La crisi economica legata alla situazione sanitaria ha messo in crisi parecchie aziende ma soprattutto, rileva l’Istat, ha colpito maggiormente le donne
Colmare il gender gap favorendo l’imprenditoria femminile, meglio se tramite iniziative indirizzate a idee innovative e di tipo tecnologico; così, in un colpo solo, è possibile fare centro sugli obiettivi di Sviluppo Sostenibile numero 5 (parità di genere), 8 (lavoro dignitoso e crescita economica), 9 (imprese, innovazione e infrastrutture) e 12 (consumo e produzione responsabili).
I dati Istat relativi all’occupazione, nel mercato italiano, in tempo di pandemia hanno infatti rilevato come le donne siano state le più colpite dagli effetti della crisi sanitaria sul mondo del lavoro (per approfondire il tema del mercato del lavoro in tempo di pandemia consultate il Rapporto annuale).
Per quanto riguarda le attività imprenditoriali, invece, il Global Enterpreneurship Monitor, all’interno dell’ultimo aggiornamento del suo Global Report, pubblicato a marzo 2021, mostra lo stato dell’arte del mondo imprenditoriale, a livello globale, negli ultimi 12 mesi: il 43 percento dei partecipanti all’indagine conosceva qualcuno che ha dovuto chiudere la propria attività, nel 2020, a causa della pandemia.
Questo dato viene però controbilanciato da una tendenza opposta: il 25% dei rispondenti conosce qualcuno che ha dato vita a un’attività imprenditoriale nel corso del 2020. Le idee e i progetti ci sono, quindi: bisogna trovare il modo di renderli concreti.
In questo contesto è nato Tech Women for Sustainable Business, un’iniziativa a favore della creazione di startup innovative e guidate da donne; questo progetto, ideato da Unicredit e Nativa, vuole supportare la crescita sostenibile di 20 startup, attraverso un percorso che si sviluppa nell’arco di sei mesi e che prevede incontri mirati ad affrontare aspetti rilevanti dell’imprenditoria di oggi.
Tra i temi oggetto di approfondimento: il modello delle società benefit, il legame tra la strategia di impresa e gli impatti Esg, l’analisi dei trend alla base del cambiamento socio-culturale attualmente in corso, la comprensione dei principi metodologici necessari alla costruzione di modelli di business sostenibili.
Le sessioni generali e di metodo saranno seguite da due incontri individuali con gli esperti di Nativa, società benefit molto attiva a livello europeo e che ha contribuito in modo significativo all’introduzione della legge Società Benefit in Italia; con questi incontri si vuole offrire alle imprenditrici l’opportunità di effettuare una valutazione personalizzata, propedeutica alla definizione della strategia per disegnare il proprio modello di business sostenibile.
Imprenditoria femminile, qualcosa si muove
Il progetto si inserisce all’interno di una serie di iniziative dedicate all’imprenditoria femminile volute da UniCredit Start Lab, la piattaforma di business di Unicredit dedicata alle startup e alle Pmi innovative.
Con i numeri alla mano, per dare una svolta positiva ed efficace ai trend attuali – e innescare così processi virtuosi – sembra essere necessario un intervento propositivo da parte delle istituzioni finanziarie, meglio se in collaborazione con società di consulenza in grado di fornire servizi di advisory specializzato nelle tematiche ad alta tecnologia.
Secondo She Tech, un’organizzazione no profit nata per ridurre il gender gap all’interno del mondo delle tecnologie, del digitale e dell’imprenditoria, le startup italiane a prevalenza femminile rappresentano solo il 13% del totale.
Per quanto riguarda il gender gap nel suo complesso, l’Italia, come paese, oggi si posiziona al 63esimo posto nella classifica mondiale, in leggero miglioramento rispetto allo scorso anno.
Tra le sfide, ben conosciute, oltre al divario salariale troviamo la presenza femminile all’interno di posizioni manageriali di alto profilo e, per coloro che invece costruiscono il proprio percorso professionale nell’ambito dell’imprenditoria, l’accesso alle fonti finanziarie.
L’idea progettuale lanciata da UniCredit e da Nativa è l’ultima di una serie di iniziative e di contest promosse nelle ultime settimane, a riprova che anche l’obiettivo 17 (partnership per gli obiettivi) può fornire contributi di valore a favore degli Esg.