Presentata, il 14 gennaio, la seconda edizione di Sea Art Camp 2022: l’iniziativa che, a partire dalla tragica situazione dei nostri mari, intende trasformare i giovani studenti in artisti di Land Art in erba. Ecco sotto le modalità di partecipazione e le relative scadenze
Il 14 gennaio, in concomitanza con la Giornata della neve, che quest’anno cadeva domenica 16 gennaio, è stato presentato il Sea Art Camp 2022, il contest artistico giunto alla seconda edizione che intende avvicinare le giovani generazioni alle tematiche ambientali.
Promossa e coordinata da Edizioni Green Planner, l’iniziativa si rivolge agli studenti delle scuole superiori e, da questa edizione, agli studenti dell’Università Aldo Moro di Bari.
“Il progetto – spiega M. Cristina Ceresa, direttore di GreenPlanner – nasce dalla necessità di curare e proteggere l’ambiente sempre più in affanno a causa delle nostre cattive abitudini: gli studenti, magari proprio quelli che nei mesi scorsi sono scesi in piazza a manifestare la propria rabbia per la risi climatica, possono far sentire la loro voce attraverso la loro arte“.
Creare delle opere in stile land art che raccontino la preoccupante situazione delle nostre acque: i ragazzi dovranno, tramite il solo utilizzo di materiali eco-sostenibili (naturali o di riciclo), dare vita a un prodotto artistico tridimensionale ispirato alla natura.
L’iscrizione va effettuata entro e non oltre il 30 gennaio ; il regolamento per la partecipazione è consultabile online. È possibile partecipare sia in gruppo che singolarmente: i capolavori premiati saranno 5.
Le tappe del Sea Art Camp
Entro le ore 12:30 del 22 marzo 2022, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, i candidati dovranno presentare i bozzetti del progetto, muniti di titolo, spiegazione e autori (inviarli a formazione@greenplanner.it).
La giuria selezionerà le opere da mandare avanti. Ovvero, i progetti selezionati dovranno essere prodotti e consegnati a formazione@greenplanner.it entro le 12:30 del 27 maggio 2022.
L’8 giugno, durante la Giornata mondiale degli oceani, si terrà la proclamazione dei vincitori. Le opere vincitrici verranno installate nel giardino dell’Acquario di Milano, presso l’Università Aldo Moro di Bari e presso la sede italiana Siram Veolia.
La tragica situazione delle nostre acque
Cambiamento climatico, inquinamento delle acque e biodiversità: sappiamo quanto queste questioni siano correlate con la salute umana e con la sopravvivenza del nostro ecosistema?
I nostri mari sono inquinati: tuttavia, in pericolo non è solo la vita della fauna che abita le acque, ma assieme a essa anche la nostra salute.
“L’acqua – spiega Nicoletta Ancona, curatrice dell’Acquario di Milano e Civica stazione idrobiologica Milano – è importante soprattutto per la nostra assicurazione di vita: le risposte adattive degli organismi riescono a contenere quelle che sono le modificazioni ambientali. Soprattutto nella prospettiva di ragionare non su un unico territorio ma ovunque: siamo interconnessi, le sostanze dell’acqua vengono portate dappertutto“.
Con il peggioramento della biodiversità e dell’atmosfera, anche la qualità di vita delle persone subisce delle conseguenze disastrose.
Il cambiamento climatico, seguito dallo sbiancamento dei coralli e in particolar modo dall’aumento di plastica nei nostri mari causa delle conseguenze terribili per il Pianeta e per il nostro organismo.
“Le plastiche – continua Ancona – si degradano a poco a poco e creano delle microplastiche e delle nanoplastiche in grado di inserirsi nelle nostre cellule, divenendo pericolose per la salute umana“.
Anche Giovanni Chimienti – ricercatore in biologia dell’Università Aldo Moro di Bari – esprime le sue preoccupazioni in termini di livello di inquinamento dei mari.
Esperto nello studio delle specie di coralli nel Mediterraneo, ha potuto scoprire qualche anno fa l’esistenza di una foresta di coralli neri nelle Isole Tremiti, un luogo, riprendendo alcune delle sue parole, di incredibile bellezza.
“Si tratta – spiega il ricercatore – di una specie molto rara, dotata di uno scheletro nero alla vista che in acqua appare bianco. Purtroppo, su questi fondi si va ad accumulare molta plastica, dannosa per questi organismi. È necessario tutelare e continuare a ricercare le bellezze che abbiamo“.
“Il mare – continua Chimienti – sta divenendo la discarica del nostro pianeta. A volte anche gli attrezzi da pesca rimangono sul fondale delle acque, creando sempre più danni alla biodiversità e agli habitat“.
Un altro fenomeno di cui si parla sempre più spesso è, interviene Ancona, l’acidificazione dei mari. “Con l’abbassarsi del ph degli oceani si sciolgono i cabornati che sono importantissimi a livello ecosistemico: molti animali li utilizzano per il loro esoscheletro. Se il ph si dovesse abbassare ulteriormente si creerebbe un disastro di tipo ambientale“.
Un appello al cambiamento
Un contest diretto alle acque, all’ambiente e soprattutto alla sensibilizzazione delle coscienze dei più giovani, nonché di coloro che avranno in mano il futuro del nostro pianeta.
In linea con la tutela ambientale e della biodiversità marina è anche Siram Veolia che quest’anno, assieme all’Università Aldo Moro di Bari, sarà presente in giuria nella persona del Susteinability manager dell’azienda Nicola Cipiciani.
Una realtà quella di Siram Veolia che si occupa di energia, acqua e rifiuti e ha a cuore il concetto di sostenibilità ambientale. “Ridurre il consumo di energia – spiega Cipiciani – depurare le acque e ridurre rifiuti ed emissioni è la nostra missione”.
Oltre a far parte della giuria, Siram Veolia ospiterà anche nella propria sede una delle opere vincitrici – in linea con la propria filosofia (prendete spunti dal docufilm che potete ancora visionare alla fine dell’articolo) – e offrirà l’opportunità agli studenti di avviare percorsi di stage presso la propria sede.
Due realtà, quella di Siram e dell’Università di Bari, che entrambe credono nella forza dell’arte, nella creatività giovanile e soprattutto nel cambiamento.
Una denuncia effettuata con la natura e in mezzo alla natura: questi i requisiti che un’opera in stile land art deve avere. “Un’arte – spiega Marcello Donini, presidente di Arte in cascina – che, nata circa 50 anni fa, si muove dagli spazi urbani verso la natura e che ha la caratteristica di svolgersi all’aperto“.
Gli elementi per un contest di tutela ambientale ci sono tutti: ora la parola passa a voi studenti/artisti di land art.