Secondo degli studi, le donne sono esposte molto di più verso questa malattia. Il 16 maggio è la giornata mondiale della celiachia, approfittiamo di questa ricorrenza per parlare di un tema su cui spesso ci si confonde.
Il 16 maggio è la Giornata mondiale della celiachia, quale momento migliore per capirne di più. La celiachia è un’intolleranza alla gliadina, una proteina contenuta nel glutine. Ed è ormai stata confermata essere una malattia ereditaria.
Il modo più semplice per scoprire se si è affetti da celiachia è sottoporsi a un esame del sangue. Attraverso un’analisi sierologica si è in grado di cercare degli specifici anticorpi la cui presenza è indicativa di intolleranza al glutine.
Secondo dati del Ministero della Salute, circa l’1% della popolazione italiana è colpito da questa intolleranza alimentare. Le analisi effettuate dimostrano che le persone affette da celiachia in Italia sono circa 600.000 e il trend annuo è sempre in aumento.
Dati dell’Iss (Istituto superiore di sanità) affermano che le regioni con il più alto tasso di celiachia sono la Lombardia, il Lazio e la Campania.
È interessante notare, sempre secondo questi dati, che il 70% delle persone affette sono donne. E questo non è un dato da sottovalutare.
Celiachia e donne
Come suggerito da Leda Roncoroni, biologa nutrizionista del Policlinico di Milano, “la celiachia è una patologia multifattoriale di cui ancora oggi non si è certi quale sia la causa predominante“.
Alcuni studi ipotizzano che la predisposizione delle donne verso questa malattia sembrerebbe essere collegata agli estrogeni, ormoni femminili.
La celiachia è una malattia da tenere sempre sotto osservazione, specialmente se si considerano le complicazioni a essa collegate.
Secondo degli studi portati avanti dall’Università Politecnica delle Marche, questa patologia potrebbe associarsi a disturbi di fertilità e a problemi di gravidanza. Inoltre, i bambini nati da donne celiache presentano maggiore rischio di basso peso e ritardi di crescita.
Attenzione anche all’anemia. “Dietro un’anemia persistente potrebbe essere celata la celiachia e un attento medico dovrebbe accorgersene” prosegue la Roncoroni.
La celiachia è una patologia ereditaria e quindi occorre fidarsi della genetica. “Con almeno uno dei due genitori celiaci, il bambino viene controllato dopo 6 mesi dalla nascita. Occorre vedere la crescita e l’andamento del bambino“.
“Se la genetica ci dice che un bambino non ha la predisposizione genetica, è inutile fare controlli aggiuntivi. Se risulta predisposto, conviene man mano fare degli screen ogni 4 anni fino a quando non si vede che ha sviluppato gli anticorpi” aggiunge la Roncoroni.
Insomma, è importante conoscersi per intervenire con tempismo e contrastare una malattia troppo poco conosciuta e spesso banalizzata come la celiachia.