Home Imprese Sostenibili Dal biometano non solo energia, ma anche strumenti contro la desertificazione

Dal biometano non solo energia, ma anche strumenti contro la desertificazione

biometano
Immagine da Depositphotos

Sono sempre più numerose le aziende che puntano sull’economia circolare e le rinnovabili per ridurre i propri impatti sull’ambiente e risparmiare sulle bollette. E quando si tratta di biometano, oltre all’energia si produce anche un ottimo fertilizzante utile a contrastare il degrado dei suoli e i fenomeni di desertificazione, che rischiano di impattare pesantemente sul nostro Paese

La ricetta per fare il biometano prevede che si parta dalla fine, vale a dire dagli scarti. Si possono usare deiezioni animali, liquami, residui agro-industriali o da raccolta differenziata (ma anche colture come il mais, la canna o le bietole), si tritura tutto, si aggiunge acqua e si invia il composto in un serbatoio riscaldato chiamato digestore.

Qui, in assenza di ossigeno, batteri appositamente selezionati convertono la biomassa in metano (presente in concentrazioni che possono arrivare al 70%) e anidride carbonica: il biogas così ottenuto viene ripulito per rimuovere le impurità e l’anidride carbonica e arrivare così al biometano con le caratteristiche desiderate.

In aggiunta, si ottiene il digestato, che contiene carbonio organico e nutrienti essenziali per l’agricoltura che possono essere usati in sostituzione dei fertilizzanti di origine fossile e sono utilissimi per contrastare il processo di desertificazione e inaridimento in corso in gran parte del Sud Europa.

Tornando al biometano, si stima che al 2030 se ne potrebbero produrre quasi 9 miliardi di metri cubi, pari a circa il 12-13% del fabbisogno annuo di gas naturale attuale.

Potrebbe così dare un contributo importante alla decarbonizzazione del settore dei trasporti: in Italia circa il 2% del parco auto è alimentato a metano e il biometano potrebbe trovare impiego anche per alimentare gli autobus urbani, i mezzi per la raccolta rifiuti e gli autoarticolati per il trasporto merci su lunghe distanze.

Inoltre, sempre il biometano potrebbe venire usato per la generazione di elettricità e la cogenerazione. Insomma, un combustibile versatile e che, se gestito in modo corretto, potrebbe arrivare a essere neutrale (o quasi) dal punto di vista delle emissioni di CO2.

Delle potenzialità del biometano è convinta Assocarta, l’associazione che riunisce gli industriali di carta, cartoni e paste per carta, che ha concluso un accordo con il Consorzio italiano biogas per supportare la riconversione a biometano degli impianti a biogas esistenti e sviluppare altre iniziative per produrre biometano dalla filiera agroindustriale, contribuendo così alla decarbonizzazione dei cicli produttivi più energivori.

In particolare, grazie all’impiego del gas in cogenerazione, il settore della carta ha migliorato la sua efficienza energetica del 20% negli ultimi 15 anni: chiaro quindi che aumentare il ricorso a questo combustibile può accrescere le performance complessive, garantire una maggior stabilità agli approvvigionamenti e contribuire ad ammortizzare la volatilità dei prezzi.

Sebigas, azienda di Olgiate Olona che ha progettato e realizzato più di 80 impianti a biogas in tutto il mondo e che dal 2 al 5 marzo sarà presente a Expoagricola presso Verona Fiere, sottolinea come il settore potrebbe beneficiare grandemente dalla riduzione delle incertezze legislative, specie in una fase come questa in cui le aziende devono affrontare molte difficoltà economiche e tecnologiche.

Tra i temi in discussione, la possibilità di incrementare la capacità produttiva degli impianti a biogas agricoli esistenti e di aumentare la produzione di biometano da immettere in rete, ma anche di costruire nuovi impianti e di impiegare pratiche agro-ecologiche per produrre il biogas.

Infine, è da segnalare che le Commissioni riunite Affari Costituzionali e Bilancio della Camera hanno approvato l’emendamento al decreto Milleproroghe che dispone la proroga per il 2022 degli incentivi per gli impianti di produzione di energia elettrica alimentati a biogas fino a 300 kW.

Coldiretti ha espresso la propria soddisfazione per questa decisione, che rappresenta una risposta circolare al fabbisogno di energia.

Crediti immagine: Depositphotos

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