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La transizione green? Costerà sempre meno dell’economia fossile

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sviluppo energie rinnovabili - fonti di energia rinnovabile

Al netto dell’inflazione, i prezzi di petrolio, carbone e gas sono simili a quelli di 140 anni fa. Al contrario, per diversi decenni i costi del solare fotovoltaico, dell’eolico e delle batterie sono scesi in modo quasi esponenziale, con una riduzione dei costi di circa del 10% all’anno. Molte aziende, nel nostro Paese, lo hanno capito e stanno investendo sulle rinnovabili. Guadagnandoci e facendo bene all’ambiente.

Nelle discussioni sulla transizione ecologica uno degli argomenti più usati da chi vuole rallentare il processo di decarbonizzazione sono i costi del passaggio a un’economia a bassa intensità di carbonio.

Che, si dice, sarebbero assai elevati e andrebbero a scaricarsi soprattutto sulle fasce più deboli della popolazione.

Si tratta di elementi che vanno tenuti in considerazione, in una fase in cui si deve procedere a una radicale ristrutturazione del sistema energetico, ma che trascurano spesso i vantaggi economici che derivano dalla transizione.

Oltre ai benefici legati alla riduzione degli effetti del cambiamento climatico e dell’inquinamento atmosferico e una minore volatilità dei prezzi dell’energia, un sistema energetico più verde sarebbe anche meno costoso di quello esistente.

Una ricerca afferma che la transizione ecologica costerà sempre meno

È quanto emerge da Empirically grounded technology forecasts and the energy transition, uno studio dell’Institute for New Economic Thinking dell’università di Oxford.

Gli autori della ricerca si basano su un modello probabilistico per la stima dei costi e suggeriscono che, continuando con gli attuali ritmi di diffusione e di riduzione dei costi di fotovoltaico, eolico, sistemi di accumulo e idrogeno, si potrebbe arrivare in 25 anni a un sistema energetico a emissioni nette zero.

Al contrario, un rallentamento nei tassi di penetrazione delle rinnovabili porterebbe a un aumento nei costi complessivi, che diventerebbero ancora più alti nel caso in cui si puntasse sul nucleare.

E quando si passa dal piano più teorico a quello più concreto delle aziende che sulle rinnovabili investono e guadagnano, anche nel nostro paese i segnali che confermano lo slancio dei processi di decarbonizzazione si susseguono con frequenza ormai quotidiana.

Ice Cube, azienda siciliana leader nella produzione di ghiaccio confezionato, ha deciso di sfruttare gli elevatissimi livelli di irraggiamento dell’isola e ha installato sul proprio stabilimento un impianto fotovoltaico da 1.600 metri quadrati e 200 kW di potenza.

I pannelli, in estate, quando cioè la richiesta di ghiaccio è più alta, riusciranno a fornire l’energia necessaria a produrre mezzo milione di cubetti al giorno. In aggiunta, Ice Cube ha deciso di adottare per i cubetti un packaging interamente compostabile, prodotto da un granulo biologico e riducendo al minimo gli elementi inquinanti.

Spostandosi da Sud a Nord, la musica non cambia. Barricalla, impianto di trattamento dei rifiuti che occupa una superficie di circa 150.000 metri quadrati vicino a Collegno, in aggiunta ai 2.925 già presenti ha installato altri 1.920 moduli fotovoltaici.

Il parco solare può produrre 1,9 GWh/anno, con un risparmio di oltre 1.100 tonnellate di CO2.

Il nostro paese, per conformazione geografica e irraggiamento solare, ha in effetti un potenziale enorme. Elmec Solar, azienda specializzata nell’installazione di impianti fotovoltaici, ha presentato la terza edizione del Barometro del Fotovoltaico, uno studio che individua le province e le regioni che hanno i migliori margini di sviluppo in termini di installazione di impianti solari.

Tra le province, ai primi posti si piazzano Verbano Cusio Ossola, Palermo, Genova, Napoli e Imperia, in cui su oltre il 96% degli edifici censiti al catasto si potrebbero installare pannelli solari.

Per quanto riguarda le regioni, sul podio salgono Piemonte, Sicilia, Liguria, Calabria e Molise. Se poi si guarda ai numeri dei pannelli effettivamente installati, le notizie sono decisamente buone: a giugno 2021, rispetto alla fine del 2020, si è rilevato un incremento delle installazioni del 3,6%, equivalente a oltre 18.600 nuovi impianti, che portano il totale installato in Italia a sfiorare i 970.000 impianti.

Tra le province con il maggior numero di pannelli già installati, svetta Roma, seguita da Brescia, Treviso, Padova e Vicenza. Fatto curioso, se Roma guida la classifica delle province, la Regione Lazio è tra quelle che, a oggi, hanno il maggior potenziale di crescita: il Lazio sconta infatti bassi tassi di installazione nelle altre province, soprattutto a Frosinone.

Sul versante degli investimenti, Green Genius, che opera nel fotovoltaico, nel biogas, nell’eolico e nell’idrogeno, ha ottenuto un finanziamento da 20 milioni di euro da Eiffel Investment Group, società specializzata in finanza aziendale.

Il contributo verrà utilizzato per una serie di progetti sul fotovoltaico in Spagna e in Italia, il cui sviluppo andrà a finanziare le spese in conto capitale pre-costruzione, assicurando nel contempo la diversificazione del portafoglio.

Le rinnovabili sono anche innovazione: uno degli ambiti di ricerca più promettenti sono i pannelli fotovoltaici bifacciali, che hanno celle attive su entrambi i lati e garantiscono prestazioni e durate migliori.

Elettricità Futura e Italia Solare, due associazioni impegnate nello sviluppo del solare, hanno segnalato che le loro proposte sono state accolte dal Comitato elettrotecnico italiano.

Il Cei, in particolare, ha sancito che la potenza nominale in corrente continua di un generatore fotovoltaico è data dalla somma della potenza nominale di ciascun modulo costituente il generatore fotovoltaico, senza conteggiare, nel caso di moduli bifacciali, i contributi del lato posteriore di tali moduli.

Inoltre, sempre il Cei ha precisato che la definizione di potenza nominale di un impianto fotovoltaico (data dalla somma delle singole potenze nominali di ciascun modulo costituente il generatore fotovoltaico), deve applicarsi sia ai moduli monofacciali sia a quelli bifacciali.

Secondo le due associazioni, la decisione del Cei può arrecare vantaggi a tutta l’industria del fotovoltaico del nostro Paese.

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