Il rapporto Bes – benessere equo e sostenibile – elaborato da diversi anni dall’Istat, mira a misurare, con l’aiuto di indicatori e di analisi specifiche, lo stato di benessere in Italia, con approfondimenti relativi alle attività economiche, alle disuguaglianze e alla sostenibilità. Ecco la fotografia scattata nel 2020
Il rapporto Bes – benessere equo e sostenibile – 2020, commentato recentemente durante un convegno organizzato ad hoc presso l’Università Bicocca di Milano, restituisce una fotografia controversa del momento presente.
La pandemia ha infatti avuto un ruolo importante, arrivando a frenare, se non addirittura ad azzerare, il percorso di miglioramento del benessere economico e sociale, soprattutto nel campo della salute e nel mercato del lavoro.
In alcune aree, però, le indagini hanno mostrato risultati positivi: la scuola e l’istruzione hanno visto una diminuzione dell’abbandono scolastico; la presenza delle donne in ruoli decisionali è aumentata, la criminalità è andata progressivamente riducendosi e alcuni indicatori ambientali hanno mostrato un andamento favorevole.
Nello specifico, l’approfondimento regionale dedicato alla Lombardia evidenzia, in modo ancora più marcato, la complessità del quadro di riferimento: se, da una parte, la Lombardia viene vista come punto di riferimento e di eccellenza (per esempio, nel campo del lavoro, della partecipazione sociale e pubblica, nell’innovazione e nella ricerca, nel benessere economico, nella qualità dei servizi erogati), altre aree presentano zone di grigio.
Con particolare riferimento al mondo dei giovani, pur in presenza di indicatori e di trend positivi sul fronte scolastico e sulla partecipazione giovanile al mondo del lavoro, il confronto con il resto dell’Europa evidenzia un divario elevato.
Le informazioni che emergono dal Bes inducono a riflessioni più approfondite sulla crisi, anche culturale, in cui il nostro paese si trovava già prima della crisi pandemica.
All’Italia non basterà fare affidamento sui fondi europei e lavorare unicamente su questioni economiche; dovrà riflettere in maniera più ampia e sistematica. In questa prospettiva, le informazioni fornite dal rapporto Bes (che trovate online sul sito Istat) rappresentano una fonte ricca e dettagliata per indirizzare al meglio le politiche di intervento.
La struttura del rapporto Bes
Giunto all’ottava edizione, per rappresentare il concetto di benessere il rapporto Bes identifica dodici domini, illustrati di seguito, coerenti con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e con le linee fondamentali del programma Next Generation Eu:
- Salute, intesa come elemento centrale nella vita e come condizione essenziale per il benessere dell’individuo e per la prosperità delle popolazioni, viene declinata secondo tre profili: la salute oggettiva, quella funzionale e quella soggettiva. Alcuni indicatori di riferimento: speranza di vita alla nascita, indice di stato fisico e di stato psicologico, mortalità per incidenti stradali, eccesso di peso, sedentarietà
- Istruzione e formazione, intesa anche come opportunità per migliorare il benessere e il tenore di vita. Il dominio considera quattro aree di indagine: l’istruzione formale; la formazione continua, non solo sul lavoro ma anche attraverso le attività svolte nel tempo libero; i livelli di competenze realmente acquisiti e il loro impatto sul benessere individuale; la partecipazione culturale come forma di apprendimento casuale. Oltre agli indicatori classici di frequenza scolastica (e di relativo abbandono), troviamo la percentuale di giovani che non studiano e non lavorano (Neet), la competenza alfabetica e numerica degli studenti, le competenze digitali in linea con il Digital competence framework
- Lavoro e conciliazione tempi di vita, declinata in quattro dimensioni: partecipazione e inclusione sociale, qualità del lavoro (stabilità, retribuzione, competenze, sicurezza nel lavoro); conciliazione dei tempi di lavoro e di vita (soprattutto in relazione agli impegni familiari e al ruolo svolto dall’occupazione femminile); insicurezza dell’occupazione e soddisfazione del lavoro, anche tramite lo studio di fenomeni come le dimissioni, l’assenteismo, la produttività. Oltre agli indicatori occupazionali tipici (tasso di occupazione, mancata partecipazione al lavoro, tasso di infortuni), vengono tracciate le trasformazioni da lavori instabili a lavori stabili, gli occupati sovraistruiti, le asimmetrie nel lavoro familiare, il part time involontario
