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A Milano si parlerà di ambiente con la Pre-Cop26

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Dal 30 settembre al 2 di ottobre Milano ospiterà la Pre-Cop26, evento preparatorio al summit mondiale di Glasgow su clima e salvaguardia del Pianeta. La città lombarda, capitale delle giovani startup, vuole essere protagonista del dibattito ambientale in Italia

Due importanti occasioni per portare il dibattito ambientale a Milano: a fine mese la città lombarda, infatti, ospiterà la conferenza Pre-Cop26 e il vertice Youth4Climate attivando una collaborazione di lungo termine con il Regno Unito per un futuro a emissioni zero.

Puntando sui giovani e sulle startup innovative di cui Milano è capitale, visto il grande numero di imprese innovative che si sono sviluppate e operano proprio qui (i dati indicano che nel capoluogo lombardo opera il 18,8% delle startup innovative italiane; a Roma il 10,4% e a Napoli il 4,5%).

Secondo l’ufficio studi della Camera di commercio, a luglio le startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle imprese tra Milano Monza Brianza Lodi erano ben 2.754, 2.588 delle quali a Milano, 140 a Monza Brianza, 26 a Lodi, su un totale di 13.776 in Italia.

Ecco allora che il sindaco Sala spera che “i 400 giovani che giungeranno a Milano da ogni parte del mondo, insieme alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi, ben rappresentati da molti startupper, sapranno dare una un messaggio concreto di adesione al Green Deal europeo“.

Tanti i temi di cui si discuterà nell’evento di fine mese e che dovranno guidare una vera ripartenza verde: dal riciclo sostenibile dei rifiuti inorganici al design circolare che trasforma gli scarti alimentari in prodotti di eco-design; dalle batterie a basso costo per l’accumulo energetico all’abbigliamento sostenibile e durevole.

E Milano, che ha già dato segnali di ripartenza, può guidare anche questa nuova sfida, in un’ottica però sostenibile e green: “quest’anno Milano è una protagonista, a livello mondiale, degli eventi su clima e sostenibilità. Una Milano che ha già dato chiari segnali di ripresa con il Supersalone del Mobile e con gli altri eventi che ridanno ossigeno alla nostra economia e alla nostra attrattività” commenta Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio Milano Monza Brianza Lodi.

L’impegno delle Camere di commercio italiane – in particolare quella di Milano Monza Brianza, è proteso a sostenere e incentivare – attraverso bandi e progetti mirati – la transizione ecologica delle imprese.

Una transizione che è insita nelle startup innovative, che nativamente considerano la sostenibilità come un punto fermo dell’azione delle imprese, allo stesso livello del ritorno economico e finanziario delle loro attività.

Milano è la capitale delle giovani startup – continua il sindaco Salae una buona parte di queste ha sviluppato progetti e avviato imprese nel campo della sostenibilità ambientale. Una scelta vincente sia per il tema scelto, oggigiorno improrogabile, sia perché l’avvio della transizione ambientale assicurerà a questo settore una corposa parte delle risorse del Recovery Fund“.

Transizione ambientale e Pnrr, bene ma non benissimo

Sebbene la spinta economica per la transizione ambientale arriverà dai fondi europei del Pnrr, nel nostro Paese non tutto il mondo imprenditoriale conosce in dettaglio il piano di ripartenza e resilienza.

Dei 900 manager e imprenditori interpellati per la realizzazione dell’Osservatorio Imprese, Sostenibilità e Comunicazione 2021 – curato da Format Research e promosso dalle società di comunicazione Homina e Mediatyche – 7 su 10 hanno affermato di conoscere il Pnrr, mentre per gli altri 3 si tratta di un acronimo pressoché sconosciuto.

Dato che sale al 35% se si prendono in considerazione solo i manager dell’industria e che scende al 27% se si guarda al mondo della finanza.

Tra coloro che dichiarano di conoscere bene il Pnrr, il 93% ha deciso di concentrare i propri investimenti sull’efficientamento energetico, l’87% nell’impiego di energie rinnovabili e il 77% nell’ammodernamento del proprio sistema di gestione dei rifiuti industriali, in un’ottica di maggior circolarità.

Obiettivi climatici: nessuna regione italiana in linea con gli obiettivi

L’occasione degli eventi di Milano potrà essere un momento di maggiore sensibilizzazione delle nostre amministrazioni locali verso un impegno ambientale. Oggi, purtroppo, nessuna regione italiana è in linea con gli obiettivi intermedi fissati a livello europeo per la neutralità climatica al 2030.

Il dato positivo è però che ben 6 regioni – Campania in testa, seguita da Abruzzo, Friuli Venezia-Giulia, Lazio, Liguria e Marche – registrano migliori performance climatiche rispetto alle altre.

È quanto emerge dal rapporto La corsa delle Regioni verso la neutralità climatica: il primo ranking delle Regioni italiane sul clima – realizzato, in collaborazione con Ispra, da I4C Italy for Climate – che ha misurato e valutato le prestazioni ecologiche delle regioni italiane in termini di impatto sul clima.

La classifica è stata elaborata in base a tre parametri chiave: emissioni di gas serra, consumi di energia e fonti rinnovabili.

Sono stati presi in considerazione i più recenti dati consolidati e ufficiali – quelli del 2019 – e si è analizzato il trend di miglioramento conseguito nel biennio precedente.

Dal rapporto si evince così che 14 regioni su 20 hanno aumentato i propri consumi energetici e sul fronte delle fonti rinnovabili gran parte delle regioni italiane è molto distante dall’obiettivo al 2030, a eccezione di un gruppo ristretto composto da Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Basilicata, Calabria e Molise.

Nel biennio analizzato solo 6 regioni hanno aumentato lievemente la quota di rinnovabili, mentre tutte le altre le hanno addirittura ridotte. 7 Regioni hanno azzerato i consumi di carbone, mentre altre 7 concentrano da sole il 99% del consumo nazionale di carbone.

scorecard sul clima delle regioni italiane
Regioni e clima

La classifica generale delle regioni italiane virtuose

La classifica finale è stata stilata sulla base del numero di indicatori in cui ciascuna regione presenta valori migliori della media nazionale.

In testa alla classifica si trova il gruppo costituito dalla Campania, prima, seguita da Abruzzo, Friuli Venezia-Giulia, Lazio, Liguria e Marche con almeno 4 indicatori su sei migliori della media nazionale.

Il secondo gruppo è composto da Basilicata, Calabria, Molise, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta, che presentano 3 indicatori su 6 migliori della media nazionale.

Più indietro un terzetto di Regioni, con solo 2 indicatori su 6 migliori della media nazionale, costituito da Puglia, Emilia-Romagna e Piemonte.

A chiudere la classifica il quartetto delle Regioni, con cinque indicatori su sei al di sotto della media nazionale, composto da Toscana, Umbria, Lombardia e Veneto.

Tutte queste regioni registrano inoltre consumi di energia maggiori della media nazionale e in crescita, con una riduzione nell’ultimo biennio della quota dei consumi coperta dalle fonti rinnovabili.

Per approndimenti: il dettaglio regionale del rapporto.

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