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Crisi climatica: sono i bambini i più esposti

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Foto di Elis Antonio Rios da Pixabay

Gli shock climatici e ambientali stanno minando l’intero spettro dei diritti dei bambini, dall’accesso all’aria pulita, al cibo e all’acqua sicura, all’istruzione, all’alloggio, alla libertà dallo sfruttamento e persino al loro diritto di sopravvivere

I bambini e i giovani che vivono nella Repubblica Centrafricana, nel Ciad, in Nigeria, in Guinea e nella Guinea-Bissau sono quelli maggiormente subiscono la crisi climatica.

Lo attesa l’Unicef che ha appena pubblicato un’analisi sul rischio climatico dalla prospettiva dei bambini da cui emerge che circa 1 miliardo di bambini – quasi la metà dei 2,2 miliardi di bambini del mondo – vive in uno dei 33 paesi classificati come a rischio estremamente elevato.

Salute, ma anche istruzione e protezione sono i primi parametri presi in considerazione da The Climate Crisis Is a Child Rights Crisis: Introducing the Children’s Climate Risk Index (La crisi climatica è una crisi dei diritti dei bambini: Introduzione dell’Indice del rischio climatico per i bambini) da cui emerge la classifica dei Paesi in base all’esposizione dei bambini agli shock climatici e ambientali, come i cicloni e le ondate di caldo, così come la loro vulnerabilità a questi shock, in base al loro accesso ai servizi essenziali.

Si tratta di una combinazione letale di esposizione a molteplici shock climatici e ambientali insieme a un’alta vulnerabilità dovuta a servizi essenziali inadeguati, come acqua e servizi igienici, assistenza sanitaria e istruzione.

I risultati mostrano il numero di bambini colpiti oggi – cifre che probabilmente peggioreranno con l’accelerazione degli impatti del cambiamento climatico.

Il Children’s Climate Risk Index (Ccri), lanciato in collaborazione con Fridays for Future rivela che inondazioni costiere o fluviali o al contrario scarsità d’acqua, cicloni e ondate di calore, ma anche inquinamento soprattutto da piombo e comunque atmosferico riguardino da vicino 850 milioni di bambini – 1 su 3 in tutto il mondo – che vivono in aree in cui si sovrappongono almeno quattro di questi shock climatici e ambientali.

Ben 330 milioni di bambini – 1 su 7 in tutto il mondo – vivono in aree colpite da almeno cinque grandi shock. Un quadro terribile.

Gli shock climatici e ambientali stanno minando l’intero spettro dei diritti dei bambini, dall’accesso all’aria pulita, al cibo e all’acqua sicura, all’istruzione, all’alloggio, alla libertà dallo sfruttamento e persino al loro diritto di sopravvivere. Praticamente la vita di nessun bambino ne sarà immune” prevede Henrietta Fore, direttore generale dell’Unicef.

Il rapporto rivela inoltre uno scostamento tra dove le emissioni di gas serra vengono generate e dove i bambini stanno subendo gli impatti più significativi dovuti al clima.

I 33 paesi a rischio estremamente elevato emettono collettivamente solo il 9% delle emissioni globali di CO2. I 10 paesi con le emissioni più alte producono insieme quasi il 70% delle emissioni globali. Solo uno di questi paesi è classificato come a rischio estremamente elevato nell’indice.

Eppure, nessun bambino è responsabile dell’aumento delle temperature globali, ma saranno loro a pagare i costi più alti e i bambini dei Paesi meno responsabili soffriranno più di tutti.

L’Unicef fa notare che rispetto agli adulti, i bambini hanno bisogno di più cibo e acqua per unità di peso corporeo, sono meno capaci di sopravvivere a eventi meteorologici estremi e sono maggiormente suscettibili alle sostanze chimiche tossiche, ai cambiamenti di temperatura e alle malattie, tra gli altri fattori.

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