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Attenzione alla bufala… del web

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fake news alimentari
Foto di PxHere

Le fake news alimentari – e non solo – sono un vero problema dell’era digitale

Si propagano a macchia d’olio e si nutrono delle homepage, espandendosi sempre di più. Purtroppo, molto spesso, la propagazione di informazioni false genera gravi danni all’economia, ma anche alla salute.

Secondo la Commissione agricoltura alla Camera dei Deputati, nel periodo marzo-settembre 2020 è stato evidenziato come le fake news sul mondo agroalimentare, abbiano registrato un incremento del 33%.

L’impennata di questo dato è sicuramente legato all’aumento dell’utilizzo di social network e al costante confinamento in casa nel 2020 e parte del 2021 che ha incentivato la risonanza di notizie false.

Un recente studio condotto da un team dell’Università Cattolica di Milano ha evidenziato come le persone più vulnerabili siano i più giovani e coloro che hanno intenzione di cambiare il proprio stile di vita.

Questa categoria tende a ricevere e a dare informazioni sulle proprie abitudini alimentari per cercare un’approvazione sociale, al di là della veridicità dell’informazione.

Uno dei problemi principali è la propagazione di fake news legate ai consigli su diete per la perdita di peso. Con il costante uso di Internet si è propagata la moda del fai-da-te che ha permesso a blog e blogger di dire la qualunque su temi legati alla nutrizione, spesso senza alcun titolo di studio alle spalle.

Quando si parla di alimentazione si parla di benessere e salute e non si può scherzare su questi temi. I più giovani devono essere protetti per evitare problemi psico-fisici legati a false diete e slogan dimagranti. Per gli adulti che cercano di perdere il chiletto di troppo, è necessario seguire un regime studiato da dei professionisti.

Non solo, incentivare persone a mangiare un prodotto ed evitarne un altro provoca ingenti perdite ad alcuni settori del mercato. Come riportato anche dallo studio dell’Unicat e lo sanno bene l’industria lattiero-casearia e quella del glutine, ormai da anni bombardate da falsi miti.

Le fake news non partono esclusivamente dai consumatori e le frodi alimentari ne sono una solida prova. Pensiamo a quanti prodotti Made in Italy falsi sono arrivati sugli scaffali di tutto il mondo senza aver mai visto il nostro Paese.

Secondo Coldiretti sale a oltre 100 miliardi di euro il valore del falso Made in Italy agroalimentare nel mondo con un aumento record del 70% nel corso dell’ultimo decennio.

Non solo danni economici ma anche di salute a causa di ingredienti sostituiti o omessi  durante la produzione. Tra questi lo scandalo della carne equina in Irlanda e Regno Unito, oppure quello della melammina in Cina dove è stato venduto latte in polvere per bambini ricco di melammina causando vittime e feriti tra gli infanti.

L’accesso trasparente alle informazioni e l’uso consapevole dei prodotti finalizzato al miglioramento della salute alimentare sono tra i principali obiettivi delle autorità. E dovrebbe essere così per tutti, blogger e aziende agroalimentari varie.

Grazie alla tecnologia negli anni sono nati dei sistemi in grado di garantire una sicurezza e veridicità di filiera così il consumatore è a conoscenza di ogni dettaglio. Questo avviene grazie a sistemi di blockchain in grado di tracciare ogni step del prodotto.

Ne è esempio TrackyFood che racconta ogni prodotto con contenuti multimediali e uno storytelling personalizzato. Foto, testi e video valorizzano al meglio il produttore, la sua tradizione e storicità, il territorio di provenienza delle materie prime e la loro lavorazione attraverso un’interfaccia user-friendly.

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Filippo CasèFilippo Casè: Laureato in Scienze Gastronomiche a Pollenzo (CN) e in Food Quality Management presso la Wageningen University & Research. Ha collaborato con diverse realtà del food ed è costante nella ricerca di nuovi sistemi alimentari | Linkedin
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