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Redesign the World: visioni su un futuro più verde

frame the city
Fernando Donis - Frame City - immagine da www.dezeen.com

Hanno destato curiosità i suggestivi progetti vincitrici del contest internazionale promosso dalla rivista Dezeen e intitolato Redesign the World.

Progettare il mondo del futuro è una sfida che ha sempre affascinato gli architetti, tanto che vi si cimentò anche Le Curbusier nel 1922 con Une ville contemporaine e nel 1925 con Plan Voisin.

La sfida di un nuovo rapporto con il paesaggio naturale e l’approvvigionamento di cibo coltivato, ma soprattutto la sopravvivenza del pianeta Terra di fronte oggi agli effetti dell’inquinamento e del riscaldamento globale, sono i temi lanciati dal contest Redesign the World e affrontati nei progetti visualizzati dai partecipanti tramite un video di Twinmotion.

Aperto a partecipanti di ogni paese sopra i 18 anni, il concorso promosso da Dezeen – magazine internazionale di architettura e design con base a Londra – con il supporto di Twinmotion, ha ricevuto 100 proposte da 30 Paesi differenti, tra cui la giuria ha selezionati i vincitori dell’edizione 2021.

Il primo posto è stato assegnato a Fernando Donis (Rotterdam), con il progetto Frame City; una città per un milione di abitanti che si colloca in una via di mezzo tra la città e la campagna riconfigurandone le realtà; una nuova topografia urbana, pensata senza autoveicoli privati, con una pianificazione che assicura tutti i servizi entro 15 minuti in piedi.

Gli edifici sono dei frame costruiti in legno strutturale, delle colline, quasi montagne, costruiti a terrazzamenti e strettamente connessi con il verde, a cui fanno da nuova struttura.

Secondo la giuria il progetto ha raccolto la sfida di una maggiore interconnessione tra l’architettura e il verde, in un modo innovativo e non visto, particolarmente degno di segnalazione.

Mcheileh Studio -Aeroponic – immagine da www.dezeen.com

Al secondo posto invece il progetto di Mcheileh Studio (New York), molto suggestivo e spettacolare. Una combinazione tra le coltivazioni aeroponiche e la tecnologia aerospaziale; in particolare dei grossi dirigibili volanti ospitano delle coltivazioni di prodotti disposte su più piani, per la produzione di cibo che potrà così essere distribuito in tutti i paesi della terra spostandosi nel cielo.

La mobilità è un aspetto chiave di questo progetto perché la capacità dei dirigibili di viaggiare anche con propulsione alimentata da energia solare ed eolica, consente la distribuzione del cibo dove è necessario, eliminando il trasporto su terra su lunghe distanze e liberando così il suolo.

I dirigibili potranno raggiungere le aree più desertiche e quelle più inospitali a causa di calamità naturali o per opera dell’uomo.

Le immagini sono tratte da www.dezeen.com

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Cristina MolteniCristina Molteni: Laureata in architettura al Politecnico di Milano, si occupa di progettazione e di direzione lavori, con particolare attenzione agli edifici Nzeb e alle caratteristiche ecosostenibili dei materiali; svolge studi di fattibilità per lo sviluppo e la riqualificazione urbanistica | Linkedin
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