivi programmatici della transizione ecologica.