La birra può e deve essere sostenibile. Per farlo molte aziende stanno avviando nuove tecnologie e progetti per ridurre l’impatto ambientale
Italiani, si dice, grandi appassionati e bevitori di vino. Non solo, anche la birra occupa un importante posto sulle nostre tavole. Secondo la Coldiretti, il consumo medio pro capite annuo è di 32 litri. E allora visti i consumi e il caldo dell’estate, cerchiamo di berla sostenibile.
Anche in questo settore le aziende stanno andando al passo con i tempi per modernizzare tecniche di produzione, spedizione e tracciabilità con l’obiettivo di ridurre il proprio impatto sull’ambiente.
Ne è esempio Carlsberg Italia che ha da poco compiuto 10 anni, conseguendo risultati interessanti risparmiando 77.455.078 kg di CO2 a favore dell’ambiente. Si tratta di un quantitativo pari alla CO2 assorbita in un anno da 3.098.203 alberi, pari circa a 10.538 campi da calcio; le emissioni dirette di CO2 nel processo di produzione della birra sono state ridotte del 46%.
Questi risultati sono stati ottenuti grazie alla tecnologia DraughtMaster, un sistema innovativo di spillatura senza aggiunta di CO2, inoltre con questo sistema si sono sostituiti i fusti in acciaio per quelli in Pet. Con questo cambio di contenitore, Carlsberg assicura le qualità del prodotto fino a 31 giorni contro i 7 nell’acciaio.
Non solo CO2, Carlsberg Italia si impegna costantemente nella riduzione dei propri consumi idrici complessivi che, nel 2020, sono stati 116.518 m3 (-7,6% rispetto al 2019). Un risultato significativo reso possibile grazie anche al riutilizzo di una parte dell’acqua destinata al lavaggio delle bottiglie per il raffreddamento dei macchinari e altri servizi tecnici.
Un altro marchio importante come Corona si fa strada nel mondo della birra sostenibile, dichiarando di essere il primo brand beverage al mondo con una net zero plastic footprint, ovvero l’impronta di plastica. Il brand recupera e ricicla più plastica dall’ambiente di quanta ne rilasci nel mondo.
Anche un’azienda storica per noi italiani come Peroni ha lanciato una sfida molto importante per tracciare l’impronta della filiera e diminuirne l’impatto. Grazie a sistemi di Qr Code sul collarino delle bottiglie, i consumatori ricevono informazioni sulla filiera.
E l’azienda non solo vuole impegnarsi nella riduzione di CO2 e acqua, ma vuole collaborare con i consumatori per il conferimento delle bottiglie da avviare al recupero e al riciclo.
Noi abbiamo partecipato al webinar sulla sostenibilità di Peroni a fine aprile e siamo ancora in attesa di una risposta per un approfondimento su come l’azienda vuole raggiungere questi obiettivi. Fiduciosi di poter informare i nostri lettori su novità sostenibili e concrete.