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Poesia sul filo della tecnologia: Linea di margine è in libreria

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linea di margine

Anche gli ingegneri si dilettano di poesia: come Monja Marini che ha appena pubblicato il suo nuovo libro Linea di Margine, risposte agli interrogativi più profondi dell’esistenza umana

Tecnologia e poesia sono nemici giurati? A quanto pare no: ne è un esempio concreto la recentissima pubblicazione Linea di margine, una raccolta di poesie scritte da un ingegnere pavese (oltre cento poesie – Kindle direct publishing; 12€).

L’autrice Monja Marini, ha svolto il percorso universitario in Ingegneria Edile Architettura ottenendo la laurea magistrale presso l’Università degli Studi di Pavia.

Come si legge nella presentazione del libro l’esordio in ambito letterario avviene il 23 novembre 2019 con la pubblicazione della poesia La casa di legno sul quotidiano la Repubblica nella rubrica La bottega della poesia a cura di Alberto Bertoni, docente di letteratura italiana all’Università di Bologna.

Cosa accadrebbe se ognuno di noi desse spazio alla poesia nella propria vita? La Marini non solo pone questa domanda ma cerca di dare risposte agli interrogativi più profondi dell’esistenza umana, riuscirà a concludere questa ricerca di senso? Si scoprirà solo nell’ultima poesia del libro intitolata Nomadi.

I testi attraversano vissuti di dolore ma possiedono ritmo, slancio e tensione verso la ricerca di ciò che può manifestarsi in modo imprevedibile. All’interno della raccolta sono inserite le poesie vincitrici del premio speciale della giuria Le Occasioni C19 – Premio Internazionale di poesia organizzato dall’Associazione Culturale di Sanremo Mondo Fluttuante.

In alcune poesie un riferimento lontano, simbolico e nello stesso tempo evocativo sulla natura e sulla nebbia che vela la vista di molti davanti all’affievolirsi di quel filo rosso indissolubile tra ambiente e uomo.

Come in Eros e Thanatos:

Il rumore delle Cascate Vittoria | si ascoltava per chilometri nella foresta. | Oggi siamo tronchi spezzati, | di noi cosa resta?,  

La tua volontà: Dov’è tutto questo spazio | se si scioglie ovunque il ghiaccio? o in una poesia dipinta come un ritratto I puntini sulla i:

Sorrido al mondo quando riesco |o contribuisco a riempire ghiacciai, | quanto basta per dimenticare | per un giorno l’effetto serra

Poesie che sembrano colpi di tosse nel descrivere il tempo rallentato della quarantena in una società spaesata e in bilico tra lo spazio di un pendolo che non cessa il suo moto.

Ma in realtà cosa rappresenta questa linea di margine? La risposta dell’autrice è tanto diretta quanto disarmante: “viviamo tutti su una linea di margine, perennemente attaccati alla vita con la morte che ci tira le vesti, è il confine che separa quella che possiamo definire la realtà umana dall’invisibile interno che ci abita o che noi abitiamo, si pensa troppo poco a quelli che io chiamo: capovolgimenti di senso“.

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