Le strategie di riduzione delle emissioni di gas serra e degli inquinanti coinvolgono ormai ogni settore e attività produttiva. Anche nella nautica è in corso una trasformazione che sta portando sul mercato materiali e sistemi di propulsione sempre più rispettosi dell’ambiente e degli ecosistemi marini
Assieme a quello aeronautico, il settore marittimo è una sorta di convitato di pietra delle politiche di riduzione delle emissioni dei trasporti, che tendono a concentrarsi sui veicoli terrestri, auto, camion e mezzi per il trasporto pubblico locale.
Eppure, i numeri della nautica non sono trascurabili: secondo le stime dell’International Maritime Organization le emissioni del trasporto marittimo internazionale, nazionale e della pesca, rispetto al totale globale, sono passate dal 2,76% nel 2012 al 2,89% nel 2018.
In particolare, le emissioni di gas serra del trasporto marittimo internazionale, nazionale e della pesca, espresse in termini di CO2 equivalente, sono cresciute da 977 milioni di tonnellate nel 2012 a 1.076 milioni di tonnellate nel 2018.
Rispetto a questo dato complessivo, nel 2012 le emissioni di CO2 contavano per 962 milioni di tonnellate, mentre nel 2018 erano arrivate a 1.056 milioni di tonnellate. Sono però le proiezioni al 2050 che destano maggiori preoccupazioni: secondo alcune stime, in uno scenario business-as-usual, il trasporto marittimo potrebbe diventare responsabile del 10% delle emissioni globali.
Al di là delle emissioni di gas serra, il settore nautico si caratterizza poi per l’utilizzo di combustibili che generano elevate quantità di ossidi di azoto e di zolfo: le stime più recenti indicano che su scala globale oltre il 13% degli ossidi di zolfo viene generato dalle navi.
Inoltre, soprattutto le navi che bruciano olio combustibile pesante, producono una frazione rilevante di carbonio nero, un componente del particolato fine che, oltre a provocare gravi danni alla salute, contribuisce a rendere più scura la superficie di ghiacciai e aree innevate, accelerandone la fusione e contribuendo così alla riduzione della criosfera.
Una nautica sostenibile è possibile: ecco alcune iniziative
Per fortuna, negli ultimi anni si sono moltiplicate le iniziative per ridurre gli impatti dell’ambiente del settore della nautica. Oltre agli interventi di elettrificazione di porti e banchine, che puntano a sostituire motori e generatori alimentati a gasolio e olio combustibile, sono sempre più numerosi gli esempi di imbarcazioni dotate di sistemi di propulsione puliti.
L’elenco si apre con la Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli, che ha annunciato che entro la fine del 2022 verrà varata l’imbarcazione Dohrn. La nave, lunga 35 metri, oltre ai 6 membri dell’equipaggio potrà accogliere fino a 14 ricercatori, verrà usata per le attività di ricerca in mare, andando ad affiancare la Laura Bassi, rompighiaccio che viene usato principalmente per le ricerche polari.
La Dohrn, dotata di un sonar per la mappatura in 3D dei fondali marini, di un robot capace di operare fino a 2.000 metri di profondità e di una piattaforma per il decollo dei droni, ospita anche 3 laboratori in cui i ricercatori potranno analizzare i campioni raccolti.
Tutta la nave, poi, è stata progettata in modo da ridurre al minimo i suoi impatti sull’ambiente. Lo scafo in alluminio è pensato per essere riciclato e la propulsione è ibrida, con motori diesel con marmitte catalitiche e motori elettrici alimentati da batterie al litio.
La propulsione elettrica, assolutamente silenziosa, verrà usata quando la nave dovrà operare all’interno di aree protette, in cui è indispensabile ridurre i rumori sottomarini.
Le propulsioni ibride si stanno affermando anche sulle imbarcazioni di lusso. È il caso di Luminosity, giga-yacht da quasi 108 metri di lunghezza che, accanto alla propulsione tradizionale, monta un motore elettrico con un sistema di batterie da 3 MWh.
Le batterie garantiscono un’autonomia di 12 ore alle strumentazioni della nave, termine oltre il quale si possono accendere i generatori di bordo. Inoltre, lo yacht può percorrere in modalità full electric fino a 10 miglia nautiche, cosa che gli consente di accedere alle aree protette dalle normative Seca, che prevedono limiti molto rigorosi sulle emissioni di zolfo.
Repower, azienda svizzera che opera nel settore dell’elettricità e delle rinnovabili, ha scelto il Salone Nautico di Venezia per presentare RepowerE, una barca full electric che può essere ricaricata anche con le colonnine sviluppate per le e-car.
L’imbarcazione fa parte dell’ecosistema di mobilità elettrica sviluppato dal gruppo svizzero, che comprende anche cargo bike e rastrelliere con prese di ricarica pr bici elettriche.
Uno dei sistemi per incentivare l’innovazione tecnologica sono le gare tra prototipi e anche nel settore nautico non mancano le iniziative. Giunta alla sua ottava edizione, la Monaco Energy Boat Challenge, ha sancito quest’anno il trionfo di UniBoAT, team dell’Università di Bologna, che ha partecipato alla competizione con il catamarano monoposto Futura.
L’imbarcazione utilizza idrogeno ad alta pressione, batterie al litio di ultima generazione e pannelli solari ad altissima efficienza per alimentare il motore elettrico che spinge l’imbarcazione.
Il lavoro degli studenti dell’Università di Bologna ha dato ottimi risultati, visto che Futura ha vinto in tutte le categorie previste dalla competizione, endurance, slalom, championship e speed record.
Uno dei settori che più sta contribuendo a cambiare le modalità di progettazione e realizzazione degli oggetti, anche in un’ottica di crescente sostenibilità, è quello della stampa 3D.
Proprio su questa tecnologia, che consente di sviluppare pezzi singoli con caratteristiche uniche, si è incentrata la collaborazione tra il velista Ruggero Tita e il laboratorio di Polo Meccanotronica, incubatore di soluzioni high tech di Trentino sviluppo.
La richiesta di Tita era di alleggerire il più possibile Nacra-17, il catamarano con cui gareggia: per soddisfarla, i ricercatori trentini hanno scelto il titanio, metallo leggerissimo ed estremamente resistente, per stampare in 3D il paranco, un anello tipo grillo, una forcella e una placca, che sono stati installati sulla barca migliorandone significativamente le prestazioni.
Oltre a quelle in tema di sostenibilità, non mancano poi le soluzioni per tutelare le vacanze in barca. Skipper and Charter è una polizza assicurativa rivolta a chi noleggia una barca, a vela o a motore, attivabile online e strutturabile in modo da soddisfare le varie esigenze e intercettare i possibili rischi legati all’esperienza in barca.
Al momento della sottoscrizione, è infatti possibile scegliere tra formule assicurative differenziate a seconda del tipo di vacanza: imbarco singolo, per chi affitta una cabina, noleggio dell’imbarcazione con equipaggio e locazione dell’imbarcazione senza equipaggio, nel caso in cui uno dei passeggeri svolga il ruolo di skipper.
Tutte le coperture assicurative sono valide anche in caso di eventi legati alla pandemia da Covid.