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Si torna all’ora solare, nella notte del 31 ottobre

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Foto di Wolfgang Eckert da Pixabay

Termina il periodo di ora legale, iniziata lo scorso 28 marzo, per tornare in regime di ora solare. Domenica 31 ottobre, alle 3 di notte, le lancette dell’orologio vanno spostate indietro di 60 minuti

Il periodo di ora legale, che finisce domenica notte alle 3 riportandoci in regime di ora solare, ha permesso all’Italia di consumare 450 milioni di kWh in meno, pari al valore di fabbisogno medio annuo di circa 170mila famiglie.

Secondo i dati del gestore della rete nazionale, Terna, i minori consumi energetici registrati in questi sette mesi hanno permesso al nostro Paese un risparmio economico di circa 105 milioni di euro.

Con ricadute positive anche in termini di sostenibilità ambientale perché le emissioni di CO2 in atmosfera evitate ammontano a circa 215mila tonnellate.

Dal 2004 al 2021, secondo l’analisi di Terna, il risparmio energetico in Italia permesso dall’ora legale è stato complessivamente di circa 10,5 miliardi di kWh e ha comportato un risparmio per i cittadini di oltre 1,8 miliardi di euro.

Il calcolo di questi benefici economici, quest’anno, ha considerato il periodo di ora legale cominciato domenica 28 marzo e che si concluderà domenica 31 ottobre, il costo del kilowattora medio per il cliente domestico tipo in tutela (che secondo i dati Arera è stato di circa 23 centesimi di euro al lordo delle imposte).

Ora legale in Europa, non per tutti il prossimo anno

I Paesi del Nord Europa, nel 2018, avevano avanzato una proposta per l’abolizione dell’ora legale nel nostro continente, promuovendo un sondaggio a tutti i cittadini europei.

Le risposte furono più di 4,6 milioni e per l’84% chiedevano che il cambio dell’ora venisse abolito, mantenendo soltanto l’ora solare.

A valle di questo sondaggio però non sono arrivate decisioni univoche da parte della Commissione europea che aveva anche proposto un’abolizione a blocchi della misura – i Paesi del Nord senza ora legale e quelli meridionali con la misura attiva tutto l’anno – che non ha avuto seguito.

I singoli Paesi dovrebbero quindi fare una legge nazionale per regolamentare la misura localmente; l’Italia sembrerebbe intenzionata a mantenere le cose come stanno. Al momento però nessuna misura negli Stati dell’Unione europea è stata avanzata, né in un sesno né nell’altro.

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