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I territori lombardi si associano per rispondere alla sfida del clima. E Cariplo li finanzia

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sfida climatica
Foto di Shashank Sahay da Unsplash

In Lombardia enti pubblici, terzo settore e parchi fanno rete per creare sinergie vantaggiose per attutire la crisi climatica e per valorizzare al massimo il contributo che gli ecosistemi naturali possono dare alla lotta al riscaldamento globale.

Gli elementi dell’urbanistica sono il sole, il cielo, gli alberi, il cemento e l’acciaio: questa frase di Le Corbusier, che può essere vantaggiosamente riletta oggi alla luce della crisi climatica, chiude la presentazione che Giorgio Vacchiano, docente del dipartimento di scienze agrariee ambientali all’Università di Milano ha mostrato nell’ambito dell’incontro Alleanze per la transizione climatica organizzato da Federico Beffa e Paolo Siccardi dell’area ambiente di Fondazione Cariplo.

Si tratta di un progetto cui partecipano il Comune di Brescia, Brianza Ovest, Bergamo e Mantova che, grazie al supporto di Fondazione Cariplo e Regione Lombardia, ha destinato un budget di 22 milioni di euro per la realizzazione di una strategia di transizione climatica (in scadenza una nuova call di F2C, Fondazione Cariplo per il clima).

In particolare, nell’ambito del progetto si procederà alla revisione degli strumenti urbanistici e verranno predisposte misure di adattamento e mitigazione a scala locale, oltre che di capacity building della pubblica amministrazione e di sensibilizzazione dei cittadini.

I cambiamenti climatici innescati dal riscaldamento globale in atto stanno infatti facendo sentire i loro effetti anche sulle città del nostro paese, rendendo sempre più urgente l’adozione di risposte che garantiscano un bilancio vantaggioso tra costi e benefici.

Il primo tassello di qualunque strategia di transizione non può che essere, ovviamente, la riduzione delle emissioni di carbonio, da ottenere con interventi su tutti i settori emissivi – trasporti, edilizia, industria, agroalimentare.

In pratica, Natural based solution

Oltre a queste misure, negli ultimi anni hanno suscitato sempre maggior interesse le soluzioni basate sulla natura al centro dell’intervento di Vacchiano, intitolato appunto Nature Based Solutions per la mitigazione e l’adattamento dei territori.

Si tratta in sostanza di portare la natura in città e di rafforzare quella che c’è già, magari connettendo con ponti e corridoi quelle che oggi sono aree verdi separate tra di loro.

Oltre a incrementare la biodiversità che vive nelle nostre città, queste misure hanno ricadute importanti in termini di riduzione dell’inquinamento dell’aria – le superfici alberate possono infatti assorbire fino al 20% delle emissioni dirette in città – ma anche dell’acqua e dei suoli.

Le piante, poi, oltre a ombreggiare, possono contribuire ad abbassare la temperatura dell’aria grazie ai meccanismi di evapotraspirazione, contribuendo così a ridurre l’effetto isola di calore urbana che, specie nei mesi più caldi, può essere decisamente importante: la differenza tra aree urbane e non urbane può essere infatti di 4,4°C durante il giorno e persino di 7,5°C di notte.

Ancora, le superfici verdi – che si tratti di pavimentazioni stradali o di facciate e tetti verdi – possono ridurre i livelli di impermeabilizzazione complessivi andando a migliorare la capacità di assorbire e rallentare il deflusso delle acque piovane.

Elemento prezioso alla luce dell’incremento di intensità e frequenza degli eventi estremi, che causano danni sempre più pesanti su territori fortemente antropizzati.

Infine, le strategie che fanno entrare la natura in città arrecano (altri) benefici alle persone che in città ci vivono: nei parchi si cammina e si fa attività fisica, con vantaggi per la salute fisica ed emotiva, le aree verdi aumentano il valore degli immobili, favoriscono le pratiche di socialità e riducono disuguaglianze economiche e di genere.

Insomma: i benefici sono svariati, basta rimboccarsi le maniche e darsi da fare per piantare e curare le specie di alberi più adatte a crescere in città.

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