- Benessere economico. Vengono considerate due dimensioni principali: reddito disponibile e ricchezza, in ottica di capacità di acquisto e fattore di sicurezza nei confronti di possibili eventi negativi che possono verificarsi nell’arco della vita e spesa per consumi e condizioni materiali di vita. Gli indicatori includono il reddito medio disponibile pro capite, la disuguaglianza del reddito disponibile, la vulnerabilità finanziaria (rapporto tra il debito e il reddito disponibile), la bassa qualità dell’abitazione
- Relazioni sociali. Con questa dimensione viene evidenziato l’importanza delle reti relazionali come risorsa aggiuntiva rispetto alle dotazioni individuali. Le dimensioni di indagine coprono gli aspetti relativi alla società civile, all’economia sociale e alla famiglia. Gli indicatori spiegano fenomeni come la partecipazione sociale, civica e politica, le attività di volontariato, il finanziamento alle associazioni, la presenza e la diffusione di organizzazioni no profit
- Politica e istituzioni. La partecipazione civica e politica, la fiducia nelle istituzioni e la coesione sociale, la presenza di norme e valori condivisi sono le dimensioni di indagine, mentre la partecipazione elettorale, la fiducia nelle istituzioni, nel sistema giudiziario, nel Parlamento rappresentano alcuni degli indicatori di riferimento
- La criminalità, la violenza fisica e sessuale subita dentro e fuori le mura domestiche, la percezione del degrado sociale e ambientale e la paura della criminalità rappresentano le dimensioni oggettive e soggettive di analisi; gli indicatori inclusi nel rapporto tengono traccia di omicidi, furti in abitazione, borseggi, rapine, violenza sulle donne
- Benessere soggettivo. Si tratta di indicatori soggettivi che indagano la dimensione di percepito da parte degli individui e che hanno lo scopo di ampliare le dimensioni di indagine più oggettive. Includono valutazioni sulla soddisfazione per la propria vita, per il tempo libero, per le prospettive future
- Paesaggio e patrimonio culturale. Le modalità con cui il paesaggio naturale, urbano e rurale si integrano tra di loro e vengono considerati parte integrante del patrimonio culturale. Gli indicatori misurano la spesa corrente dei Comuni per la gestione del patrimonio culturale, la densità e la rilevanza del patrimonio museale, l’abusivismo edilizio, la densità di verde storico, l’impatto degli incendi boschivi
- Qualità dell’aria, dell’acqua, del suolo e del territorio, biodiversità, valutazione soggettiva della qualità dell’ambiente naturale, materia, energia e cambiamenti climatici sono le dimensioni di analisi del rapporto in relazione al benessere della collettività. Gli indicatori vengono suddivisi in indicatori di pressione (per esempio, le emissioni di CO2), indicatori di stato (per esempio, qualità dell’aria urbana-Pm10), indicatori di impatto (per esempio, siti contaminati), indicatori di risposta (per esempio, trattamento acque reflue)
- Innovazione, ricerca e creatività. Elementi essenziali per il progresso sociale ed economico della collettività, essi generano un impatto indiretto sul benessere. La percentuale di lavoratori della conoscenza, propensione alla brevettazione, innovazione del sistema produttivo, investimenti in proprietà intellettuale sono alcuni degli indicatori volti a misurare non solo la creazione della conoscenza, ma anche l’applicazione pratica e la diffusione
- Qualità dei servizi, in termini di contenuto (servizi sociali, infrastrutture, mobilità), disponibilità e relativa accessibilità ma anche efficacia e livello di soddisfazione da parte di chi usufruisce di tali servizi
L’analisi degli indicatori vuole creare una maggiore consapevolezza riguardo agli elementi positivi, indubbiamente presenti, ma anche alle criticità che insistono sulla qualità della vita e sul benessere dei cittadini, fornendo così spunti interessanti per le politiche pubbliche.
Apartire dal 2016, infatti, grazie alla legge 613/2016 che ha riformato la legge di bilancio, il Bes è entrato a far parte del processo di programmazione economica nazionale.