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Avvistato in Trentino il primo gatto selvatico europeo

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gatto selvatico del trentino
Immagine da Muse.it

Il Museo delle scienze di Trento e l’Università di Firenze registrano, nei pressi delle Pale di San Martino tramite foto-trappole, il primo gatto selvatico europeo del Trentino orientale.

In Primiero, ai piedi della Pale di San Martino, è stato immortalato, per la prima volta nel Trentino Orientale e per la seconda nella provincia di Trento, il gatto selvatico europeo (Felis silvestris silvestris).

Ad avvistarlo sono state le foto-trappole del Muse, il museo delle scienze di Trento che, insieme all’Università di Firenze e in collaborazione con il parco naturale Paneveggio Pale di San Martino e il servizio faunistico della provincia autonoma di Trento, ha avviato un progetto scientifico di monitoraggio dei mammiferi tramite foto-trappole.

Apparentemente simile a un gatto domestico soriano, il felino raggiunge una lunghezza di 1,20 metri compresa la coda – che da sola misura 35 cm – e un peso che varia dai 3,5 kg agli 8 kg.

Di corporatura robusta e agile, possiede una testa corta e tondeggiante, zampe forti e robuste, una coda a clava con punta nera e anelli staccati e un pelo morbido e folto dal colore grigio-fulvo con qualche striatura a livello della nuca e delle spalle.

I suoi occhi sono gialli, mentre le orecchie sono dritte e larghe. È dotato di un’ottima vista, di un buon olfatto e di buon udito.

Diffuso principalmente nelle foreste di latifoglie dell’Europa occidentale, centrale e orientale, il felino selvatico è un carnivoro specializzato nella cattura di roditori e conigli selvatici, dotato di abitudini arboricole e notturne.

Si riproduce una volta all’anno dando alla luce 3 o 4 piccoli che, fino a 5 mesi, rimangono con la loro mamma. Il periodo degli amori va da metà gennaio a metà marzo.

Nonostante sia quasi scomparsa, si tratta di una specie diffusa per lo più in Italia. La popolazione, stimata essere all’incirca di 700-800 animali, è distribuita nel settore friulano e bellunese, sull’Appennino centrale e calabro, nel Gargano, nel Vulture e in Sicilia.

La cattura fotografica dovuta alle foto-trappole, strumento molto utile per lo studio della fauna selvatica, non è quindi da sottovalutare in quanto testimonia una possibile espansione verso occidente dei felini presenti nel Veneto settentrionale.

Una presenza fondamentale per la tutela e la conservazione delle foreste, per gli ecosistemi del Trentino e delle Alpi in generale: un’ennesima specie che si inserisce nel panorama alpino e contribuisce alla biodiversità.

In futuro sarà importante monitorare la situazione e verificare lo stanziamento e lo stato di salute di questi gatti selvatici.

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