In questa nuova puntata di Pink&Green incontriamo (dal vivo) Cecilia Cottafavi, giovane influencer che con il suo blog Maertens sta scrivendo la storia del vintage che come sappiamo è un milestone dell’economia circolare nel settore della moda.
I giovani che amano il vintage sono fantastici. Li vedi per strada e dici: “toh guarda, anche noi alla loro età, (quindi 30 anni fa, sigh) andavamo in giro vestiti così“. Quindi, per prima cosa di fronte al vintage scatta l’amore per uno stile che noi stessi abbiamo vissuto.
E non è poco. Poi, ti scoppia un altro ragionamento: quegli abiti hanno alle spalle tanta vita. E loro stessi durano una vita.
E qui capisci che il vintage è sia emozione, sia rispetto per l’ambiente e assolutamente non è obsolescenza programmata. I golfini di lana resistono anche all’ennesimo lavaggio. Nulla si sforma. Tutto è ancora sano al tatto e alla vista.
Cecilia Cottafavi è giovane (è nata nel 1997), ma queste cose le ha capite bene da tempo. Tant’è che è diventata con passione e impegno una delle influencer più accreditate in tema di vintage.
Esperta la Cottafavi la è tanto che con il suo Maertens (blog e profilo Instragram, ma non chiedetele cosa significhi: è un segreto che non vuole rivelare a nessuno) fa anche corsi per spiegare alla gente come il vintage può diventare un business.
Con questi presupposti, la Cottafavi l’abbiamo incontrata con grande piacere per darle la parola nella rubrica Pink&Green, la parola alle donne dell’economia circolare.
Finalmente, dopo tante videointerviste digitali (grazie a StreamYard) Cecilia è venuta in redazione in carne e ossa, ovviamente vestita da capo a piedi in stile vintage.
Il libro di cui si fa riferimento nella video intervista è A qualcuno piace il vintage (bookabook, 160 pag. 16€). Si tratta proprio di un manuale che accompagna il lettore nella comprensione più profonda del fenomeno vintage.
Con risposte precise, ma anche suggerimento su come muoversi in questo mondo. Una mappa virtuale conduce il lettore a scoprire i negozi che vendono vestiti vintage.
Consigliamo assolutamente la sua lettura, anche se un piccolo appunto lo dobbiamo: avremmo amato sfogliare pagine in carta meno patinata e più Fsc. Del passato va preso il buono e, invece, vanno abbracciati tutti gli avanzamenti, anche tecnologici, che ci porta l’innovazione.