Riparare è meglio che cambiare auto. Lo devono aver pensato molti italiani che nella seconda parte del 2021 hanno affidato il proprio mezzo a un’officina.
Il trend verso la riparazione dell’auto piuttosto che il suo cambio viene messo in rilievo da una ricerca legata al settore dell’assistenza auto, elaborata dall’Osservatorio Autopromotec sulla base di inchieste mensili condotte su un campione rappresentativo di officine di autoriparazione.
Come indicato dal grafico sottostante, nel mese di novembre 2021 la differenza (saldo) tra la percentuale di autoriparatori che hanno indicato un alto livello di attività e la percentuale di autoriparatori che invece lo hanno valutato basso è stata pari a 5.
Si tratta del primo valore positivo registrato nel corso del 2021: di molto superiore a quello di agosto (-12), settembre (-3) e ottobre (-2).
Un miglioramento dei giudizi sull’attività di officina era emerso già a partire dall’estate, in particolare con il saldo neutro rilevato a luglio. La crescita delle attività di officina, spiega l’Osservatorio Autopromotec, è stata favorita dall’allentamento delle restrizioni dovute alla situazione sanitaria, che hanno interessato la prima parte dell’anno e dal ritorno all’utilizzo dell’auto, sempre più confermata come mezzo di trasporto preferito degli italiani.
Oltre ad analizzare il sentiment degli operatori sulle attività di officina, il Barometro dell’Osservatorio Autopromotec ha preso poi in considerazione il livello dei prezzi di officina.
Come accaduto in precedenza, anche a novembre gli operatori che hanno giudicato bassi i prezzi sono stati di più di quelli che li hanno valutati alti, come dimostra il saldo pari a -2, un valore tuttavia in crescita rispetto ai mesi precedenti.
Infine, il sentiment fornisce uno sguardo sulle previsioni per i primi mesi del 2022. L’84% degli intervistati prevede per le attività di officina una domanda stabile, mentre coloro che prevedono un aumento dell’attività (11%) superano di molto quelli che si aspettano una diminuzione (5%).
Per quanto riguarda i prezzi, il giudizio prevalente degli operatori è orientato anche in questo caso alla stabilità (88%), mentre le previsioni di un aumento dei prezzi (10%) sono superiori a quelle che prevedono un calo (2%).