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Lo smart working è sostenibile?

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Foto di Picography da Pixabay

La è risposta positiva: secondo una ricerca effettuata da Dynabook, infatti, una strategia informatica sostenibile chiaramente definita può aiutare qualsiasi organizzazione a raggiungere obiettivi sociali, economici e ambientali

Complice l’attuale situazione sanitaria ed economica, il lavoro ibrido (in loco o da postazione remota) è sempre più diffuso e le aziende continuano a lanciare nuove tecnologie per fornire ai dipendenti gli strumenti giusti per lavorare da casa.

C’è giustamente una crescente preoccupazione per l‘impatto che questo potrebbe avere sull’ambiente. Per questo motivo, secondo uno studio realizzato da Dynabook, è importante che i responsabili It responsabilizzino i dipendenti e contribuiscano alla crescita delle aziende, senza rinunciare ai propri principi di sostenibilità ambientale.

Inoltre, gli strumenti, le tecnologie e i processi di cui le aziende hanno bisogno per adattarsi alle modalità ibride di lavoro devono essere valutati attentamente.

Formulare strategie It sostenibili

La ricerca Dynabook ha rilevato che il 65% delle aziende europee spenderà di più per il supporto al lavoro ibrido e remoto, comprese le soluzioni cloud, l’assistenza It remota e l’equipaggiamento dei propri dipendenti con dispositivi nuovi e sicuri.

Investimenti intelligenti in attrezzature It sicure e robuste, non solo faranno risparmiare tempo e denaro a lungo termine, ma possono migliorare le credenziali del datore di lavoro e creare una base sana per far prosperare il lavoro ibrido.

Anche in un’ottica di riduzione degli impatti ambientali e di incentivazione di un processo di economia circolare.

In un rapporto redatto dal World Economic Forum, The Future of Jobs 2020, alcune tendenze tra cui la diffusione del lavoro a distanza, l’accelerazione della digitalizzazione e dell’automazione sono state evidenziate come potenzialmente in grado di avere un impatto generale positivo sull’ambiente.

Il lavoro a distanza ridurrebbe le emissioni di CO2 causate dai mezzi di trasporto e dal riscaldamento e raffrescamento degli uffici, così come una diminuzione del consumo di cibo da asporto, con una conseguente riduzione dello spreco alimentare e del consumo di imballaggi monouso.

Anche l’aumento dei dispositivi elettronici però – computer fissi, notebook e stampanti – porta con sé, inevitabilmente, un impatto ambientale perché contribuisce all’aumento dei livelli di rifiuti elettronici in tutto il mondo.

Secondo lo studio The rising tide of e-waste, infatti, quasi tutte le 600 imprese globali intervistate (97%) hanno dovuto acquistare nuovi notebook per adattarsi al passaggio al lavoro remoto durante la pandemia.

Sebbene l’attuale consumo di materiali elettronici sia visto come insostenibile da alcuni esperti, le aziende che producono dispositivi elettronici stanno considerando un allontanamento da un modello lineare per andare verso un’economia circolare nell’elettronica, che migliori anche le prestazioni ambientali del ciclo di vita dei prodotti.

Per un’economia circolare e sostenibile nel settore It, il riutilizzo, il riciclo e il recupero dei dispositivi non sono mai stati così importanti.

Il primo modo per ridurre i rifiuti elettronici è un buon supporto It. Questo assicura che i dispositivi acquistati durino il più a lungo possibile e che la tecnologia funzioni senza problemi – sostiene Massimo Arioli, Business Unit director Italy di Dynabook Europe GmbH – Lontano dall’ufficio fisico, l’assistenza remota può fornire ai dipendenti un supporto on-demand, in modo che i team It possano accedere ai dispositivi aziendali per eseguire in remoto attività che vanno dagli aggiornamenti di manutenzione generale alla risoluzione di problemi tecnici più complessi“.

Il lavoro ibrido potrà mai essere veramente sostenibile?

La maggior parte dei segnali indica che il lavoro ibrido può essere sostenibile, se eseguito in modo appropriato. La risposta a questa domanda però è articolata: solo una parte dei miglioramenti ambientali potrebbe essere attribuita allo smart working.

Secondo la ricerca condotta da Dynabook, il cambiamento dei modelli e dei luoghi di lavoro è stato un fattore determinante, con oltre due terzi (67%) dei dipendenti europei che lavoreranno da casa o senza una postazione fissa dopo la pandemia, ovvero il 53% in più rispetto a prima.

