Home Eco Lifestyle GreenBiotech al servizio della cosmesi, l’esperienza di Arterra

GreenBiotech al servizio della cosmesi, l’esperienza di Arterra

arterra bioscience
Foto di Arterra Bioscience

Produrre principi attivi, in modo naturale, recuperando materie prime seconde dagli scarti agricoli, in ottica di economia circolare e con la massima sostenibilità: per Pink&Green scopriamo la realtà di Arterra Bioscience

Ci sono realtà che riuscirebbero a estrarre del buono anche dalle rape, in barba al detto. Sono realtà di GreenBiotech che hanno in mano il futuro dell’industria che utilizza scarti anziché materie prime. Un futuro che è sempre di più fatto, per fortuna, di economia circolare sempre più pervasiva.

Arterra Bioscience è una di queste. L’azienda con sede a Napoli è stata fondata ed è tutt’ora guidata da Gabriella Colucci. Arterra sta nel mezzo: da una parte lavora con le aziende agricole che coltivando qualsiasi tipo di pianta, ortaggi e frutta hanno necessariamente degli scarti.

Dunque, Arterra arriva, seleziona gli scarti, ci lavora su e consegna i principi attivi alle aziende cosmetiche – l’altra parte del loro mestiere – e, a breve, farmaceutiche.

E giusto per dirla tutta, anche dalle rape la Colucci sa tirarci fuori del buono come racconta in questa nuova puntata di Pink&Green.

Ora Arterra sta lavorando anche a un progetto dove piante alimentari come zenzero e basilico, ma anche scarti agricoli e cellule vegetali per realizzare di cosmetici sicuri, sostenibili e con effetti scientificamente provati, senza ricorrere alla sperimentazione animale.

È l’obiettivo del progetto InnCoCells, finanziato dal programma Ue Horizon 2020 con 7,9 milioni di euro, che coinvolge 12 Paesi e 17 partner tra cui Enea e, appunto, Arterra Bioscience che si occuperà della messa a punto delle condizioni di crescita delle colture cellulari vegetali di interesse – mirtillo rosso, litchi, gelsomino, liquirizia, issopo e peonia – e della caratterizzazione dell’attività biologica degli estratti vegetali.

Perché il progetto InnCoCells è all’avanguardia

Perché le piante che attualmente rischiano un ipersfruttamento saranno coltivate in modo sostenibile ed economico per garantire che i nuovi ingredienti non comportino rischi per la biodiversità o la sicurezza ambientale.

Nello specifico, i ricercatori che lavorano sul progetto saranno impegnati per raggiungere diversi obiettivi chiave, tra cui l’individuazione di 10 specie vegetali dotate di molecole di interesse e lo sviluppo di un processo di validazione della presenza di molecole naturali bioattive nelle piante, verificando l’attività di almeno 50 ingredienti.

Tra questi, 20 saranno poi sottoposti a processi di produzione in colture cellulari o piante coltivate in serra, in campo o in condizioni idro-aeroponiche.

Il team inoltre lavorerà allo sviluppo di processi da almeno 10 filiere di scarti agricoli e di tecnologie innovative e sostenibili per la produzione, su scala pilota, di almeno 10 principi attivi, oltre alla raccolta di dossier normativi e di sicurezza dei prodotti e delle valutazioni ambientali.

Le aziende cosmetiche attendono con ansia buoni risultati da tutto ciò. E anche noi che di cosmetici viviamo.

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