La pandemia ha giocato un ruolo importante anche nel processo di acquisto dei computer portatili: il 74% delle aziende europee ha attribuito più importanza alla scelta di questi dispositivi rispetto al periodo pre-Covid.

massimo arioli
Massimo Arioli, Dynabook

A Massimo Arioli, abbiamo rivolto alcune domande sugli impatti di questa dinamica e sulle sue implicazioni. I nuovi notebook quanta energia consumano in meno?

In Dynabook siamo attenti a fornire prodotti e servizi all’avanguardia, che contribuiscono a mantenere elevati livelli di produttività, il tutto in un’ottica di gestione ambientale che ha come obiettivo il mantenimento della salute del nostro Pianeta.

Per ogni notebook effettuiamo un’approfondita analisi del consumo energetico nel rispetto delle normative in vigore. Il valore varia da notebook a notebook ma il nostro obiettivo è quello di garantire ai nostri clienti un’efficienza sempre superiore rispetto alla precedente generazione di portatili.

Inoltre i nostri dispositivi sono progettati in un’ottica Energy Saving. Grazie alla semplice pressione di un tasto è possibile passare in modalità Eco: in questo modo è possibile risparmiare energia senza dover accedere a impostazioni complesse.

Attivando la modalità Eco Charge è possibile evitare anche che la batteria venga ripetutamente ricaricata, con una conseguente accelerazione del suo deterioramento, prolungandone la durata.

I vecchi pc che farne: smaltimento o riuso?

Molte aziende aggiornano regolarmente la propria infrastruttura It e dotano i dipendenti di nuovi dispositivi. Nell’ultimo anno a causa della rapida diffusione dello smart working, questo fenomeno è diventato ancora più frequente, con le aziende che si impegnano nel fornire gli strumenti giusti per poter lavorare da casa.

Lo sviluppo sempre più rapido delle nuove tecnologie sta quindi aumentando la velocità di aggiornamento degli asset It. Pertanto, in futuro diventerà sempre più importante la gestione delle apparecchiature dismesse.

Da diversi anni offriamo ai nostri clienti il servizio di Asset Recovery. Lo smaltimento, il riciclo e la rivendita di dispositivi aziendali usati potrebbero, infatti, contribuire significativamente alla riduzione dei rifiuti elettronici ed è in questa fase che le aziende del settore It possono contribuire a un’economia più circolare.

Il programma Dynabook Asset Recovery Service aiuta le aziende a smaltire in modo sicuro ed ecocompatibile i vecchi dispositivi. Le vecchie apparecchiature ancora in buone condizioni possono essere rivendute.

In questo modo le aziende avranno un ritorno economico e libereranno spazio per nuovi investimenti nell’infrastruttura. Gli acquirenti spesso sono aziende che hanno esigenze minori in termini di sicurezza e prestazioni, rendendo ideali i dispositivi ricondizionati.

Se i dispositivi a fine vita non sono più adatti alla rivendita a causa delle loro condizioni o del basso valore di mercato, il riciclo è la soluzione migliore.

I nuovi prodotti usano plastica riciclata, ossia rispettano i canoni dell’economia circolare?

Tutti i nuovi notebook Dynabook devono essere realizzati con almeno una parte in plastica riciclata. La stessa per esempio viene utilizzata nella copertura del pulsante di accensione a Led e nel gancio di sblocco della batteria.

Grazie al riutilizzo della plastica contribuiamo a un uso più efficace delle risorse. Inoltre, stiamo riducendo anche i materiali utilizzati per i packaging dei nostri prodotti.

Per esempio, nell’imballaggio dei nostri pc non è presente il polistirolo sagomato. Avere packaging di dimensioni inferiori non solo permette di ridurre l’uso di materiali, ma aumenta le capacità di carico, abbattendo le emissioni di CO2 durante i trasporti.

Recentemente abbiamo ottenuto anche la certificazione Iso14001, la norma internazionale che specifica i requisiti riconosciuti a livello mondiale per un sistema di gestione ambientale che permette di risparmiare risorse.

In questo modo ci impegniamo a migliorare costantemente le nostre performance ambientali. Nei prossimi 12 mesi, infatti, abbiamo come obiettivo quello della riduzione delle emissioni atmosferiche provocate dalla logistica, affidandoci maggiormente anche al trasporto su rotaia.

Inoltre, nel nostro headquarter a Neuss in Germania saranno ammesse nella flotta aziendale solo auto delle classi di efficienza A+, A e B con l’obiettivo di aumentare la quota di veicoli ibridi per approdare in un prossimo futuro a quelli elettrici che potranno essere ricaricati nei parcheggi dell’azienda grazie alle stazioni di ricarica dedicati.

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